AREA MISAIN PRIMO PIANOPOLITICA

SENIGALLIA / “La famiglia costretta a vivere in un piccolo appartamento è seguita dal Comune dal 2010”

SENIGALLIA / “La famiglia costretta a vivere in un piccolo appartamento è seguita dal Comune dal 2010”

Il sindaco Maurizio Mangialardi interviene sul caso: “L’invito che voglio rivolgere a chiunque si trovi in difficoltà è quello di diffidare degli avventurieri di turno, buoni solo a “lucrare” politicamente sulle sventure degli altri, e di rivolgersi sempre all’Amministrazione comunale, che ha il compito istituzionale e le competenze professionali per affrontare in modo strutturato e appropriato le diverse problematiche e i diversi bisogni”

SENIGALLIA / "La famiglia costretta a vivere in un piccolo appartamento è seguita dal Comune da 2010"

SENIGALLIA – “Leggo con grande stupore e rammarico quanto riportato questa mattina, da parte della stampa cittadina, circa il caso di una famiglia, madre, padre e figlio di sette anni, costretta a vivere in un piccolo appartamento di dodici metri quadrati. Stupore, rammarico, ma anche tristezza, più che rabbia, per veder squallidamente strumentalizzato un dramma vero da parte di persone che dopo essere state consegnate, giustamente, alla marginalità e alla irrilevanza politica dal voto dei cittadini, non esitano ad approfittarsi della fragilità altrui per un titolo sul giornale”. Così il sindaco di Senigallia Maurizio Mangialardi interviene sulla vicenda della famiglia costretta a vivere in un piccolo appartamento di dodici metri quadrati.
“Tali sentimenti – spiega Mangialardi – sono dati dalla consapevolezza di aver risposto concretamente, e non con semplici parole, al disagio della suddetta famiglia. Il caso, infatti, è ben noto agli uffici comunali, i quali cercano di farsene carico fin dal 2010. Nello specifico, in questi sette anni la vicenda è stata costantemente gestita dai nostri servizi sociali e sanitari, che da subito si sono preoccupati dell’inserimento in comunità della mamma e del bambino, e successivamente del papà. Decisione, questa, adottata non certo per motivazioni legate alla mancanza di una abitazione adeguata. Ma soprattutto, grazie a questa attenzione, oggi il capofamiglia lavora e vive nell’alloggio di proprietà dei suoi genitori, dove viene ospitata anche la mamma e il bambino durante i periodici  rientri dalla comunità. Rispetto al progetto di sgancio della mamma e del bambino dalla comunità, poi, l’ufficio servizi sociali sta programmando tempi e fasi, impegnandosi come sempre a mettere responsabilmente in campo le proprie risorse, richiedendo anche il coinvolgimento dei diretti interessati e dei genitori del capofamiglia”.
“L’invito che voglio rivolgere a chiunque si trovi in difficoltà – conclude il sindaco – è quello di diffidare degli avventurieri di turno, buoni solo a “lucrare” politicamente sulle sventure degli altri, e di rivolgersi sempre all’Amministrazione comunale, che ha il compito istituzionale e le competenze professionali per affrontare in modo strutturato e appropriato le diverse problematiche e i diversi bisogni”.
 

Ag – RIPRODUZIONE RISERVATA - www.laltrogiornale.it