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La città che vogliamo: ecco le prime quaranta idee per migliorare Senigallia

La città che vogliamo: ecco le prime quaranta idee per migliorare Senigallia

Perfettamente riuscita la tappa iniziale del progetto organizzato della Commissione della Pastorale sociale e del lavoro e dalla Caritas diocesana, su ispirazione del vescovo Franco Manenti

SENIGALLIA – Nei locali della Scuola Marchetti si è svolta la prima fase del processo partecipativo sulla Senigallia che vogliamo, progettato dalla Commissione della Pastorale Sociale e del Lavoro e dalla Caritas Diocesana su ispirazione del Vescovo Franco Manenti.

Rivolta a tutta la cittadinanza, l’iniziativa, unica nel suo genere e sostenuta anche da una metodologia ben precisa, ha il duplice scopo di ascoltare ciò che i cittadini ritengono meritevoli di attenzione per lo sviluppo della loro città e successivamente di formulare alcune proposte per le forze politiche che si candideranno ad amministrarla nei prossimi cinque anni.

L’incontro organizzato e coordinato dalla Commissione, ha visto la presenza di una sessantina di persone, di diversa età anagrafica e status sociale e professionale.

Dopo la presentazione del progetto si è avviata la spontanea presentazione degli astanti e dei propri punti di vista sulla Senigallia 20-25. Rigorosamente rispettato il tempo a disposizione di ciascuno che era di un minuto.

Sono state registrate oltre quaranta idee che successivamente sono state aggregate in 12 macro aree ed infine votate con l’aiuto di dieci piccoli post-it a disposizione di ciascuno. I voti espressi hanno avuto il pregio di riuscire a ‘pesare’ ogni idea all’interno della macro area. Di seguito, riportiamo esclusivamente il dato aggregato rimandando in seguito la disamina di gran parte delle idee emerse:

Nei due prossimi incontri, previsti per l’8 e il 15 novembre presso la stessa scuola, si approfondiranno i temi maggiormente sostenuti in sede di valutazione. Il clima della serata è stato molto costruttivo, cordiale ed attento a rispettare l’indicazione del fare proposte concrete e non critiche disfattiste.

 

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