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Gaetano Vergari: “A Mondolfo non si può parlare di Cacciata senza Gioco del Pallone col Bracciale”

Gaetano Vergari: “A Mondolfo non si può parlare di Cacciata senza Gioco del Pallone col Bracciale”

di GAETANO VERGARI*

MONDOLFO – Domenica 1 settembre s’è svolta a Mondolfo una manifestazione in costume rinascimentale per rievocare non s’è capito bene cosa e che ha richiamato appena un pugno di persone.

Un plauso, comunque, a chi s’è impegnato per organizzarla ma per carità di patria non la si chiami “CACCIATA”.
Non mi piace, tuttavia, passare per il custode “barboso” dell’ortodossia della “CACCIATA” che, comunque, ho contribuito a riproporre nel 1980 dopo un’interruzione durata 12 lunghi anni. Mi preme semplicemente, sottolineare, che non si può parlare di CACCIATA senza Gioco del Pallone col Bracciale.
“Cacciata” deriva dal Latino “CAPTIARE” che, fra i suoi vari significati, ha anche quello di “spingere fuori con forza”, nel nostro caso il pallone nel campo avversario. Così nella parlata mondolfese ha assunto il significato di un “bello e prolungato scambio di colpi”, durante la partita di pallone col bracciale, che si conclude col punto.
La Rievocazione storica de “La CACCIATA” fu inventata nel 1960 (la 1° Ed. si svolse nel 1961), una delle prime delle Marche, da un gruppo di appassionati mondolfesi: Aleardo Fenocchi, Rocco Cuoco, Giuliano Frattini, Orlando Rondini, Maurizio Lucchetti, Bruno Rotatori, Luciano Orlandi, Adolfo Sorcinelli ed altri, col duplice scopo di:
mantenere viva la tradizione del “Gioco del Pallone col Bracciale” che a Mondolfo aveva dato i natali a grandi campioni, tanto da essere definita la capitale di detto gioco;
diventare una forte attrazione per la nascente industria turistica che andava sviluppandosi sulla costa.
L’intuizione era giusta, come le modalità di realizzazione. Però mancò allora, l’idea di rendere autosufficiente la Rievocazione storica per quanto riguardava costumi e attrezzature, l’affitto dei quali era onerosissimo. A questa carenza si sopperì dal 1980 grazie a consistenti contributi pubblici e con la mobilitazione della “meglio gioventù” del paese che nel giro di 3/4 anni fece si che si realizzassero 150 costumi grazie al lavoro di decine di sarte e alle competenze professionali di Catia MORBIDELLI, mia moglie, diplomata presso l’Istituto d’Arte “Mengaroni” di Pesaro in Moda e Costume, che predispose tutti i cartamodelli per il loro taglio e che ne seguì direttamente la realizzazione.
La Cacciata fu la prima grande manifestazione estiva del Comune di Mondolfo che alla sua riproposizione nel 1980, richiamò miglia di persone. Le Forze dell’Ordine ne stimarono addirittura oltre 7 mila.
Per 27 anni, ogni estate, l’ultima domenica di luglio, data non scelta a caso nel clou dell’estate, scandì la vita del paese, richiamando sempre centinaia di turisti.
Tuttavia la sicurezza degli spettatori durante le partite di Pallone col Bracciale restò sempre un cruccio per gli organizzatori della ProLoco. Per un decennio, dal 1980, la gente venne protetta da una rete posta sopra una pedana che consentiva una buona visione del gioco. Col passare degli anni, però, la complessità e laboriosità nel montaggio di questa e le forze che andavano riducendosi ne comportarono la rinuncia al montaggio.
Il gioco del pallone col bracciale tornò così ad essere pericoloso e a fare danni a causa dei palloni pesanti 400 g che “spizzati” si andavano ad infrangere contro vetrine ed insegne luminose.
Da qualche anno addirittura non si gioca più per le note diatribe sempre legate alla pericolosità dei palloni che colpiscono persone, cose e animali d’affezione e temo che, se ne trascorrerà qualche altro, saremo costretti a mettere la pietra tombale sul “Gioco del Pallone” a Mondolfo.
Bisogna, pertanto, agire al più presto per sventare questo rischio.
Rivolgo, quindi, un accorato appello all’Amministrazione comunale, se è vero che intende sostenere e promuovere il Turismo del nostro Comune, affinché si attivi, assicurando la sopravvivenza delle nostre più antiche tradizioni, per impedire, con ogni mezzo, che cali il sipario sul gioco del pallone col Bracciale a Mondolfo.
A questo scopo, per risolvere il problema della sicurezza del Gioco, propongo di invertire l’ordine dei fattori.
Non si proteggano più persone e cose dai palloni vaganti ma il terreno di gioco.
Così come avviene per i campi di gioco della Pelota nei Paesi Baschi dove è il terreno di gioco ad essere racchiuso da una struttura che impedisce ai palloni di fuoriuscire. La stessa cosa potrebbe essere fatta nello sferisterio di Mondolfo, però con strutture di grande leggerezza e facilmente rimuovibili, approntabili solamente per il periodo Primavera/Estate.
Oggi esistono tecnologie sofisticate a costi abbordabilissimi che, senza la realizzazione di strutture massicce, possono raggiungere tale scopo.
Il Comune richieda subito uno Studio di Fattibilità e sono sicuro che non mancheranno anche Tecnici locali, più che qualificati, pronti a redigerlo anche gratuitamente.
Proviamoci per la salvare una parte della nostra cultura, per il bene di Mondolfo e per offrire ai Turisti un “UNICUM” irripetibile come il Gioco del Pallone col Bracciale.

*Ex sindaco di Mondolfo

 

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