“Il dirigente Mirti fugge dalla Commissione: grave mancanza istituzionale”
“Il dirigente Mirti fugge dalla Commissione: grave mancanza istituzionale”
Il consigliere comunale Roberto Paradisi prende posizione sulla gestione degli impianti sportivi a Senigallia
di ROBERTO PARADISI*
SENIGALLIA – Che la gestione dello sport senigalliese fosse allo sbando era noto. Che addirittura il dirigente Paolo Mirti fugga di fronte alla convocazione della Commissione sport disertandola senza giustificazione e dimostrando un senso delle istituzioni pari allo zero, è fatto grave che dovrà necessariamente essere portato all’attenzione dell’Amministrazione comunale. Appare incredibile che a rispondere dei problemi creati dal servizio sport del Comune di Senigallia si siano presentati l’assessore ai lavori pubblici Monachesi (di cui la Commissione ha certamente apprezzato l’assunzione di impegni) e il dirigente dei servizi sociali dott. Mandolini.
Assenti tutti i referenti dell’ufficio sport per una commissione dove vi erano cinque punti all’ordine del giorno relativi alla gestione del dirigente Paolo Mirti. Il quale ha pensato bene di lasciare (senza nemmeno firmarla) una lettera non protocollata intrisa di nulla, con risposte parallele e inconcludenti a tutte le problematiche sollevate: dai favoritismi alla Uisp alla gestione della palestra della Cesanella, dalle condizioni privilegiate del centro tennistavolo del presidente Ubaldi alla penalizzazione della società sportiva pongistica di Renato Appolloni fino alla spinosa questione del diritto allo sport per i meno abbienti.
A tal proposito, nelle ultime settimane si è scoperto che l’obbligo di garantire gratuità o scontistica del 50% ai ragazzi delle famiglie meno abbienti è stato posto a carico solo di una sparuta minoranza di società sportive (venti su oltre 90 società sportive). L’ennesima faciloneria del servizio sport che ha ben pensato di inserire solo nel bando delle palestre comunali scolastiche tale onere (in nulla supportato dall’Amministrazione comunale).
Risultano così escluse dall’obbligo – e davvero non si comprendono i motivi di tale “pensata” – tutte quelle società che utilizzano altri impianti (campi di calcio, piscine, aule didattiche o aule di centri sociali, centro tennistavolo, unica società sportiva che percepisce dal Comune quasi 5 mila euro all’anno).
Tanti pesi e tanti misure in una gestione fallimentare da un punto di vista della trasparenza, dell’equità, della ragionevolezza e dell’imparzialità. Ma il dirigente Paolo Mirti, anzichè spiegare le inefficienze e le storture, ha preferito darsi alla fuga. Un comportamento inqualificabile.
*Consigliere comunale Unione Civica – Senigallia
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