La cooperativa La Terra e il Cielo ha presentato a Senigallia la nuova pasta prodotta con 700 grani duri antichi
La cooperativa La Terra e il Cielo ha presentato a Senigallia la nuova pasta prodotta con 700 grani duri antichi
Agricoltura e cibo intelligente, il professor Franco Berrino: “Abbiamo il potere di influenzare e scegliere cosa mangiare”
SENIGALLIA – Agricoltura e cibo biologico per la salute della persona e dell’ambiente. Più di 230 persone hanno partecipato all’incontro “Agricoltura, cibo e salute”, organizzato dalla cooperativa agricola La Terra e il Cielo alla chiesa dei Cancelli di Senigallia in collaborazione con il Comune di Senigallia. Un pomeriggio per confrontarsi su come tutelare la propria persona mangiando cibo buono e nutriente insieme ad uno stile di vita sano.
“Come eravamo, siamo. Curiamo, dal 1980, la filiera del cibo, dalla semina del grano alla tavola, per portare al consumatore il prodotto finale – ha detto Bruno Sebastianelli, presidente de’ La Terra e il Cielo -, facciamo biologico a 360 gradi, quello che definiamo biologico etico, che garantisce qualità insieme al giusto prezzo agli agricoltori e a chi acquista”.
Con questa iniziativa, che ha visto i saluti del sindaco di Senigallia, Maurizio Mangialardi, moderata da Franco Arminio, poeta e paesologo, in cui è stata presentata la pasta “Strozzapreti 700 grani”, la prima prodotta con la farina dei grani da popolazioni evolutive coltivati nelle Marche, “chiudiamo il cerchio – ha aggiunto Sebastianelli -, con questo prodotto che è nato dalla ricerca del professor Salvatore Ceccareli e dell’agronoma Stefania Grando con cui abbiamo iniziato, quattro anni fa, la riproduzione del miscuglio evolutivo di questi grani, che ribalta la concezione dell’agricoltura convenzionale di un’unica varietà nelle coltivazioni. Abbiamo così ottenuto un prodotto nutriente, digeribile ad alto contenuto proteico che raccoglie i principi nutritivi di ogni campo su cui viene coltivato, senza omologazione”.
E’ un’idea, ha spiegato Salvatore Ceccarelli, agronomo genetista, che “ci è venuta nel 2008 in Siria, dove abbiamo lavorato vent’anni, decidendo di mettere a disposizione degli agricoltori una maggiore biodiversità di grani da coltivare. Una di queste produzioni nasceva proprio dal miscuglio di 700 grani che è stato possibile portare in Italia attraverso l’Associazione italiana agricoltura biologica nel 2010 dove è stato poi possibile iniziare a pastificarla”. Da queste tipologie di ricerca, ha detto Stefania Grando, agronoma, “nasce il cibo intelligente che è tale perché è buono per la salute delle persone ma anche per la salvaguardia e la tutela dell’ambiente”.
Salute, ha spiegato il professor Franco Berrino, epidemiologo, che può essere mantenuta con poche e semplici regole. “Su uno dei cartelli dei giovani che hanno manifestato per l’ambiente, c’era scritto che il pianeta va a rotoli e nessuno fa niente. Ma quel nessuno siamo noi e abbiamo il potere di scegliere e influenzare quello che compriamo e mangiamo”. Per cambiare e prevenire le malattie, “dobbiamo tornare in cucina ed evitare di mangiare qualunque cosa. Mangiamo cereali integrali, legumi, verdure, frutta, noci, nocciole e mandorle, evitando assolutamente le bevande gassate e diminuendo gli zuccheri – ha detto Berrino -, evitare carni rosse e lavorate cercando di mantenersi snelli. Questo comportamento aiuta la nostra salute ma anche l’ambiente visto che il principale fattore di aumento dei gas serra è dovuto agli allevamenti animali. Cambiare alimentazione significa una trasformazione radicale che incide sul principale fattore di degrado ambientale”.
Un impegno, per l’agricoltura di qualità, come quella biologica, sostenuto dalla Regione Marche, che già nel 1990 ha approvato una specifica legge, prima dei regolamenti comunitari per la materia. “Come Regione abbiamo investito 110 milioni di euro per incentivare e mantenere questa agricoltura – ha detto la vicepresidente Anna Casini, assessore regionale all’Agricoltura – perché pensiamo che l’ambiente possa essere salvaguardato, insieme alla salute, solo incentivando delle azioni virtuose come il biologico. Quindi, coltivare senza inquinanti e produrre buon cibo”.
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