CRONACAFANO

Rese più complicate dal mare mosso le operazioni per far brillare la bomba della seconda guerra mondiale

Rese più complicate dal mare mosso le operazioni per far brillare la bomba della seconda guerra mondiale

FANO – Finalmente in città, dopo lo spavento della settimana scorsa, si può tirare un sospiro di sollievo: il pericolo è finito. L’ordigno bellico della seconda guerra mondiale, rinvenuto a Fano il 13 marzo, è stato fatto brillare, alle 11.20, a due miglia dalla costa. A portare a termine l’operazione, iniziata alle 9 e proseguita in più fasi, sono stati questa mattina undici artificieri e subacquei della Marina Militare.

Le operazioni di brillamento della bomba, risalente alla Seconda Guerra Mondiale, sono state condotte dagli artificieri e dai subacquei della Marina Militare (hanno operato undici uomini, super preparati, coordinati dal capitano di Corvetta Therry Trevisan) e hanno richiesto più tempo del previsto a causa delle condizioni del mare non proprio ottime, ma sono andate a buon fine. L’alta fontana d’acqua alzata dall’esplosione dell’ordigno era visibile dalla spiaggia. Tutte le operazioni, dal lungomare di Sassonia, sono state seguite anche dal sindaco di Fano Massimo Seri.

Va ricordato che erano stati, mercoledì mattina, gli artificieri dell’Esercito del Reggimento Genio Ferrovieri di Castel Maggiore (Bo) e i palombari del Gruppo Operativo Subacquei del Comando Subacquei ed Incursori (COMSUBIN) della Marina Militare, a neutralizzare e rimuovere, con un intervento molto delicato e di particolare difficoltà, l’ordigno bellico della seconda guerra mondiale ritrovato il giorno precedente.

L’ordigno era stato individuato in un cantiere aperto per i lavori di prolungamento degli scolmatori a mare ed è stato innescato accidentalmente durante le escavazioni.

Gli artificieri dell’Esercito, in coordinamento con i palombari del Gruppo Operativo Subacquei del COMSUBIN della Marina Militare, avevano subito  riconosciuto l’ordigno, ovvero una bomba d’aereo inglese MK6 da 500 libbre. Il particolare dispositivo d’innesco prevedeva un ritardo d’armamento compreso tra le 6 e le 144 ore e, per tale ragione, l’intervento di bonifica rappresentava un grave pericolo per il vicino ospedale di Fano che non poteva essere evacuato completamente.

Anche per questo la Prefettura di Pesaro e Urbino aveva quindi disposto e coordinato l’intervento di bonifica d’urgenza che aveva anche previsto un raggio di sgombero delle abitazioni di 1.816 metri, di 1.392 metri per quanto riguarda quello verticale e di 2.500 metri per lo specchio acqueo antistante al luogo di rinvenimento. Tali criteri di sicurezza avevano anche imposto di bloccare la Ferrovia Adriatica e di evacuare circa 23.000 persone attraverso il coordinamento delle forze dell’ordine, supportate da personale del 28° reggimento dell’Esercito Italiano.

Dopo una lunga, meticolosa ed estenuante attività notturna gli artificieri dell’Esercito, mercoledì mattina, avevano effettuato l’imbragatura dell’ordigno, la pericolosa rimozione e la successiva consegna al personale della Marina Militare che aveva provveduto al suo trasporto lontano dalla costa in mare aperto, a distanza di sicurezza da qualsiasi installazione o rotta navale.

Lì, i palombari della Marina hanno atteso le 144 ore previste dal ritardo pirico di costruzione dell’ordigno prima di procedere, questa mattina, alla sua distruzione. Intervento svolto attuando tutte le consolidate tecniche e misure tese a preservare l’ecosistema marino.

I palombari della Marina Militare, gli artificieri dell’Esercito e dell’Aeronautica Militare rappresentano l’eccellenza nazionale nell’ambito delle attività di bonifica ordigni nel rispettivo settore di competenza e sono in grado di condurre operazioni in qualsiasi scenario operativo, in territorio nazionale come all’estero. Un esempio, anche questo, di come le Forze Armate siano sempre al servizio del Paese.

Nelle foto: l’esplosione dell’ordigno bellico, a due miglia dalla costa di Sassonia; il sindaco di Fano Massimo Seri mentre si congratula con il responsabile delle operazioni, il capitano di Corvetta Therry Trevisan e durante l’incontro di questa mattina in Prefettura

 

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