E’ morto il cardinale Elio Sgreccia, padre della bioetica cattolica
E’ morto il cardinale Elio Sgreccia, padre della bioetica cattolica
Era nato a Nidastore di Arcevia il 6 giugno 1928. Domani avrebbe compiuto 91 anni
ARCEVIA – E’ morto oggi il cardinale Elio Sgreccia, padre della bioetica cattolica. Era nato a Nidastore, frazione di Arcevia, il 6 giugno 1928. E proprio domani avrebbe compiuto 91 anni.
Proprio il comune di Arcevia gli aveva conferito la cittadinanza onoraria nel 2017 per “l’alto profilo umano e morale, scientifico e religioso, per l’attaccamento al proprio territorio e il legame profondo con la comunità”.
Fu ordinato presbitero per la diocesi di Fano il 29 giugno 1952 per mano del vescovo Vincenzo Del Signore. Conseguì gli studi in teologia nel 1963 e si laureò in lettere e filosofia all’Università di Bologna.
Dal 1954 al 1972 fu dapprima vicerettore, poi docente e infine rettore del Pontificio seminario regionale di Fano. Dal 1972 al 1973, fu vicario generale della Diocesi di Fossombrone. A partire dal 1974 e per dieci anni fu assistente spirituale alla facoltà di medicina e chirurgia presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore. Docente di Bioetica all’interno dello stesso ateneo dal 1984, divenne ordinario nel 1990. Dal 1985 al 2006 fu direttore del Centro di Bioetica dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e dal 1998 al 2005 fu direttore del Centro per la Cooperazione Internazionale per la medesima università. Nel 1990 venne eletto membro del Comitato Nazionale per la Bioetica, incarico mantenuto fino al 2006. Dal 1992 al 2000 fu inoltre direttore dell’Istituto di Bioetica.
Papa Giovanni Paolo II lo elesse vescovo il 5 novembre 1992 e gli affidò la sede titolare di Zama minore. Fu consacrato il 6 gennaio 1993, nella solennità dell’Epifania insieme ad altri dieci presbiteri, dallo stesso papa Wojtyła.
Nel 2001 fu un componente della Commissione delle linee guida nell’ambito della consulenza e dei test genetici per il Ministero della Salute. Dal 2003 è stato presidente della Federazione Internazionale dei Centri e Istituti di Bioetica d’Ispirazione Personalista (FIBIP), mentre dal 2004 è presidente della Fondazione Ut Vitam Habeant e dell’Associazione Donum Vitae.
Dal 3 gennaio 2005 al 17 giugno 2008 è stato presidente della Pontificia Accademia per la Vita, dalla quale si è dimesso per raggiunti limiti di età e di cui è rimasto presidente emerito, configurandosi come portavoce delle posizioni della Chiesa su questioni etiche controverse come l’aborto, la contraccezione, l’eutanasia e la ricerca sulle cellule staminali embrionali.
Papa Benedetto XVI, in considerazione della sua generosità e dedizione nel servizio alla Chiesa, lo ha creato cardinale nel concistoro del 20 novembre 2010, assegnandogli la diaconia di Sant’Angelo in Pescheria. Avendo superato gli 80 anni, secondo le disposizioni di papa Paolo VI, non entra a far parte dei cardinali elettori.
Il cardinale Elio Sgreccia è autore di numerose pubblicazioni, tradotte in numerose lingue:
- Bioetica. Manuale per medici e biologi, Editrice Vita e Pensiero, Milano 1986
- La trasmissione della vita nell’insegnamento di Giovanni Paolo II, Di Pietro M. Luisa, Editrice Vita e Pensiero, Milano 1989
- Nuova genetica ed embriopoiesi umana. Prospettive della scienza e riflessioni etiche, Serra Angelo, Di Pietro M. Luisa, Editrice Vita e Pensiero, Milano 1991
- Manuale di bioetica. Aspetti medico-sociali, Editrice Vita e Pensiero, Milano 1991
- Manuale di bioetica. Fondamenti ed etica biomedica, Editrice Vita e Pensiero, Milano 1994
- Manuale di bioetica. Aspetti medico-sociali, Editrice Vita e Pensiero, Milano 1996
- Procreazione assistita e fecondazione artificiale tra scienza, bioetica e diritto, Di Pietro M. Luisa, Editrice La Scuola, 1999
- Manuale di bioetica. Fondamenti ed etica biomedica, Editrice Vita e Pensiero, Milano 2000
- Manuale di bioetica. Aspetti medico-sociali, Editrice Vita e Pensiero, Milano 2002
- Manuale di bioetica. Fondamenti ed etica biomedica, Editrice Vita e Pensiero, Milano 2007
- La bioetica nel quotidiano, Editrice Vita e Pensiero, Milano 2006
- The human embryo before implantation. Scientific aspects and bioethical considerations, Laffitte Jean, Libreria Editrice Vaticana, 2009
“La parabola del seminatore (Mt 13) – come scrive il giornale cattolico Avvenire – si presenta come una buona chiave di lettura della sua vita, raccolta proprio in questi giorni nel volume autobiografico «Contro vento. Una vita per la bioetica» (Effatà Editrice, pp. 200, € 14), pubblicata da pochi mesi. A proposito della parabola, più volte citata, Sgreccia sottolinea «la presenza di un particolare che spesso sfugge ai commentatori: la condizione di tutto è che il seminatore apra bene le mani quando semina e torni a casa con le mani vuote». Il vero seminatore «torna a casa la sera con le mani vuote perché ha donato tutto ciò che aveva, senza trattenere». Leggendo il libro si comprende che l’esplicito invito a seminare a braccia distese e mani aperte rivolto agli uomini e alle donne del nostro tempo Sgreccia lo ha rivolto anzitutto e a se stesso.
Nei diciassette capitoli che compongono l’autobiografia il cardinale ripercorre le tappe fondamentali della sua lunga vita: dall’infanzia nella campagna marchigiana (era nato a Nidastore, frazione di Arcevia) all’ordinazione sacerdotale nel 1952, dalla laurea in Lettere alla guida del seminario regionale di Fano, sino alla chiamata, nel 1973, a Roma, alla Facoltà di Medicina e Chirurgia «Agostino Gemelli» dell’Università Cattolica in qualità di assistente spirituale. È qui, negli anni della contestazione studentesca e degli accesi dibattiti sull’aborto, che Sgreccia, già impegnato nella rivista «Medicina e Morale», si dedica con passione alla fondazione di un Centro studi sulla famiglia.
E quando, dopo la nascita della prima bimba in provetta, il Consiglio d’Europa costituisce il primo «Comitato ad hoc di esperti sui problemi etici e giuridici della genetica umana» Sgreccia – scrive sempre Avvenire – segue i lavori a nome della Santa Sede. Nei primi anni Ottanta, epoca nella quale non vi è alcuna facoltà in Europa che prepari i bioeticisti, inizia a insegnare bioetica tenendo una serie di seminari, sempre presso la Cattolica di Roma. Nel 1984, lavorando giorno e notte durante le vacanze estive, compone il celeberrimo «Manuale di Bioetica», un’opera che ha formato centinaia di bioeticisti in Italia e nel mondo (è stata tradotta in una ventina di lingue).
“Schieratosi «per il personalismo di Paolo VI, del Concilio Vaticano II, di Maritain, di Mounier e di una serie di altri autori», rammentando le riflessioni di quell’estate, scrive: «Mi pronunciai per una fondazione metafisica dell’etica secondo cui l’uomo è uomo dal primo momento in cui si costituisce l’esistenza, e cioè dal concepimento: da quel momento in poi quello che verrà fuori sarà uomo e non avrà altro destino che l’uomo; da quel momento lì è uomo in tutto il suo valore. Quello che conta non è il fare, non è l’avere (inteso anche come avere le facoltà intellettive, fisiche, ecc.) ma l’esserci, perché tutto il resto presuppone l’esserci, sono sviluppi successivi. Da qui formulai la fondazione filosofica che stavo cercando e che inserii nel Manuale: il personalismo ontologicamente fondato. Tutto quello che andavo dicendo e tutto quello che scrissi nel Manuale prendeva origine da questo presupposto filosofico».
“Alla Cattolica si decide di istituire la cattedra di bioetica: è la prima, in Italia, e Sgreccia è il docente. Nel 1993 viene ordinato vescovo da Giovanni Paolo II il quale lo nomina segretario del Pontificio Consiglio per la Famiglia e, successivamente, vicepresidente della neonata Accademia per la Vita (di cui è stato presidente emerito sino alla morte).
“Sgreccia, che nel 1994 fu tra gli organizzatori del primo Meeting internazionale delle famiglie, continua a insegnare, scrive saggi e articoli, tiene conferenze e corsi ovunque nel mondo. Nel 2010 viene colpito da un infarto. Non si ferma: crea la Fondazione «Ut vitam habeant» (era il suo motto episcopale) e, con l’Associazione Donum Vitae, si dedica alla promozione della «pastorale della vita», tema che gli stava particolarmente a cuore.
“Nel restituire il cammino di una vita e di una vocazione, la sua autobiografia racconta anche le trasformazioni del costume avvenute negli ultimi decenni in Italia e il generoso impegno della Chiesa a favore della vita. Sgreccia, nel delineare le molteplici sfide che oggi attendono la bioetica, invitava a seminare a mani larghe e si dice convinto che, «quando sorge un ostacolo, un problema al cammino dell’uomo, non ci si deve arrestare né nascondersi, né piegarsi agli eventi, ma opporre e dispiegare la vela alla ricerca di un approdo più valido, per una soluzione umanamente più piena e più alta di valore».
“Ci lascia – scrive Avvenire – un padre e un maestro, resta un gran numero di figli della sua anima e del suo pensiero, che si sono visti aprire la strada dell’impegno sui diversi fronti della bioetica dalla sua passione contagiosa per «dare frutto», perché «il vostro frutto rimanga».
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