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Ospedale di Pergola, Antonio Baldelli alla Regione: “Dateci i servizi o sarà l’ennesimo inganno pre-elettorale”

Ospedale di Pergola, Antonio Baldelli alla Regione: “Dateci i servizi o sarà l’ennesimo inganno pre-elettorale”

PERGOLA – “Abbiamo già assistito nel 2017 – spiega il capogruppo di Pergola nel Cuore Antonio Baldelli – alla farsa di Ceriscioli e compagni con la promessa di potenziamento della chirurgia dell’ospedale di Pergola, nella realtà completamente azzerata. Oggi, a 4 mesi dalle elezioni comunali, a 1 anno da quelle regionali, la Regione, che ha smantellato l’ospedale di Pergola e lo ha addirittura cancellato unificandolo a quello di Urbino, promette per Pergola lo status di ospedale in area disagiata, in subordine in area particolarmente disagiata.

“Il destino nefasto disegnato dalla Regione per l’ospedale di Pergola sta proprio nell’espressione area particolarmente disagiata, subdolamente inserita dalla giunta Ceriscioli nel documento del 28 gennaio. La dizione si riferisce infatti a una norma del decreto 70 del 2015 che prevede, per gli ospedali in area particolarmente disagiata, la chiusura della chirurgia a ciclo continuo, sostituita dalla chirurgia in day surgery, ossia dalla chirurgia del giorno (detta anche “del foruncolo”), dove il paziente è ricoverato, operato e dimesso nello stesso giorno e solo per piccolissime patologie. Chiuderà anche la radiologia sostituita dall’invio delle immagini radiologiche all’ospedale più vicino.

“Insomma, se il Pd e la giunta regionale riusciranno nel loro inganno, trasformeranno l’ospedale di Pergola in cronicario, tutto ciò tra gli applausi del Pd-Pergolaunita.

“Ma se il Pd vuol dimostrare che il suo non è l’ennesimo inganno, potrà attivare i servizi per gli ospedali in area disagiata previsti dal decreto 70 e non applicare la deleteria normativa per le aree particolarmente disagiate. Chiediamo alla regione dunque l’attivazione, entro febbraio, del Pronto soccorso, della chirurgia a ciclo continuo, con attività H24, dell’anestesia, ortopedia, radiologia, laboratorio analisi, emoteca, nonché dei posti letto di osservazione breve intensiva, quei posti letto donati dai pergolesi ma che la regione ha smontato e destinato ad altro servizio col plauso della minoranza. Se tali servizi non saranno attivati avremo la conferma che la Giunta regionale ha messo in atto l’ennesima farsa in vista delle prossime elezioni comunali.

“Da colloqui con alcuni operatori sanitari è emerso informalmente che le sorti dell’ospedale di Pergola sono segnate, perché la giunta regionale non attiverà mai i servizi di area disagiata. Dal Pd dunque solo fumo negli occhi, tanto che la regione ha già preparato, col pretesto di lavori di manutenzione dell’ospedale, la chiusura della chirurgia che, come paventato dagli stessi operatori sanitari, non riaprirà; della cucina ospedaliera e della camera mortuaria per affidare i relativi servizi all’esterno; è stato addirittura ipotizzato l’abbattimento dei locali destinati a cappella religiosa (nemmeno i barbari). Chiudendo la chirurgia, l’ospedale di Pergola non avrà più i volumi minimi di interventi previsti dalla legge e la regione avrà così gettato i presupposti per la chiusura dell’ospedale. Gli amministratori regionali infatti sanno bene che, senza i numeri di legge, l’ospedale di Pergola è destinato alla riconversione.

“Riconversione causata dallo smantellamento della chirurgia e di altri servizi poiché, quando il governo centrale, acquisirà i dati della struttura ospedaliera questa non avrà raggiunto gli standard minimi di legge.

“Ceriscioli, Minardi e i loro referenti locali, autori del gioco delle tre carte, sappiano che l’Amministrazione comunale di Pergola non arretrerà d’un passo e proseguirà la sua battaglia in difesa dell’Ospedale di Pergola – conclude Antonio Baldelli -, fin quando Pergola non vedrà attivati i servizi previsti dal decreto 70 per gli ospedali in area disagiata e il nosocomio pergolese non sarà inserito in una vera rete ospedaliera, che organizzi in modo serio i flussi dei pazienti e i servizi ospedalieri, dalla rete della emergenza-urgenza fino alla programmazione della chirurgia, oggi di fatto cancellata”.

 

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