I carabinieri restituiscono alla comunità di Fossombrone il dipinto della Madonna orante trafugato nel 1992
I carabinieri restituiscono alla comunità di Fossombrone il dipinto della Madonna orante trafugato nel 1992
FANO – I carabinieri della Compagnia di Fano unitamente ai colleghi del Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Ancona, hanno restituito al sindaco di Fossombrone, Gabriele Bonci, ed idealmente a tutti i forsempronesi, il dipinto della “Madonna orante”, trafugato la notte tra il 30 e il 31 agosto 1992 dalla chiesa SS Annunziata di Fossombrone.
Il dipinto venne però notato per la prima volta dai carabinieri di Fano solo l’8 novembre 1997, quindi a distanza di oltre cinque anni dal furto, durante gli assidui e discreti controlli da sempre operati in occasione delle mostre e mercati di antiquariato della zona. L’opera apparve quel giorno su di una bancarella del mercato dell’antiquariato in atto all’interno del chiostro del Complesso Monumentale di San Michele a Fano, e da subito i militari ritennero quell’effige sacra piuttosto particolare e degna di approfondimento investigativo.
La preziosa opera infatti, un dipinto olio su tela delle dimensioni di 50×45, raffigura la Vergine in veste rossa e velo azzurro nell’atto di pregare. La Madonna risulta rivolta verso destra ed è intenta a leggere un libricino che tiene in mano. Il dipinto, dal carattere devozionale, presentava in origine un diadema di metallo sbalzato sul davanti della tela, mentre sul retro era presente a penna la scritta “M. BENTIVOGLI”, elementi questi descritti nella scheda di catalogo, quindi presenti originariamente sull’opera, ma oggi non più rintracciabili. Sempre nella scheda dell’opera l’autore è indicato come riferibile ad un ignoto pittore marchigiano del secolo XVIII, forse proprio quel BENTIVOGLI originariamente scritto a penna sul retro della tela.
Tornando alle indagini, dalle prime verifiche d’archivio eseguite immediatamente dopo aver notato il dipinto nel complesso di San Michele, non si riuscì però a risalire all’esatta catalogazione dell’opera. Non aiutò nemmeno la denuncia del furto avvenuto presso la chiesa della SS Annunziata, nella quale venivano indicati, quale refurtiva asportata, 50 candelieri e tre dipinti, tra i quali però non figurava quello della Madonna orante.
Nella circostanza i militari fanesi identificarono comunque il detentore del dipinto, un antiquario di Rimini in trasferta a Fano, mentre i carabinieri del Comando Tutela Patrimonio Culturale di Ancona avviarono tutta una serie di approfondite verifiche volte all’esatta tracciabilità dell’opera, che, grazie anche al contributo fondamentale del personale della Soprintendenza per i Beni Artistici e Storici delle Marche con sede all’epoca ad Urbino, nella persona del dottor Daniele Diotallevi, permisero di risalire alla scheda di catalogazione dell’opera, certificandone univocamente la provenienza.
Il 18 novembre 1997 il dipinto venne quindi sequestrato presso un’attività antiquariale di Rimini e dalle indagini emerse che era stato acquistato per 2.000.000 di vecchie lire da un antiquario di Fano, già noto all’epoca alle forze di polizia in quanto coinvolto in altre indagini inerenti furti d’opere d’arte da luoghi di culto. L’antiquario fanese, sottoposto ad indagine per ricettazione, riferì di averlo ricevuto in dono nel 1987 da un sacerdote deceduto già da qualche anno.
Le risultanze investigative raccolte portarono alla condanna in primo grado per ricettazione degli autori coinvolti nella vicenda, ma il ricorso in appello e l’approdo del processo in Cassazione hanno di fatto allungato l’iter restitutorio.
Il processo, che vide all’epoca il Comune di Fossombrone costituirsi parte civile quale proprietario del bene trafugato, si è concluso con provvedimento di archiviazione per sopraggiunta morte del reo. Di conseguenza è stata disposta la restituzione del bene in sequestro al legittimo proprietario.
Dopo tanti anni i Carabinieri sono riusciti a restituire il prezioso dipinto nelle mani del sindaco, e con lui all’intera comunità forsempronese, affinché possa tornare ad ammirare l’opera tra le proprie mura.
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