Anche a Senigallia un presidio a sostegno della riforma della cittadinanza
Anche a Senigallia un presidio a sostegno della riforma della cittadinanza
Per dare voce a quanti sono a favore della legge la Scuola di Pace Vincenzo Buccelletti sarà presente in Piazza Roma nei giorni 1, 2 e 3 novembre, dalle 18 alle 20
SENIGALLIA – La Scuola di Pace “Vincenzo Buccelletti” di Senigallia partecipa alla campagna L’Italia sono anch’io che ha l’obiettivo di cambiare le norme che disciplinano l’ottenimento della cittadinanza italiana.
“La legge in vigore è basata sul “diritto di sangue”: si è italiani se almeno uno dei due genitori è cittadino italiano, indipendentemente dal Paese di residenza. Al contrario, in molti Paesi, come gli Stati Uniti o la Gran Bretagna, la cittadinanza si acquisisce con il “diritto di suolo”: si è cittadini di quel Paese per il semplice fatto di essere nati in quel territorio. Questi due criteri – si legge in una nota del comitato direttivo della Scuola di Pace “Vincenzo Buccelletti” – sono stati in parte mitigati da nuove leggi in molti Paesi europei, considerando il crescente numero di stranieri che popolano le nostre società. L’Italia deve ancora dotarsi di una nuova legge per la cittadinanza. Ad oggi, un minore nato in Italia da genitori che non sono cittadini italiani deve aspettare il compimento del 18-esimo anno di età prima di poter fare domanda per ottenere la cittadinanza. Nel frattempo magari ha condiviso con ragazzi italiani un intero percorso scolastico. Eppure, per la legge italiana, quel ragazzo o quella ragazza non sono italiani.
“Non è difficile capire il senso di smarrimento provato da questi ragazzi. Essere cittadini, infatti, significa sentirsi parte integrante della società, significa avere un senso di appartenenza. I ragazzi hanno bisogno di identificarsi nel loro Paese, di sentire che il Paese scommette su loro, sulla loro capacità di prendere su di sé il testimone di chi li ha preceduti. Anche per un minore è importante sentirsi un cittadino, gustare il senso di responsabilità, avere occhi capaci di futuro, sapere che c’è un Paese che saprà valorizzare il suo impegno e che “fa il tifo” per lui o per lei.
“La nuova legge sulla cittadinanza è in attesa di essere discussa dal Senato, dopo aver già ricevuto l’approvazione della Camera dei Deputati. Purtroppo c’è il rischio che la legislatura finisca prima della definitiva approvazione della legge e questo sarebbe un atto di profonda ingiustizia per tanti minori ancora in attesa di essere riconosciuti per quello che già sono, e cioè italiani. La legge in discussione è complessivamente positiva. Stabilisce che ha diritto alla cittadinanza italiana il minore nato in Italia da genitori stranieri, di cui almeno uno sia titolare del diritto di soggiorno permanente, oppure il minore straniero che sia nato in Italia o vi abbia fatto ingresso entro il compimento del dodicesimo anno di età e che sia andato a scuola per almeno 5 anni. La legge inoltre stabilisce la concessione discrezionale della cittadinanza al minore di età compresa tra 12 e 18 anni che abbia frequentato un intero ciclo scolastico.
Non si tratta dunque di concedere la cittadinanza a tutti i minori nati in Italia. Diventa infatti rilevante il percorso scolastico e questo significa riconoscere che la scuola italiana è non soltanto un veicolo di cultura e di lingua italiana ma anche il luogo in cui si diventa cittadini. E quindi si apprende il dialogo, l’apertura a nuove culture, il rispetto di ogni diversità, la tutela degli svantaggiati. Sono tutti aspetti che, nel loro insieme, gettano le fondamenta per una società giusta e pacifica. Le fondamenta della Pace.
“Per informare correttamente i cittadini e per dare voce a quanti sono a favore della legge di riforma della cittadinanza, a cominciare da insegnanti o genitori, o semplicemente per poter dire “italiano sono anch’io”, la Scuola di Pace organizzerà un presidio in Piazza Roma nei giorni 1, 2 e 3 novembre dalle 18 alle 20”.
Ag – RIPRODUZIONE RISERVATA - www.laltrogiornale.it