Una band jesina alla ribalta: la pazza storia dei Capabrò
Una band jesina alla ribalta: la pazza storia dei Capabrò
Dopo aver sfondato il muro dei 250 concerti in 3 anni lungo la penisola e aver conquistato tutti con il tormentone “Maria Antonietta” e il successo a Rock Targato Italia, il giovane gruppo marchigiano non è intenzionato a fermarsi qui: in uscita nazionale il primo album ufficiale griffato “Capabrò”
di DANIELE BARTOCCI
JESI – Il cielo è sempre più blu per i Capabrò. Chi l’avrebbe mai detto? Eppure ce l’hanno fatta. In tre anni, partendo dal completo anonimato, sono riusciti a superare ogni tipo di aspettativa. Goliardia e voglia di stupire, ma soprattutto adrenalina e fame di successo per la giovane band jesina che lancerà tra circa un mese il primo album ufficiale.
E pensare che nell’aprile 2014 il trio composto da Diego Brocani (basso e voce), Giorgio Pantaloni (batteria e cori) ed Elia Ciabocco (chitarra e cori) era nato esclusivamente per passione e divertimento, senza troppe ambizioni. In un batter di ciglia i tre giovani marchigiani compiono passi da giganti, girando l’Italia da Nord a Sud alla presenza di numerosi personaggi della tv, puntando su un pop-rock ironico e scanzonato. Quasi come un fulmine a ciel sereno, in pochi mesi il palmares dei Capabrò si arricchisce notevolmente. I numeri parlano chiaro: sfondata la soglia dei 250 concerti in 3 anni, senza tralasciare le quasi 50 tappe del “Maria AntonietTour”, fiore all’occhiello della band marchigiana nell’estate appena trascorsa. Ciò che stanno facendo i Capabrò rappresenta un chiaro emblema di lavoro costante svolto a testa bassa, ma soprattutto di un talento e di una consapevolezza che crescono giorno dopo giorno. Lo testimonia anche la vittoria di blasonati contest musicali, quali l’edizione 2016 di Rock Targato Italia.
A breve sul territorio nazionale uscirà il loro primo album, il cui nome è ancora in fase di definizione. Di certo i tre ragazzi oggi si ritrovano davanti un futuro ricco di prospettive: Capabrò fa ormai rima con certezza, una garanzia per quel target di pubblico che vuole sentirsi parte attiva dello spettacolo. Brani orecchiabili e innovativi, che dal vivo si tramutano in divertenti siparietti, sketch e scambi di battute con gli spettatori. Modi di fare simpatici, talvolta irriverenti, che ricordano forse la conduzione di Paolo Bonolis ad Avanti un Altro. Abbiamo avuto il piacere di scambiare quattro chiacchiere proprio con il “frontman” dei Capabrò, lo jesino ventottenne Diego Brocani, che con molta allegria e disponibilità ci ha fornito alcuni spunti interessanti.
Il primo cd ufficiale Capabrò è in rampa di lancio… Quali sono gli ingredienti del cocktail vincente?
<<Abbiamo condito il pop-rock italiano con un pizzico di leggerezza e un po’ di sana ironia. Di segreti non ce ne sono: si tratta solamente di fare le cose seriamente non prendendosi troppo sul serio. Puntiamo molto sul cd in uscita, anche perché sarà il nostro biglietto da visita per l’imminente futuro. Già tanti fans ne hanno prenotata una copia e ciò non può che essere di buon auspicio per compiere un ottimo lavoro>>
Come mai avete scelto il pittoresco nome di “Maria AntonietTour” per la vostra tournée estiva? <<Il particolare nome di questa kermesse deriva dal nostro singolo Maria Antonietta, pubblicato dall’etichetta toscana Labella (che pubblicherà anche l’album uscente, ndr) e in rotazione su molteplici radio dal 14 luglio scorso. Una canzone fresca e melodica che tratta di un incredibile flirt tra una giovanissima ragazza e un lussuoso signore over 75. Un ritornello, quello di “Maria Antonietta” che ha lasciato il segno negli ultimi mesi, raccogliendo un caloroso apprezzamento sia sul canale Facebook “Capabrò” che su Youtube. Il videoclip è stato girato a Senigallia, con il montaggio ad opera del Blanket Studio>>
Per la band è stata un’estate all’insegna del duro lavoro. Il Maria AntonietTour è ormai agli sgoccioli, il pubblico sembra aver apprezzato molto il vostro stile e modo di essere…<<Devo dire che stiamo riscuotendo un buon successo, non solo nelle Marche. Ma rimaniamo umili perché la strada è ancora lunga. Il pubblico sta rispondendo bene all’appello, partecipando attivamente ai nostri live e sposando pienamente il nostro codice deontologico musicale basato sulla condivisione delle emozioni e sull’interattività. Uno stile apprezzato forse perché considerato insolito ed innovativo per una band musicale>>
Non solo marchigiani tra i vostri fans… <<Esatto. Stiamo cercando di coprire tutta la penisola in maniera capillare. In diverse regioni come Veneto e Friuli, spesso e volentieri il nostro nome viene chiamato in causa. Anche in Lazio, Emilia Romagna, Abruzzo e Toscana stiamo procedendo a gonfie vele. Dobbiamo continuare così, senza fare il passo più lungo della gamba>>
In questi anni di attività avrete sicuramente conosciuto cantanti e personaggi televisivi di spicco… <<Certamente. Tra questi mi torna subito in mente Fabrizio Frizzi a cui rivolgo un caloroso saluto e un grande augurio di tornare alla carica più forte di prima. Ricordo con piacere anche la volta in cui la simpatica Matilde Brandi ci fece da presentatrice all’Arena Gigli di Porto Recanati. Nulla togliere a Enrico Ruggeri, Rita Pavone, Simone Cristicchi, Eiffel 65, Mara Maionchi… A molti di questi la nostra proposta è sembrata interessante, insieme a loro abbiamo vissuto momenti piacevolissimi. La serata perfetta? Quella trascorsa con Cristicchi a raccontarci barzellette fino all’alba nel post-concerto>>
A fine anno vi concederete una breve ma meritata pausa… Progetti e ambizioni per il 2018? Vi vedete un giorno in tv? <<Non ci poniamo limiti, come mai ce li siamo posti dal primo giorno di vita del progetto. Non è esclusa una nostra apparizione futura sul piccolo schermo>>
Non resta che augurare ai Capabrò un forte in bocca al lupo per il futuro.
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