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Cessato allarme a Fano, la popolazione è tornata nelle case: la bomba è stata affondata in mare e sarà fatta brillare

Cessato allarme a Fano, la popolazione è tornata nelle case: la bomba è stata affondata in mare e sarà fatta brillare

FANO – Questa mattina all’alba l’ordigno rinvenuto martedì in Viale Ruggeri è stato portato in mare con successo, grazie a una speciale e altamente rischiosa operazione congiunta dell’Esercito e della Marina Militare.

La città di Fano e il suo territorio sono quindi fuori pericolo e in sicurezza. Pertanto il sindaco Massimo Seri con una nuova ordinanza ha revocato parzialmente quella di martedì sera, disponendo che possano essere riaperti sia gli uffici pubblici che gli esercizi privati in modo da limitare al massimo i disagi per i cittadini e le imprese.

“Si ritiene altresì che, per motivi gestionali e logistici – afferma ancora il sindaco di Fano – , non sia comunque possibile la riapertura delle scuole in relazione alla tempistica di pubblicazione dell’ordinanza stessa e pertanto si conferma la chiusura  per mercoledì di tutte le scuole di ogni ordine e grado presenti nel territorio del Comune di Fano”.

Con il rientro dell’allarme anche la ferrovia è stata riaperta ed i treni hanno ripreso la normale circolazione.

Il sindaco ha anche revocato l’evacuazione di tutta la popolazione interessata dalla precedente ordinanza. La Marina Militare provvederà a delimitare la zona di mare interdetta alla navigazione marittima ed aerea dove è stata affondata la bomba.

La bomba, messa in sicurezza dagli artificieri dell’Esercito e della Marina Militare, resterà in mare almeno 144 ore (il tempo massimo per l’eventuale esplosione) prima della distruzione.

L’ordigno della Seconda Guerra Mondiale, di fabbricazione inglese, 1,10 metri di lunghezza, carico di oltre 225 kg di tritolo era tato rinvenuto martedì durante i lavori di scavo dell’Aset per realizzare uno scolmatore nella zona di Sassonia Sud.

Dalle 20 di martedì in vari quartieri di Fano – il centro storico, la zona Sassonia e la periferia sud – oltre 20 mila persone erano state completamente evacuate e ospitate da parenti o in palestre e parrocchie della città. Le verifiche sull’ordigno, infatti, avevano accertato che poteva esplodere in quanto era stato accidentalmente innescato durante i lavori di escavazione e aveva una spoletta ritardata che avrebbe potuto far detonare la bomba.

Nelle foto: la sala operativa durante le concitate fasi di trasferimento della bomba della seconda guerra mondiale

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