Andrea Bomprezzi: “L’Unione Le terre della Marca Senone necessaria e strategica per il futuro di Arcevia”
Andrea Bomprezzi: “L’Unione Le terre della Marca Senone necessaria e strategica per il futuro di Arcevia”
di ANDREA BOMPREZZI*
ARCEVIA – Se la nostra città ha scelto insieme ad altri 6 comuni (Barbara, Ostra, Ostra Vetere, Senigallia, Serra De’ Conti, Trecastelli) di condividere un percorso di associazionismo serio e rigoroso, che è sfociato nell’Unione dei Comuni, non è né per spendere di più (nessun amministratore prende un centesimo in più della sua indennità di sindaco), né per creare nuovi carrozzoni (l’Unione sostituirà infatti il Cogesco, che andrà messo in liquidazione) ma è per permettere da un lato di ottimizzare e far fruttare le poche risorse umane e finanziare a disposizione degli enti locali, dimezzate dalle politiche statali degli ultimi 20 anni, e dall’altro per affrontare con strumenti efficaci nuovi le future sfide che attendono il nostro territorio.
Non si può valutare pienamente la correttezza di una scelta strategica quale quella della partecipazione del Comune di Arcevia ad una Unione di Comuni di Ambito Territoriale se non si comprende lo scenario amministrativo e finanziario in cui Arcevia ed i Comuni Italiani si sono trovati ad operare: dal 2010 al 2018 il Comune ha visto uscire per pensionamenti ben 19 dipendenti. Ad oggi il Comune ha 32 dipendenti di Ruolo ma secondo il vigente Decreto del Ministero dell’Economia e Finanze che emana periodicamente il rapporto medio dipendenti/popolazione (non tengono conto della vastità del territorio comunale), i lavoratori non dovrebbero essere più di 30.
Questa è la conseguenza degli anni passati con il turn-over di legge bloccato al 25% e questo ha comportato che le uniche assunzioni giuridicamente possibili per Arcevia sono state effettuate nel 2017 e 2018, per un totale di 5 unità.
Tutto questo è avvenuto in un quadro generale di continui tagli dei trasferimenti statali e di diminuzione delle entrate, con un bilancio difficile da far quadrare che è riuscito a garantire i servizi pubblici essenziali, vitali per un territorio di così vaste dimensioni, pur mantenendo un livello di tassazione dignitoso e sopportabile.
L’altra cosa che sono stati costretti a fare i comuni in questi anni è quella di convenzionarsi con altri per gestire insieme i servizi e le funzioni: Arcevia ha già gestioni associate per il segretario comunale, l’ufficio urbanistica, la polizia municipale e l’ufficio ragioneria.
E quindi secondo l’opposizione la colpa per non riuscire a mantenere i servizi dei cittadini nel nostro comune sarebbe dell’Unione? Non scherziamo. Chi è contro l’Unione ha una visione miope e superficiale, e vuole la morte del nostro comune. Se si continua a subire passivamente le norme e le restrizioni dello Stato andremo incontro a due fenomeni: non avere più funzionari di qualità e la continua riduzione del personale fino alla chiusura di uffici e alla esternalizzazione dei buoni servizi che abbiamo.
Parliamoci chiaro, c’era bisogno di scelte radicali e coraggiose non più rinviabili: la creazione di un’Unione a cui conferire alcuni servizi nell’ottica della salvaguardia dei servizi pubblici. Per ora le funzioni conferite riguardanti il comune di Arcevia sono i servizi sociali, lo sportello unico delle attività produttive e la Ragioneria e tributi insieme a Serra De’ Conti e Ostra Vetere.
Non è un salto nel buio: ciò che ci ha incoraggiato nella scelta è stata un’esperienza positiva nell’associazionismo vallivo, che ci ha fatto comprendere le potenzialità dello stare insieme: aver svolto per tre anni, attraverso l’ufficio comune, i servizi sociali insieme, ci ha permesso di dare prestazioni uniformi e a pari costo a tutti i cittadini della valle, e in più siamo riusciti a trovare attraverso progettazioni più di 6 milioni di euro di finanziamenti, che non avremmo mai potuto ottenere come singoli comuni. Per esempio, nel redigendo bilancio dell’Unione ci saranno 50 mila euro di trasferimenti su Arcevia con i Fondi delle Aree Interne su progettualità appunto costruite dall’Ufficio Unico, altrimenti non realizzabili con gli uffici interni dell’Ente.
Per quanto riguarda i servizi finanziari, con il conferimento all’Unione si garantiranno al Comune gli stessi servizi interni con risparmi di spesa rispetto alla situazione attuale. La spesa per il Responsabile Apicale, infatti, verrà non più divisa con il solo Comune di Serra De’ Conti, ma anche con il Comune di Ostra Vetere. Inoltre la creazione di un ufficio unico a Serra De’ Conti, non significa che non rimanga ad Arcevia uno sportello al servizio dei cittadini, come è già successo peraltro con i servizi sociali. I servizi conferiti all’Unione manterranno sempre un ufficio comunale periferico.
Arcevia ha avuto un ruolo fondamentale in questo progetto di aggregazione tra Senigallia e i comuni dell’entroterra. Tutti i sindaci sono consapevoli che da soli non si riesce ad andare avanti, sia per i vincoli legati alla spesa in generale, in particolare per l’assunzione del personale e dei mutui, sia per il calo costante dei trasferimenti e delle entrate tributarie.
Visto il ruolo depotenziato delle province, non essendoci più enti intermedi, sarà decisivo presentarsi ai tavoli di confronto regionali attraverso l’Unione (si pensi alla viabilità, alla sanità, alla banda ultralarga) più importante per consistenza economica, territoriale e di popolazione della Regione Marche. Si tratta di una sfida difficile, non lo nascondo, con alcune incognite, ma è anche una sfida strategica entusiasmante per il futuro del nostro territorio, per progettare nuove modalità di servizi, e nuove politiche di tutela ambientale, di valorizzazione turistica e culturale.
L’Unione ha di bello che ogni comune mantiene la propria identità e specificità ma è costretto nel contempo ad abbandonare campanilismi e chiusure. Starà a noi e a chi verrà dopo di noi far sì che questa sfida si vinca, insieme a tutti i soggetti rappresentativi del territorio, dalle associazioni di categoria ai sindacati, che hanno visto di buon occhio la nascita di questo nuovo ente, ai cittadini. Fondamentale sarà il ruolo del personale dipendente dei comuni passato all’Unione, che attraverso flessibilità e aggiornamento può diventare elemento propulsivo e non di freno. Non è questo il tempo dell’isolamento, della paura e dell’immobilismo, come vorrebbe la minoranza consiliare, ma è il tempo dell’innovazione, del coraggio e della speranza.
*Sindaco di Arcevia
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