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Il Patto per Ostra Vetere: “Siamo tornati al Medioevo, tutti proni davanti al “Marchese” della Marca Senone”

Il Patto per Ostra Vetere: “Siamo tornati al Medioevo, tutti proni davanti al “Marchese” della Marca Senone”

Il Patto per Ostra Vetere: “Siamo tornati al Medioevo, tutti proni davanti al “Marchese” della Marca Senone”OSTRA VETERE – “Eccoci arrivati al dunque: l’Unione dei Comuni si farà , s’ha da fare, cari cittadini, perché i nostri politici vogliono il meglio per noi (non per sé)! Loro, attenti al bene comune , hanno studiato la pratica come si conviene ai bravi amministratori ed ora passano la palla ai Consigli comunali dei Comuni di Ostra , Ostra Vetere , Arcevia , Serra de’ Conti , Barbara, Castelleone di Suasa e Trecastelli , per porre il sigillo all’atto costitutivo dell’Unione. Senigallia, infatti , ha già provveduto a farlo annunciando anche il nome della costituenda Unione : “La Marca Senone” (con un richiamo storico che arriva sino al Medioevo)”. Inizia così un intervento diffuso oggi dalla Lista civica Patto per Ostra Vetere.

“L’Ente Provincia è morto, viva la Marca!

“Lo Studio di fattibilità che accompagna il progetto – si legge sempre nel documento della Lista civica Patto per Ostra Vetere – ne parla come di un’operazione di stampo “federale” ma a ben leggere il corposo dossier vien da dire che, più che federale, esso sia “feudale”! Comprendiamo la legittima soddisfazione del Sindaco Mangialardi di rivestire il ruolo del “Conte o Marchese della Marca Senone” a cui tutti i Comuni dell’Ambito, ridotti al ruolo di contee-filiali periferiche, dovranno rivolgersi deferenti e sottomessi per strappare briciole di servizi e di finanziamenti per le proprie comunità . Un “Marchese del Grillo” in procinto di lanciarsi a livello politico nazionale e a cui occorre portare una consistente dote al tavolo delle trattative PD per la composizione delle liste dei candidati da presentare alle prossime elezioni per il Parlamento. Come da programma “scientificamente” pianificato, l’Operazione Unione dei Comuni deve essere conclusa entro il febbraio 2018 perché ad aprile/maggio si vota e vedi mai che l’attuale assetto politico esca stravolto dalle urne! Lo studio è corredato da un corposo “studio di fattibilità”, con tanto di tabelle e grafici, statistiche e percentuali a dimostrazione che l’operazione Unione porterà risparmi, razionalizzazione ed efficienza.

“Bene , bravi …. Ma , per intanto , visto che parlate di minori costi , come mai nello studio non c’è traccia di un dato che avrebbe tagliato la testa al toro delle critiche e delle perplessità, che sarebbe stata la prova del nove a garanzia della genuinità di questa operazione? Dov’è  la quantificazione dei costi e dei risparmi prodotti dalle Convenzioni fatte tra i vari Comuni negli scorsi anni, anch’esse finalizzate al risparmio della spesa, alla razionalizzazione e all’efficienza dei servizi resi ai cittadini? E’ questo il dato di base da cui partire e di cui non c’è traccia nelle 49 pagine dello studio di fattibilità, perché L’Unione non è altro che una super Convenzione, declinata e moltiplicata per sette , con la particolarità che sarà il nuovo Ente, l’Unione , ad esercitare le funzioni ed i servizi per tutti !

“Nessuno poi ha preventivamente informato i cittadini né li ha consultati – si legge sempre nel documento della Lista civica Patto per Ostra Vetere – per sapere se fossero o meno soddisfatti dei risultati scaturiti dalle Convenzioni, se cioè fosse migliorata la qualità dei servizi e  l’efficienza amministrativa nei loro Comuni . Onestà e chiarezza esigono che si dica innanzitutto quanto è stato effettivamente risparmiato e quanto si è effettivamente speso , anche perché i dati economici riguardano Convenzioni operanti ormai da diversi anni.

“Dobbiamo ammetterlo – conclude la nota -, la mancanza di informazioni che ha circondato la nascita di questa Unione e la fretta con cui ora se ne chiede ai Consigli Comunali l’approvazione, anziché fugare, hanno aumentato le perplessità in quanti  hanno memoria di operazioni similari fatte in passato , operazioni che avevano alimentato sacrosante aspettative di miglioramento per il territorio delle valli del Misa e del Nevola e che sono poi miseramente fallite lasciando dietro di sé l’ennesimo sperpero di denaro pubblico, essendo state utilizzate più a scopo politico che per il bene comune.

“(“A pensar male si fa peccato , ma molto spesso ci si azzecca!” avrebbe detto un navigato politico della prima Repubblica!)”, si legge a conclusione dell’intervento.

 

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