“Non si ferma la strage degli operai: basta morire di lavoro!”
“Non si ferma la strage degli operai: basta morire di lavoro!”
SENIGALLIA – Dal movimento politico Potere al popolo di Senigallia riceviamo: “Ieri, martedì 13 marzo, un operaio di Mondavio è morto schiacciato dal braccio di una gru mentre lavorava per una ditta di Fano che ha in subappalto delle opere in provincia di Mantova.
Come al solito, sentiremo le solite frasi fatte: “accerteremo le responsabilità”, “si indagherà per trovare i responsabili e per fare piena luce” e via discorrendo. In realtà il problema è noto a tutti ma nessuno ha il coraggio di dirlo: quell’operaio è morto mentre svolgeva il suo lavoro e le morti sul lavoro non possono essere chiamate incidenti.
“Non è una morte come le altre, per noi è omicidio e non è casuale né ci deve sorprendere.
I numeri dell’INAIL ci dicono chiaramente che in Italia abbiamo più di 1000 morti e un milione di infortuni sul lavoro all’anno. Solo nel 2017 gli omicidi di lavoro (quelli ufficiali, tra l’altro) sono aumentati del 7% secondo l’Osservatorio di Soricelli.
“Perché continuano queste stragi sul posto di lavoro? Perché dobbiamo sopportare tutto questo?
“I responsabili sono coloro che dal pacchetto Treu del 1997 fino all’attuale Jobs Act hanno prodotto un impoverimento generalizzato della classe lavoratrice ma anche un aumento vertiginoso di disoccupazione e precarietà.
“Ma continuano a ripeterci sempre le stesse cose: dobbiamo essere flessibili altrimenti siamo noi gli svogliati che non vogliono lavorare; la colpa è dell’immigrato che viene in Italia e ammazza, ruba e ci toglie il lavoro; dobbiamo essere più produttivi, più competitivi, più aperti al mercato; dobbiamo essere arrabbiati ma non troppo come dicono i sindacati complici, perché poi, in fondo in fondo, l’accordo con Confindustria va accettato, il lavoro va tutelato, altrimenti le aziende poi se ne vanno.
“Lo sfruttamento del lavoro autorizzato, incentivato, esaltato è l’omicida autore delle stragi. Ma i suoi complici sono tanti e diffusi e noi non ci uniamo al loro cordoglio, anzi lo disprezziamo.
“Contro la barbarie di un mondo che ci vuole sfruttati sino a morire, chini e silenti di fronte a una repressione dilagante e arrendevoli perché tanto è il mercato che decide, noi non ci stancheremo mai di lottare dalla parte degli sfruttati, dei precari, di chi oggi è disposto ad accettare tutto perché non ha più nulla. Basta morire di lavoro!”
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