Mangialardi: “Una originale politica urbanistica ha trasformato Senigallia”
Mangialardi: “Una originale politica urbanistica ha trasformato Senigallia”
di MAURIZIO MANGIALARDI*
SENIGALLIA – Ormai da qualche settimana, passando per via La Marmora è possibile ammirare il recupero, giunto ormai al termine, del palazzo che ospitava fino a poco tempo fa la sede della Cgil. Si tratta di uno dei tanti interventi realizzati nel corso degli ultimi dieci anni per riqualificare, ridisegnare e riscoprire la bellezza del nostro centro antico e rilanciarne la residenzialità. Un intervento che si inserisce in quell’originale politica urbanistica voluta fortemente dall’Amministrazione comunale per trasformare Senigallia e farne un modello di accoglienza, un museo a cielo aperto e un contenitore capace di attrarre eventi culturali internazionali di assoluto prestigio.
Una politica che ha richiesto la dotazione di strumenti adeguati, come il Piano del Centro Antico e il Piano strutturale di Conservazione e Valorizzazione del Sistema delle Mura, ma soprattutto princìpi chiari, come la scelta di rigenerare e riqualificare evitando consumo di nuovo solo, investire nel recupero filologico degli stili architettonici e nella storicizzazione degli interventi, favorire la condivisione delle proposte con proprietari privati, associazioni e professionisti.
Il risultato è sotto gli occhi di tutti: ciascun progetto realizzato non ha mai rappresentato uno spot, ma è stato sempre considerato parte integrante di una visione pensata e di ampio respiro, fatta di lavoro quotidiano attento e minuzioso, dove rilanciare un quartiere, ritrovare un angolo di città, sottrarre al degrado una via, sono stati tasselli di un unico, sorprendente e affascinante puzzle. Ecco perché oggi possiamo dire che il valore intrinseco di ogni intervento portato a termine non cambia, sia che parliamo del recupero o del restauro di qualche immobile o di progetti di più ampio respiro come quelli in via Carducci, piazza Garibaldi e all’ex Arena Italia.
Per capire meglio, prendiamo come esempio gli ultimi due citati: piazza Garibaldi e l’ex Arena Italia. Il primo ha permesso di riscoprire la magnificenza monumentale di un luogo pubblico unico e suggestivo e di dare una nuova fisionomia urbana alla città, grazie all’allargamento del centro storico e alla valorizzazione dei suoi percorsi interni, armonizzando la “piazza ritrovata” con quanto già realizzato negli anni precedenti al Foro Annonario, piazza Manni, piazza del Duca e piazza Saffi. Il secondo, peraltro già in passato oggetto di tensioni da parte di chi non riusciva a leggere il disegno nel suo insieme, è oggi un’area ormai pronta a rinascere e rappresenta la tessera mancante di una riqualificazione che ha riguardato l’intero rione Porto, una parte di città completamente trasformata da zona densa di traffico veicolare e assillata da problemi di degrado e difficile integrazione a spazio di incontro, aggregazione e insediamento di prestigiose attività commerciali. Con al stessa ottica sono stati pensati altri due interventi ormai prossimi all’avvio: quello in prossimità della curva della Penna e viale Leopardi e quello all’ex Molino Tarsi e via Baroccio.
Ma va anche rilevato che governando questo processo, fondato su idee forti, il rispetto delle regole e la comunione di intenti tra indirizzo politico e gestione tecnica, siamo riusciti, forse fatto ancora più importante, a creare una nuova cultura urbanistica, ispirando una miriade di interventi di riqualificazione e messa in sicurezza di edifici privati che hanno concorso a costruire quell’immagine di città europea, con una sua forte identità, che oggi tanti ci invidiano. Un risultato, si badi bene, non scontato, soprattutto se si considera che l’attuazione della nostra pianificazione ha coinciso con l’esplosione della crisi, che non è stata solo economica, occupazionale ed edilizia, ma è stata anche culturale appunto, e ha rischiato di minare le certezze e sottrarre il coraggio necessario a raggiungere gli obiettivi prefissati.
Ovviamente non ci culliamo sugli allori, sappiamo che c’è ancora tanto da fare per rispondere alle esigenze di cittadini e imprese. Ma sappiamo che questi dieci anni sono stati una palestra fondamentale e che quanto realizzato costituisce anche un bagaglio di esperienza e competenze con cui affrontare le sfide future.
*Sindaco di Senigallia
Ag – RIPRODUZIONE RISERVATA - www.laltrogiornale.it