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Si conclude sabato e domenica a Chiaravalle VisionArea con uno spettacolo su Maria Montessori

Si conclude sabato e domenica a Chiaravalle VisionArea con uno spettacolo su Maria Montessori

Si conclude sabato e domenica a Chiaravalle VisionArea con uno spettacolo su Maria Montessoridi FABRIZIO ILACQUA

CHIARAVALLE – Si chiude, contestualmente anche alla stagione Amat, il quarto anno del Progetto VisionArea. Il comune di Chiaravalle e il Teatro Popolare presentano, per sabato 5 e domenica 6 maggio, alle ore 21 “Maria Montessori o la scoperta del bambino”, un progetto ideato e diretto da Gianfranco Pedullà in collaborazione con Gabriele Bonafoni, Rosanna Gentili e Marco Natalucci. Lo spettacolo è patrocinato dalla locale amministrazione, la fondazione Chiaravalle Montessori e l’Associazione Nazionale Case della memoria.

“Io, mia madre, l’ho conosciuta solo nel 1913, avevo 15 anni… Sono nato il 31 marzo 1898 quando lei aveva 28 anni ed era già una donna particolare, una donna famosa”. “Così comincia il testo che ho scritto: in esso –sottolinea Gianfranco Pedullà- si presenta subito la figura di Mario, figlio di Maria Montessori, nato da una relazione extraconiugale. Dopo alcuni anni di separazione i due si riuniranno in uno stretto connubio di vita e di lavoro. Questo importante elemento biografico è stato scelto come filo conduttore dello spettacolo, che giunge a conclusione del progetto teatrale VisionArea 2017-18. Parleremo teatralmente di Maria Montessori e, attraverso alcuni passaggi fondamentali delle sua eccezionale biografia, tenteremo di evidenziare i nodi salienti della sua ricerca scientifica, pedagogica, umana: la nascita a Chiaravalle, il trasferimento a Roma, gli studi di medicina, la scoperta dell’infanzia, la creazione di un metodo educativo rivoluzionario, i libri di successo, il ricongiungimento con il figlio, i viaggi in tutto il mondo, i contrasti con il potere politico, il continuo maturare delle proprie idee e ricerche, il ritorno a Chiaravalle, la morte. Il percorso laboratoriale – ha continuato il regista e storico del teatro- è stato misto fra acquisizione di tecniche teatrali e scambio di informazioni su questa figura tanto importante quanto, forse, poco conosciuta dal grande pubblico. In questo senso noi stessi abbiamo fatto un percorso di conoscenza. Si tratta di uno spettacolo dalla evidente dimensione corale – data la sua origine da un laboratorio produttivo rivolto soprattutto ai giovani – ma capace di mostrare un’ulteriore crescita professionale del gruppo sul piano del linguaggio teatrale. La rappresentazione, inoltre, conta sulla grande esperienza recitativa di Rosanna Gentili e sulla preziosa consulenza di Marco Natalucci e Gabriele Bonafoni. Di grande importanza è poi la collaborazione musicale di Jonathan Faralli, compositore e percussionista di fama europea, già creatore delle musiche delle mie principali opere teatrali. Abbiamo cercato di raccontare il senso di una ricerca pedagogica molto diffusa in tutto il mondo ma anche di una vicenda umana molto singolare, con l’obiettivo di gettare qualche luce sugli elementi di modernità e contemporaneità di Maria Montessori, pensando anche –ha concluso Pedullà- al segno profondo da lei lasciato in campo etico e giuridico a favore dei bambini e delle donne”.

Sul palco: Cinzia Caimmi, Valeria Cupis, Roberta Della Bella, Joele Ferri, Lara Giancarli, Elisa Giulietti, Ilaria Lucaroni, Roberta Marchetti, Rachele Medici, Ruggero Novembre, Patrizia Parasecoli, Sara Petrini, Francesco Pierini, Jacopo Pietroni, Silvia Rettaroli, Beatrice Rondini, Samuele Sgroi, Kejsiana Tafani con la partecipazione di Rosanna Gentili. Le musiche originali sono di Jonathan Faralli in collaborazione con il coro di voci bianche dell’Istituto Superiore di Studi Musicali “Pietro Mascagni” di Livorno diretto dalla prof.ssa Edy Bodecchi.

“Fin dall’inizio del nostro mandato, giunto ormai quasi al termine, -ha tenuto a sottolineare l’assessore Francesco Favi- ci siamo fortemente impegnati perché –sulla scia di quello che tra il 1995 e il 2001 fu il Centro di Educazione Teatrale– a Chiaravalle tornasse un laboratorio sull’arte dell’attore, capace di intrecciare formazione e produzione teatrale. È nato così VisionArea, il cui titolo deriva dalla centralità dell’occhio e della vista nella drammaturgia di oggi e di sempre, ma allude anche a quella visionarietà che paradossalmente Fellini considerava l’unica vera forma di realismo. E da subito Gianfranco Pedullà è stato il direttore artistico di questo progetto, il coordinatore del laboratorio formativo (che ha attirato nel complesso una trentina di iscritti) e il regista degli spettacoli conclusivi di ogni anno: L’ultimo soldatino pasoliniano (2015), dedicato al poeta chiaravallese Massimo Ferretti e al suo rapporto epistolare ed esistenziale con Pier Paolo Pasolini; la brechtiana Santa Giovanna dei Macelli (2016), che ha visto interagire sul palcoscenico i professionisti del Teatro Popolare d’Arte e gli iscritti a VisionArea; La fabula di Falstaff (2017), sospesa tra l’archetipo shakespeariano e la rilettura di Verdi e Boito; e ora, quasi a chiudere un cerchio avviato con l’omaggio a Ferretti, la dedica teatrale alla figlia più illustre di Chiaravalle nonché protagonista assoluta dello scenario pedagogico, scientifico e filosofico mondiale. A nome dei chiaravallesi, ringrazio di cuore Gianfranco Pedullà, i suoi collaboratori del Teatro Popolare d’Arte e tutti gli attori di VisionArea sia per la straordinaria qualità del percorso educativo e artistico che hanno portato avanti in questi anni, sia perché, rispondendo ad un desiderio che nutrivo da tempo, -ha concluso Favi- hanno scelto per quest’ultimo spettacolo di raccontare il senso della ricerca esistenziale e culturale di Maria Montessori, sempre tesa all’educazione verso la libertà”.

 

 

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