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Giancarli chiede che la 360 Arceviese venga reinserita tra le strade statali

Giancarli chiede che la 360 Arceviese venga reinserita tra le strade statali

La richiesta del consigliere regionale in un’interrogazione discussa in aula. Si attende l’insediamento del nuovo Governo per tornare sulla questione. «Un’esclusione inaccettabile ed ingiustificabile»

Giancarli chiede che la 360 Arceviese venga reinserita tra le strade stataliANCONA – Reinserimento della 360 Arceviese nelle strade statali. È la richiesta avanzata dal consigliere regionale, Enzo Giancarli, in un’interrogazione discussa nell’ultima seduta del Consiglio regionale del 4 aprile. L’ultimo decreto del ministero delle Infrastrutture ha escluso il tratto viario dalla mappa delle strade di proprietà dello Stato. Ora si attende l’insediamento del nuovo Governo e del nuovo ministro per ottenere il riconoscimento di strada statale all’Arceviese.

«Questa esclusione da parte del ministero è inaccettabile – afferma Giancarli –, perché non parliamo di una stradina, ma di un asse di collegamento tra Senigallia e Gubbio e che connette 15 Comuni delle valli Misa, Nevola e Cesano fino ad arrivare, attraverso l’alta valle dell’Esino e le sorgenti del Sentino in Umbria. L’esclusione – continua Giancarli – è ancora più inconcepibile alle luce della normativa sul superamento delle Province che è chiara rispetto al trattamento preferenziale di cui devono godere le strade ex Anas, come la 360 Arceviese, per tornare di proprietà dell’Anas. Una normativa rafforzata da una convenzione Regione-Anas per la cessione in proprietà di 500 chilometri di strade ex Anas all’Anas stessa. Sulla 360 – aggiunge ancora Giancarli – i sindaci e le comunità sono in allerta e siamo in contatto continuo con loro. Aspettiamo il nuovo ministro e facciamo in modo che questa strada sia reinserita tra quelle statali, perché la decisione di escludere l’Arceviese non è giustificata né da un punto di vista infrastrutturale, come detto, né storico culturale, poiché quel pezzo di territorio faceva parte della provincia di Pesaro-Urbino, poi passato all’Umbria. L’esclusione subita, inoltre, è penalizzante per tutta l’economia del territorio da Senigallia a Sassoferrato».

 

 

 

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