Nuova manifestazione degli ambientalisti contro lo scempio ambientale sul Monte Catria
Nuova manifestazione degli ambientalisti contro lo scempio ambientale sul Monte Catria
FRONTONE – La contestazione ai lavori di potenziamento degli impianti da sci sul massiccio del Monte Catria da parte di alcune Associazioni ambientaliste, si arricchisce di un altro episodio. Sabato scorso – si legge in una nota delle associazioni Argonauta, La lupus in fabula, Cai sezione di Pesaro “Lino Liuti” e Fiab Marche – un gruppo di trenta volontari, sotto lo sguardo attento del gestore del rifugio “Le Cotaline”, ha steso uno striscione di circa 20 metri, con la scritta “SOLDI SPRECATI – BASTA SCEMPI”, in prossimità di alcune delle otto piste da sci che il Comune di Frontone ha deciso di allargare e allungare o realizzare ex novo sulle pendici del Monte Acuto.
Alcune di queste, erano delle semplici strade forestali, ma adesso sono diventate delle ferite mortali per la seconda montagna della provincia, squarci che si vedono perfino dalla costa. In questi giorni grosse ruspe stanno rimuovendo le radici dei faggi precedentemente tagliati e realizzando alte scarpate per livellare il terreno e collegare le piste tra loro. Secondo il bando attraverso il quale il Comune di Frontone ha beneficiato di finanziamenti regionali per 671 mila euro, i lavori dovevano essere conclusi entro il 13 aprile scorso, pena la decadenza dei contributi. Tuttavia con un decreto dirigenziale del 17 maggio 2019 la Regione Marche ha concesso un anno di proroga. Ciò testimonia la ferma volontà della Regione di sostenere detto Comune in un progetto anacronistico e fallimentare sotto il profilo finanziario, turistico e ambientale. Errare è umano, perseverare è diabolico.
“Sperperare complessivamente oltre 5 milioni di euro per una stazione sciistica con piste che vanno da 1200 a 1500 metri di quota, a 50 km dal mare, quando sulle Alpi chiudono impianti sotto i 1700 metri, è pura follia. Estirpare due ettari di bosco maturo, quando l’evidenza dei cambiamenti climatici dovrebbe indurre ogni amministratore pubblico a piantare nuovi alberi, rappresenta un attentato alle future generazioni. Ci auguriamo che i cittadini si ricordino nome e cognome dei politici responsabili degli scempi ambientali in corso quando torneranno alle urne per scegliere i nuovi amministratori regionali. Noi sicuramente – concludono le associazioni Argonauta, La lupus in fabula, Cai sezione di Pesaro “Lino Liuti” e Fiab Marche – gli rinfrescheremo la memoria”.
Ag – RIPRODUZIONE RISERVATA - www.laltrogiornale.it