Tra Fano e Urbino è necessario un collegamento sicuro anche per ciclisti e pedoni
Tra Fano e Urbino è necessario un collegamento sicuro anche per ciclisti e pedoni
FANO – “Vari interventi – si legge in un documento della Fiab Marche – dimostrano che sulla Fano Urbino continuano a circolare informazioni parziali, inesatte e fuorvianti; per questo è necessario ribadire alcuni concetti.
“1. La Regione Marche, evidentemente in accordo con RFI proprietaria del bene, ha trovato una soluzione razionale e soprattutto praticabile: una pista ciclabile lungo il sedime dell’ex ferrovia senza eliminare binari e traversine; quindi, subito ci sarà un collegamento sicuro per ciclisti e pedoni; un domani un treno turistico, se si realizzassero precise condizioni.
“2. I finanziamenti per una buona metà della ciclabile sono già pronti; quelli per ripristinare e gestire un treno turistico no; più volte RFI o Regione hanno confermato il loro disinteresse; è praticamente esclusa la parte dei finanziamenti ministeriali previsti per le ferrovie dismesse.
“3. Il milione stanziato per un altro studio di fattibilità non dà affatto attuazione concreta alla legge 128 del 2017 sulle ferrovie turistiche; quelli che servono sono i soldi (tanti) per ricostruire e gestire la tratta; inoltre, lo studio esiste già; è stato fatto dagli Enti pubblici che si basano su quello e non su altri “regalati” da privati molto interessati; purtroppo sconosciuto ai più, questo studio sottoscritto anche da tutte le Università e le CCIAA delle Marche, è consultabile in http://www.lavalledelmetauro.it/contenuti/opere-specialistiche/scheda/12367.html ; basta leggerne le conclusioni, oggi ancora più valide dopo una quindicina d’anni di abbandono della ferrovia.
“4. La pista ciclabile non può essere fatta dovunque, magari lungo il Metauro o a contatto con auto, camion e motorini; serve tra Rosciano e Fano, tra Cuccurano e Lucrezia, ecc., dove chi si muove a piedi o in bici rischia la vita; serve anche per attirare turisti desiderosi di apprezzare risorse e bellezze del territorio; sarebbe quindi inaccettabile impedire la riqualificazione e il riutilizzo di un bene collettivo abbandonato, in attesa di un treno che farebbe solo alcune corse all’anno, non si sa quando.
“5. Per rifare la ferrovia RFI ha stimato un costo sui 100 milioni e da almeno mezzo secolo non ne vuole più sapere; i costi andrebbero ben oltre, visto che sarebbero indispensabili numerosissimi interventi urbanistici, per esempio nei 97 incroci tra binari e strade.
“6. Per motivi di sicurezza i treni commerciali non possono più passare a raso tra le abitazioni, a meno che non si vada sopra o sotto la sede attuale con effetto “montagne russe”; quindi, una metropolitana di superficie, a parte i costi notevolissimi, dovrebbe trovare altra sede.
“Chiaro quindi che la soluzione su cui sta lavorando la Regione Marche è quella giusta? Evidentemente no – si legge sempre nel documento di Fiab Marche – per chi anche in Consiglio comunale continua ad opporsi ad una pista ciclabile che presto si dimostrerà utile per il rilancio di un intero territorio, come già è avvenuto in tante altre parti d’Italia e del mondo”.
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