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Una storia ultrasecolare per la Banda musicale Città di Ostra dedicata all’ex sindaco Ovidio Bartoletti

Una storia ultrasecolare per la Banda musicale Città di Ostra dedicata all’ex sindaco Ovidio Bartoletti

di GIANCARLO BARCHIESI

OSTRA – La Banda Musicale Città di Ostra ha una sua storia ultra secolare, intercalata da varie rifondazioni.

Nasce ufficialmente il 24 gennaio 1846 come Società filarmonica bodiese, ma di fatto si era costituitasi qualche anno prima. La richiesta per il riconoscimento ufficiale venne caldeggiata dal gonfaloniere, oggi diremmo dal sindaco, Claudio Menchetti, e dal N.H. Orazio Sebastiano Antonini, che, animati dalle aspettative popolare, chiesero al Segretario di Stato tramite il Delegato Apostolico di Ancona il riconoscimento ufficiale che, una volta ottenuto, venne ufficializzato dal Prefetto della Sacra Congregazio­ne per gli affari di Stato con la firma del decreto di approvazione sia dello Statuto che del Regolamento della nuova Società Filarmonica di Bodiese.

Da allora molte “note musicali” hanno accompagnato gli avvenimenti più importanti di Ostra e della provincia. Ricordiamo, ad esempio, il primo impegno di rilievo dell’allora Montalboddo, quando la “Società Bandistica”, diretta dal maestro Erasmo Mancini (1814 – 1895), partecipò nel luglio del 1846 alle feste solenni in San Francesco per l’elezione del pontefice Pio IX (16 giugno) e nel 1857 quando lo stesso Papa tornò nella sua Senigallia.  Con l’unità d’Italia anche la nostra Banda fu chiamata ad uniformarsi alle nuove regie disposizioni governative, dotandosi di un nuovo regolamento. Venne ricostituita nel rispetto della legislazione post-unitaria e approvata dalle autorità del tempo con tanto di visto della Regia Autorità Provinciale il 12 agosto 1864.

Per l’occasione, nuovi strumenti e nuovo Maestro di banda: Augusto Montanari (5/8/1838 – 26/10/1919) che guido la filarmonica dal 1865 al 1910. Rinnovati anche il suo di organigramma, con una nuova divisa in panno negro, venne invitata a solennizzare in Ancona il corteo reale degli Augusti Sovrani, re Umberto e regina Margherita, in visita al capoluogo mar­chigiano il 12 novembre 1878, “Quando il Re, la Regina e il Principino scesero dal treno portandosi da­vanti alla stazione, i Filarmonici di Montalboddo intonarono con maestria la famosa Marcia Reale; quindi si posero in assetto di parata precedendo la carrozza reale fino al palazzo del Comune, suonando marce brillanti. Ai lati di via Nazionale una folla immensa acclamava i Sovrani, che dal­la vettura scoperta rispondevano al saluto degli anconetani. Durante il soggiorno di Umberto e Margherita la Banda eseguì un qualificato pro­gramma musicale, guadagnandosi l’attenzione e l’apprezzamento di Sua Maestà il Re”.

Altri successi la Filarmonica li riscosse a Senigallia, dove venne chiamata per pre­stare servizio per tutta la stagione di Fiera e Bagni dal 15 luglio al 28 ago­sto 1882.  Alcune difficoltà finanziare spinsero a rifare nel 1885 lo Statuto. Nel 1910 venne nominato un nuovo M° Ferruccio Malpici che guidò la Banda sino alla sua morte nel 1931.In questo periodo c’è da ricordare la sospensione del sodalizio a causa del primo conflitto mondiale sino alla nuova ricostituzione nel 1924. Negli anni del fascismo e dopo il 1931 ebbe una nuova denominazione: “Banda del dopolavoro” (o “Banda degli Avanguardisti”) per l’unione al circolo ricreativo dell’attuale via A. Gramsci (qui vedi Società di Mutuo Soccorso). La banda restò attiva sino al 1935, ma dal 1926 era nata la “Banda dei Balilla”, organizzata con il proposito di insegnare musica ai ragazzi dallo stesso M° Malpici. Anche queste ebbe breve durata e si concluse come l’altra nel 1935. Per l’intero arco del “ventennio” fascista, l’unica Banda musicale che continuò a funzionare e prosperare, dal 1924 fino all’inizio del secondo conflitto mondiale, fu quella istituita da Don Antonio Morganti, fondatore e Direttore dell’Opera Nazionale dei Cooperatori del Sacro Cuore di Gesù. La brillante formazione musicale aveva sede presso l’Istituto “Sacro Cuore”; ne furono alla guida il M° Tobia Montalbini ed altri valenti direttori. Dopo la fine del secondo conflitto bellico la rinascita della nostra Banda. Ancora una volta un nuovo Statuto e il complesso assunse la denominazione di Banda musicale “Città di Ostra”. Al M° Giuseppe Sabbatini della rinascita, si susseguirono i M°: Vincenzo Casci Ceccacci;  Mauro Porfiri  e l’attuale Gabriele Buschi da allora la Banda ha riacceso il fervore degli Ostrensi  verso la musica e il piacere di  ritrovarsi insieme.

Dal 1999 ha assunto la denominazione di Banda Città di Ostra Ovidio Bartoletti in ricordo del maestro di scuola elementare e sindaco di Ostra che tanto si adoperato per il rilancio del sodalizio. Oggi come nel passato tiene concerti, partecipa a cerimonie religiose e politiche del Comune. La voglia di crescere e migliorarsi non è mai venuta meno. Molta cura è rivolta ai ragazzi che hanno formato un new banda e fanno bene sperare per il futuro. Molti sono stati gli avvenimenti “in nota” di Ostra. Sono stati raccontati da Ovidio Bartoletti (1925-1998) in un’elegante libro sulla Banda di Ostra a cui anche noi abbiamo attinto queste brevi note.

 

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