Lo storico Ermanno Torrico ricorda Giuseppe “Pino” Saltarelli: “Un modello di coerenza”
Lo storico Ermanno Torrico ricorda Giuseppe “Pino” Saltarelli: “Un modello di coerenza”
Il Pd: “E’ stato un insostituibile punto di riferimento per diversi sindaci che si sono succeduti alla guida di Urbino”
URBINO – Giuseppe Saltarelli, per tutti “Pino”, se ne è andato sabato scorso. Era malato da molto tempo e tuttavia lo si vedeva ancora al bar il Vecchio Mulino dove quotidianamente si recava per un caffè e acquistare i giornali.
Lo storico per eccellenza di Urbino, Ermanno Torrico, ha conosciuto Pino quando nel 1966 si iscrisse al Psiup, che si collocava a sinistra del PCI, attirando la simpatia e la militanza del malcontento giovanile che esplose nel ‘68. <<Era un partito un po’ originale – sottolinea Torrico – nel senso che accomunava i cosiddetti “carristi”, quelli che nel 1956 non avevano condannato l’invasione sovietica dell’Ungheria>>.
“Pino” Saltarelli? <<Era un operaio che subì il licenziamento per la sua attività politico-sindacale. Per noi giovani era un modello di coerenza e di sacrificio personale con la capacità di sdrammatizzare i contrasti in nome di un sano realismo politico. Assieme ad alcuni compagni più anziani organizzò la sezione del partito nei locali di via Valerio e successivamente in via Veterani. Pino coprì gran parte delle spese con la sua liquidazione. In tempi di rottamazione, di personalismi e di scarsa moralità, è doveroso ricordare il suo gesto>>. Nelle elezioni comunali del 1964? <<Il Psiup conquistò due seggi decisivi per impedire una maggioranza di centro sinistra Dc – Psi e confermare l’alleanza con il Pci. Quel risultato fu considerato un mezzo miracolo. I voti ottenuti furono 666, voti che salirono a 800 nelle successive elezioni del 1970 in cui Saltarelli riuscì consigliere>>. Si apriva per lui una lunga stagione politica che lo vide ininterrottamente consigliere fino al 1995. Nelle elezioni politiche del 1972 la maggioranza del partito confluì nel Pci e quindi Saltarelli da quel momento entrò nel gruppo consiliare comunista.
<<La sua è stata una scelta in cui prevalse più che il convincimento il “continuismo”. E’ stato assessore con quattro sindaci: Mascioli, Magnani, Londei e Galuzzi occupandosi lodevolmente di finanza, personale trasporti e servizi sociali. E’ stato un amministratore dotato di buon senso e capacità di innovazione>>. A lui, va sottolineato, si deve il lungimirante progetto di istituire un servizio pubblico urbano. <<La sua non era una “fissazione”. Il progetto era invece strategico e teneva conto dell’avvio dei piani particolareggiati che andavano aggiornati soprattutto per rivitalizzare le frazioni, a iniziare dai collegamenti, e sostenere l’espansione dell’edilizia residenziale legata anche allo sviluppo dell’Università>>. Gli anni novanta segnano l’appannamento della sua presenza politica. <<Ricoprì comunque diversi incarichi: presidente della Comunità montana, consigliere provinciale, consigliere di Megas Net, presidente di Megas Trade, consigliere AMI e della Cappella Musicale del SS. Sacramento>>.
Ha continuato a seguire la politica cittadina fino all’ultimo <<senza nascondere, in qualche occasione, disillusione e contrarietà. Rientra a pieno titolo nella storia politica e amministrativa della città a cui si è dedicato con passione e importanti risultati>>.
Anche il PD di Urbino ha voluto ricordare la figura di “Pino” Saltarelli ed esprimere la propria vicinanza alla sua famiglia. <<Sarebbe superfluo elencare gli innumerevoli incarichi che Pino ha ricoperto per tanti anni – scrive il Pd ducale – Preferiamo invece ricordare come li abbia svolti, tutti con la stessa generosità e concretezza che lo hanno sempre contraddistinto. E’ stato un insostituibile punto di riferimento per diversi sindaci che si sono succeduti alla guida di Urbino, come lo è stato per tantissimi concittadini che hanno tratto grande giovamento dai suoi consigli. Pino – continua il Pd – riusciva a parlare contemporaneamente e con la stessa efficacia alla politica ed anche ai tanti giovani che verso la politica nutrivano diffidenza e sospetto. La sua non è stata soltanto una lunga militanza politica, ma soprattutto una lunga militanza umana. E’ riuscito per anni a mettere la politica al servizio del cittadino e allo stesso tempo convincere il cittadino a servire la politica. Lo ha fatto con grande discrezione e mai sopra le righe, consapevole che quel suo pragmatismo lo avrebbe portato a raggiungere gli obbiettivi che aveva di fronte. Uomo di poche parole, ma dalle grandi verità. E coloro che sapevano interpretare quelle sue parole trovavano sempre risposta alle proprie domande. E’ stato tra i primi a capire e comprendere il linguaggio dei giovani del Partito – insiste il Pd – e da essi veniva ascoltato e considerato. Aveva capito prima di altri che a loro spettava la gestione dei processi politici futuri, ma che quei processi avevano bisogno di accompagnamento e di consigli che solo l’esperienza poteva dare. Sarebbe troppo ovvio e scontato dire che il vuoto che ha lasciato sarà difficile da colmare, preferiamo invece impegnarci affinché quello spazio si riesca a colmare davvero. Sarebbe non solo importante per tutti noi – conclude il Pd di Urbino – ma anche il miglior modo per ricordarlo nel tempo, senza correre il rischio di dimenticare i suoi insegnamenti. Forse è proprio questo che anche lui avrebbe voluto>>. (eg)
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