CULTURASENIGALLIA

Senigallia Città della fotografia da 3 mesi è senza il direttore del Musinf

 

 

SENIGALLIA – “A volte pensare in grande, parlare di cose grandi, credere che tutto il bello sia grande, è proprio una mezza verità. Questa riflessione – ci scrive Il Monco – me l’ha fatta fare questa mattina il mio amico piccione senigalliese.

“Ricordate il piccione autoctono che ha perso casa tempo fa perché gli hanno abbattuto un centenario pino tra le cui fronde abitava? Ma sì che lo ricordate, un fattaccio di tale gravità non si dimentica facilmente, anzi speriamo che lo ricorderete tutti voi, cittadini senigalliesi, almeno fino all’aprile del prossimo anno (elezioni).

“Ma nel frattempo il mio amico volatile si è di nuovo appoggiato sulla mia testa coronata e ha cominciato a lamentarsi per come vanno le cose nella sua città. Mi appella con un: “ma come è possibile che a Ripe c’è già il nuovo direttore del Museo di Nori dé Nobili, il professore Stefano Schiavoni, che ha preso il posto del compianto professor Carlo Emanuele Bugatti, creatore e direttore di tale struttura?

“E a Senigallia stiamo ricordando il terzo mese (3 giugno) senza il direttore del Museo Comunale d’Arte Moderna e della Fotografia, e del nuovo direttore ancora non se ne parla? Anzi sembra quasi che stia passando il tempo in misura tale da far dimenticare l’esistenza di un Museo della Fotografia nella città della Fotografia.

“Credo di non sbagliare se tento di rincuorare il mio amico piccione ricordandogli che forse per i senigalliesi non c’è nessuna necessità di avere un Museo della Fotografia funzionante. Gli ho rammentato che gli uomini se non hanno cultura disprezzano la cultura, se ne hanno di propria cercano di distruggere quella degli altri.

“La storia quante volte ci ha tramandato, attraverso pagine e pagine di letteratura, che anche se vi sono persone giuste ad amministrare il bene comune, non sempre riescono ad operare coerentemente bene, non tanto per propria incapacità, quanto per i condizionamenti che ricevono dall’esterno e che, questo sì che è colpa, inconsapevolmente o distrattamente accettano.

“Le mie parole non hanno però convinto il mio interlocutore che tra un paio di glu-glu ed un battito d’ali ha spiccato il volo e mi ha lasciato solo a riflettere. Non ha tutti i torti a lamentarsi, sono passati già tre mesi ed il Museo sembra sempre più abbandonato, sempre più chiuso, ma io non dispero come il mio amico piccione, e resto convinto che il bene avrà comunque ragione sul male … prima o poi?”

 

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