Il caso dell’ostetrica con il morbillo all’ospedale di Senigallia: il dottor Volpini si scaglia contro i “paladini della sanità pubblica” rimasti in silenzio
Il caso dell’ostetrica con il morbillo all’ospedale di Senigallia: il dottor Volpini si scaglia contro i “paladini della sanità pubblica” rimasti in silenzio
SENIGALLIA – Già questa mattina, in una nota diffusa dalla Regione, sul caso di morbillo accertato nel reparto di Ostetricia dell’Ospedale di Senigallia, il dottor Fabrizio Volpini, senigalliese, presidente della Commissione Sanità della Regione, con sempre maggiori deleghe, da parte del presidente Luca Ceriscioli in questo comparto, aveva spiegato che “Siamo di fronte, purtroppo, ad una situazione preoccupante”.
“Per questo sono sempre più convinto che l’obbligo vaccinale sia la strada giusta – aveva aggiunto –. A livello nazionale circa il 30% dei casi di morbillo che si sono riscontrati riguarda personale sanitario non vaccinato. Per questo si sta studiando un provvedimento che permetta anche al personale sanitario non vaccinato di accedere alla vaccinazione”.
Un intervento chiarissimo e condivisibile. Poi, in serata, abbandonando i panni dell’amministratore attento ai problemi (non ci dobbiamo dimenticare che il presente ed il futuro dell’Ospedale di Senigallia dipendono ormai quasi unicamente dalle sue indicazioni e dalle sue scelte politiche) è sceso – secondo noi erroneamente – sullo stesso campo dei polemisti per partito preso. Quel campo utilizzato per contestare qualsiasi cosa – fatta o proposta – dagli altri. Soprattutto quando vestono casacche di colore diverso.
“Sul caso dell’ostetrica dell’ospedale di Senigallia risultata affetta da morbillo – ha scritto il dottor Fabrizio Volpini -, mi domando che fine abbiano fatto coloro che si ergono a paladini della sanità pubblica e che di fronte ad un fatto grave come questo non proferiscono parola”.
“Solerti nell’alzare le barricate a difesa dell’ospedale di Senigallia – che, fra l’altro, come è stato già ampiamente chiarito, non corre alcun rischio – assenti quando è realmente in gioco la sanità pubblica, nel senso più alto di salute pubblica. Tutela della salute dei cittadini significa prevenzione, cure primarie, assistenza e va ben oltre la difesa delle strutture ospedaliere. In questo senso, come ho già avuto modo di ribadire, la legge sull’obbligo vaccinale nelle scuole è uno dei modi attraverso cui si garantisce il diritto alla salute di ciascuno di noi.
“Il caso dell’ostetrica colpita da morbillo perché non vaccinata – ha poi aggiunto – oltre a confermare l’importanza della legge, ci fa comprendere come sia necessario ed urgente definire uno strumento che obblighi anche il personale sanitario a vaccinarsi, perché non si ripetano situazioni come questa emersa a Senigallia. Un fatto grave non solo perché mette a repentaglio la salute dei cittadini per il rischio di contagio, ma anche perché – e la cosa purtroppo non è nuova in regione – ne risente l’intero sistema sanitario pubblico”.
“Ci si è già trovati nella condizione di dover allontanare dalle strutture ospedaliere il personale sanitario non vaccinato esposto al virus, nel caso di ricoveri di bambini con morbillo, con le conseguenti difficoltà nella riorganizzazione dei turni e nello svolgimento dei servizi. Situazioni inaccettabili. È su questi punti che – ha poi concluso il presidente della Commissione Sanità della Regione – ritengo giusto e doveroso condurre battaglie. È su questi fronti che continuerò a schierarmi in prima linea”.
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