“Ma il Consiglio comunale di Senigallia serve veramente?”
“Ma il Consiglio comunale di Senigallia serve veramente?”
Presa di posizione molto critica della Lista civica Senigallia Bene Comune dopo quanto si è verificato nell’ultima seduta
SENIGALLIA – Dalla Lista civica Senigallia Bene Comune riceviamo: “A cosa serve il Consiglio comunale a Senigallia? Prima di rispondere alla domanda, va ricordato da “chi” è composta la maggioranza in Consiglio comunale: un gruppo di persone di vario ordine sociale e livello di studio, tra cui si notano improbabili censori, improvvisati probiviri e redentori dell’ultima ora, anche da consiglieri di opposizione ma di finta opposizione, tutti continuamente pronti ad incensare ed osannare un sindaco, di cui la cittadinanza ha oramai perso il conto delle magre figure fatte e dei grossi guai che si porta dietro.
“Quello che è successo lo scorso Consiglio comunale però, ha superato il limite della decenza.
“Siamo a livello di attacco alla democrazia comunale: Senigallia Bene Comune è stata infatti imbavagliata, grazie ad un intervento frettoloso reso “ad hoc” del consigliere comunale Sardella (Pd), con cui dava una interpretazione restrittiva dell’art. 25 dello Statuto, (articolo che definisce le competenze del Consiglio comunale di Senigallia) che, se applicata sempre, non consentirebbe la presentazione e tantomeno la discussione di nessuna mozione da parte di qualsiasi consigliere comunale, a prescindere dal banco in cui siede.
“Ma andiamo con ordine: Senigallia Bene Comune ha presentato due mozioni iscritte regolarmente nell’ordine del giorno del Consiglio comunale, una di queste inizialmente presentata come ordine del giorno e poi modificata su richiesta del presidente del Consiglio.
“Con la prima, nell’interesse dei cittadini, chiedevamo di recuperare le somme non dovute ed indebitamente elargite ai dirigenti comunali come stabilito nella relazione dell’accertamento che il MEF ha inviato al Comune di Senigallia nell’agosto 2016.
“Con la seconda, non di minor interesse soprattutto per i cittadini colpiti dall’alluvione del 2014, si chiedeva di revocare temporaneamente il ruolo assegnato dalla giunta al dirigente della Protezione Civile, in quanto attualmente indagato nell’ambito dell’indagine sull’alluvione del 3 maggio 2014.
“In risposta alle nostre proposte, eravamo abituati a ricevere tesi che sfidano le logiche più elementari (come non ricordare il: “è troppo tecnica per essere approvata”? cosa si dovrebbe dire allora della votazione sull’approvazione del Bilancio? è superlativamente tecnica? ma quella la si vota!), risposte a vanvera, prosaiche e deliranti, con il solo fine di bocciare ogni richiesta. Ma mai e poi mai ci saremmo aspettati che si scendesse ad un livello così biasimevole.
“Sulla tesi illogica della incompetenza, vi è stata una votazione compatta della maggioranza e della finta opposizione che non ha consentito la legittima e democratica discussione sugli argomenti da noi proposti, con la motivazione che il Consiglio comunale non è l’organo istituzionale per discutere tale tipo di mozioni.
“Eppure l’art. 25 dello Statuto comunale, quello che definisce le funzioni del Consiglio, all’art. 1 lettera w) stabilisce chiaramente che tale Organo Istituzionale ha competenza su “Atti, pareri e determinazioni” che siano “estrinsecazione od esplicazione del potere di indirizzo e di controllo politico-amministrativo” del Consiglio comunale stesso.
“Che il Consiglio comunale dia mandato alla giunta di recuperare dei soldi pubblici non dovuti al Segretario comunale, o che decide di revocare un mandato ad un dirigente a cui la giunta lo aveva precedentemente dato, SONO DECISIONI POLITICHE che non possono esulare dalla competenza del Consiglio comunale.
“Come logico che sia, alle nostre proposte si può votare contro oppure ci si può astenere (si perché a favore è vietato): alla fine bisogna rendere conto ai cittadini e in particolare ai propri elettori.
Ma agganciarsi ad un’interpretazione di parte su un cavillo procedurale, per di più infondata, su una questione di pubblico interesse, mai ce lo saremmo aspettati …
“Se i componenti della maggioranza hanno timore di assumersi delle responsabilità con i propri voti, lo dicano chiaramente e dessero le proprie dimissioni. Ma dopotutto, è risaputo: le migliori risposte si danno quando non ci sono domande. Questa è la drammatica verità che è venuta a galla sull’operato del Consiglio comunale di Senigallia”.
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