Parte ad Arcevia la terza campagna di scavi: collaboreranno anche i migranti ospiti del Centro di accoglienza
Parte ad Arcevia la terza campagna di scavi: collaboreranno anche i migranti ospiti del Centro di accoglienza
Alla scoperta di un grande insediamento di 3000 anni fa sul Monte Croce Guardia
ARCEVIA – Giovedì inizierà la terza campagna di scavo nell’insediamento dell’età del Bronzo di Monte Croce Guardia. Gli scavi archeologici condotti dal dipartimento di Scienze dell’Antichità dell’Università Sapienza di Roma sotto la direzione scientifica del Prof. Andrea Cardarelli, in collaborazione con il Consiglio Nazionale delle Ricerche (Istituto di Studi sul Mediterrano Antico), si realizzeranno in accordo con la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio delle Marche, con il Comune di Arcevia, con l’Unione Montana Esino – Frasassi e il Parco Regionale della Gola della Rossa e di Frasassi e con il fondamentale contributo e supporto della Prefettura di Ancona e del CAS (Centro Accoglienza Straordinario) Richiedenti Asilo di Arcevia “Hotel alle Terrazze”.
Alle operazioni di scavo parteciperanno, oltre a studenti e dottorandi dell’Università Sapienza anche un nutrito numero di ospiti del Centro di Accoglienza “Alle Terrazze” che, sotto la guida esperta degli archeologi, contribuiranno fattivamente alla buona riuscita della ricerca. Questa esperienza di coinvolgimento ed integrazione di migranti in un progetto di valorizzazione culturale è stata possibile grazie ad una convenzione tra Prefettura di Ancona e Comune di Arcevia e sta rappresentando un positivo modello da replicare anche in altre analoghe situazioni. Si tratta della prima esperienza italiana, che è stata presentata a Milano, in ambito nazionale, come esempio di buone pratiche e che vede l’interessamento del comune di Ravenna, che ha contattato l’amministrazione comunale.
Gli scavi condotti in questi due ultimi anni, unitamente alle informazioni ricavabili dalle ricerche eseguite negli anni ’60, ’70 e ’90 del secolo scorso dalla Soprintendenza, restituiscono l’immagine di un grande abitato di altura, fortificato naturalmente e con un ampio controllo territoriale che spazia dalla catena appenninica fino al mare. Le nunerose tracce di abitazioni e di strutture correlabili ad un abitato fanno ritenere che il villaggio fosse popolato da varie centinaia, o forse da un migliaio, di persone.
Si tratta, tra l’altro, dell’unica area indagata archeologicamente in Italia centrale adriatica, di fondamentale e unica importanza per comprendere come fosse realmente organizzato un villaggio dell’età del bronzo. Inoltre è stata recuperato anche un frammento di una forma di fusione in pietra, in altre parole uno stampo, per la produzione di oggetti in metallo (probabilmente un coltello e una punta di lancia) che testimonia come 3000 anni fa sul Monte Croce Guardia si fondesse il bronzo.
Quest’anno si continuerà a scavare sul monte Croce e si farà un nuovo scavo sul Monte Guardia dove si ipotizzano elementi di interesse notevoli.
Per il prossimo futuro, oltre alla continuazione delle ricerche, si prevedono anche opere di valorizzazione del sito, con la realizzazione di un parco archeologico, finanziato prevalentemente dai fondi europei, che opportunamente promosso in sinergia con altre eccellenze naturalistiche e culturali del parco naturale della Gola della Rossa e Frasassi, potrebbe incrementare significativamente l’offerta culturale e turistica dell’area.
Ag – RIPRODUZIONE RISERVATA - www.laltrogiornale.it