La Provincia fa dietrofront: i lavori di ristrutturazione della succursale del “Battisti” di Fano non inizieranno subito
La Provincia fa dietrofront: i lavori di ristrutturazione della succursale del “Battisti” di Fano non inizieranno subito
Per ora la succursale è stata svuotata dei suoi beni. Inizialmente l’avvio dell’intervento era stato programmato per i primi giorni di settembre
di PAOLO MARIA ROCCO
FANO – “Dica pure sul suo giornale che l’Ingegner Bartoli non può fornire alcuna data di inizio dei lavori di ristrutturazione della sede succursale del “Battisti” di Fano. E adesso, mi dica: dov’è la notizia?”… la notizia, rispondiamo telefonicamente all’Ingegner Bartoli, dirigente dell’Ufficio edilizia scolastica della Provincia di Pesaro e Urbino, è che lei, Ingegnere, in un’intervista pubblicata un mese fa circa sul nostro giornale aveva detto che entro il 15 Settembre 2017 la Provincia avrebbe dato il via ai lavori di ristrutturazione di alcune strutture (gravemente fatiscenti – ndr) della sede succursale del “Battisti” di Fano. E, invece, adesso lei stesso ci comunica che non sarà così. E questa è una notizia, ma non quella che gli utenti avrebbero voluto.
Ecco come si svolge la richiesta di informazioni rivolta oggi cortesemente all’Ingegner Bartoli, con una notizia di inconfutabile rilievo: non si sa quando saranno rimessi in sicurezza per un eventuale ripristino della funzione – di quella sede – di scuola pubblica, le pareti gravemente deteriorate di quasi tutte le aule di quella sede succursale, le finestre pericolanti, la scala antincendio esterna inagibile. E non è certo una bella novità.
Come mai, chiediamo all’Ingegner Bartoli, non è possibile sapere la data anche approssimativa nella quale inizieranno i lavori di ristrutturazione? E perché questo cambiamento di indicazioni da parte sua?: “Perché, ad oggi, non sappiamo quando si inizieranno quei lavori. D’altra parte non abbiamo nessuna fretta. Opereremo con calma”.
Bene, pensiamo, questa è un’altra notizia non da poco, ma – stante il ritardo sulla tabella di marcia di quei lavori espressa un mese fa dallo stesso Bartoli – sembra che per la sede succursale del “Battisti” ci sia ancora da aspettare non si sa quanto (speriamo poco tempo) e ci si deve augurare che l’attesa (come troppo spesso accade in queste situazioni) non aggravi la già precaria situazione strutturale di quell’edificio scolastico, abbandonato per anni all’incuria, di proprietà dell’Ente provinciale.
Non c’è, chiediamo, il rischio che, appunto, il degrado di quella sede succursale peggiori se non inizieranno subito i lavori?: “Proprio in questi giorni – risponde l’Ingegner Bartoli – si è proceduto con lo svuotamento di quei locali della sede succursale. I cartelli di inizio dei lavori di ristrutturazione (e, quindi, di apertura di un cantiere – ndr) saranno apposti appena avremo tutte le autorizzazioni del caso che dovremo ottenere anche dal Comune di Fano. E poi dovremo elaborare progetti, rilievi e quant’altro per il rispetto di tutte le procedure di avvio dei lavori”.
Allora, ad oggi, oltre a svuotare la sede succursale del materiale che conteneva (si presume che si parli di tutto ciò che ingombrerebbe i lavori: cattedre, banchi, mobiletti), la Provincia deve ancora elaborare progetti e rilievi?: “Sì, ma le ripeto, non abbiamo alcuna fretta, quando avremo tutte le autorizzazioni cominceremo con l’elaborazione dei progetti”. Fino a qui le informazioni che apprendiamo dall’Ingegnere e Architetto Maurizio Bartoli.
E’ certo che la disattenzione alla quale è stata sottoposta la sede succursale del “Battisti” è annosa… come dire: nessuno ha mai avuto fretta, da circa dieci anni ad oggi, nel denunciare la situazione che, invece, questo giornale ha reso pubblica, un anno fa, non appena conosciuto il grave problema di mancanza di tutela della salute e della sicurezza per centinaia di studenti, professori e personale.
Nessuna fretta, da parte della Provincia di Pesaro e Urbino significa anche ritenere poco importante l’incolumità – se non dei professori e degli amministrativi – di centinaia di giovani studenti. E’ una notizia, anche questa, a ben vedere. Dell’immobilismo dell’Ente pubblico locale, riguardo a questo problema, abbiamo una conferma diretta anche dalla lettura dei comunicati stampa pubblicati nella relativa pagina online della stessa Provincia: non esiste alcun comunicato stampa che riguardi la situazione di degrado e fatiscenza della sede succursale del “Battisti” di Fano né dei lavori di ristrutturazione che l’Ing. Bartoli informa non si sa quando avverranno.
Neanche quando leggiamo il comunicato del presidente Tagliolini emanato il 25 Luglio 2017 a proposito del finanziamento (3 milioni di euro) ottenuto dalla Provincia riguardo agli investimenti della sicurezza per le scuole del territorio. Uno penserebbe: se non c’è la sede degradata a rudere del “Battisti”, quale altra? E invece si rimane delusi: si parla di lavori a soffitti e solai di altre scuole ma mai della sede succursale del “Battisti” e, precisamente: “Istituto d’arte “Scuola del libro” di Urbino, sede di via Bramante (1 milione di euro), Istituto “Olivetti” di Fano (450mila euro), Istituto “Mengaroni” di Pesaro (850mila euro), Liceo “Mamiani” di Pesaro (580mila euro) e Istituto “Cecchi” di Pesaro (190mila euro)”.
E, così, mentre apprendiamo da altri comunicati del presidente Taglioni che dal 3 agosto il Liceo scientifico “Torelli” di Fano “è dotato di un impianto di illuminazione a led”, della sede minore del “Battisti” non una parola. Bisogna sfogliare tante pagine dei comunicati per arrivare, infine, al 7 aprile 2017 per scoprire che lì anche il “Battisti” viene nominato: non, però, per i lavori di ristrutturazione nella sua sede secondaria ma per i lavori di adeguamento antisismico della sede centrale dell’Istituto fanese. Insomma, della sede succursale se ne sono dimenticati proprio tutti, anche se, bisogna dirlo, questo giornale ha esposto nei particolari la situazione di degrado di quell’edificio succursale (ma frequentato da centinaia di lavoratori) fin dall’ottobre 2016. Meno si parla della succursale del “Battisti” meglio è, pare di capire.
Ora, però, bisogna ricordare che se la campagna giornalistica è riuscita finalmente a rompere l’immobilismo e il silenzio mantenuto dai dirigenti della Provincia da almeno un anno (in questo ben accompagnati, almeno pubblicamente, da Enti superiori della scuola e finanche dal Ministero a conoscenza di quel degrado), ed è riuscita nell’intento di far chiudere temporaneamente quella succursale (da quest’anno gli studenti che la frequentavano sono ospiti tutti nella sede centrale), il destino di abbandono sofferto da quell’edificio scolastico pare segnato: si prolungherà ‘a data da destinarsi’ e ciò induce qualche interrogativo, da parte, questa volta, di un genitore di frequentanti il “Battisti”, che desidera proporci le sue considerazioni mantenendo l’anonimato.
Perché vuole l’anonimato?, gli chiediamo innanzitutto: “Perché, quando un genitore si esprime pubblicamente – risponde il genitore – su qualche magagna della scuola frequentata dal proprio/a figlio/a, potrebbe accadere che poi qualcuno si rivalga non sul genitore ma sui figli, e quindi… meglio in questo caso l’anonimato”.
E quali sono le sue considerazioni sul degrado della succursale, oggi chiusa, del “Battisti”?: “Siamo stati informati esclusivamente dal suo giornale della situazione di semidistruzione di alcune aule dell’Istituto, delle finestre pericolosamente pericolanti e della scala antincendio inagibile. Su questo mi sembra che ogni commento è superfluo. Mi preoccupa, invece, questa mancanza di rispetto per la salute di giovani studenti e anche per gli altri lavoratori della scuola. Qualche giorno fa ho ascoltato sul Tg nazionale – aggiunge il genitore – che il Ministro Fedeli, in visita ad una scuola per l’inizio dell’anno scolastico, parlando agli alunni ha richiamato proprio il principio del rispetto! E allora, c’è qualcosa che non va, se sulla situazione di degrado della succursale del “Battisti” conosciuta da tutti, anche dai dirigenti provinciali, regionali e dallo stesso Ministro, i rappresentanti delle Istituzioni non hanno pensato che una loro dichiarazione pubblica sarebbe stata rassicurante per tutti. Per questo mi chiedo, ora, di quale concetto di ‘rispetto’ si parli”.
Nelle foto: il cancello chiuso della succursale dell’Istituto Battisti di Fano ed un’immagine dell’interno, con le pareti delle aule bucate
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