SENIGALLIA / Liverani: “In tre costretti a vivere in 12 metri quadrati, ma nessuno in Comune risponde agli appelli”
SENIGALLIA / Liverani: “In tre costretti a vivere in 12 metri quadrati, ma nessuno in Comune risponde agli appelli”
di MARCELLO LIVERANI*
SENIGALLIA – A volte sembra impossibile e assurdo che possano accadere alcune cose, eppure i fatti ci dimostrano invece che non c’è limite all’arroganza e al menefreghismo dell’essere umano, che in questo caso ha un nome e un cognome ben preciso: Maurizio Mangialardi, il Sindaco di Senigallia.
Una storia che ha dell’incredibile, tre persone, un papà una mamma e un bambino di 7 anni costretti a vivere in 12 mq, si avete letto bene, 12 mq (!!!). La mamma alterna periodi di 10 giorni in una comunità con il figlio e in questa casa dove vive anche il papà. Questo perché la mamma deve stare in una comunità con il bambino fino a quando “qualcuno” non darà una casa decente a queste tre persone per vivere insieme e sotto lo stesso tetto. Una storia triste che vede coinvolti il Sindaco, il Servizio Affari Sociali, una comunità e un giudice perché c’è un minore di mezzo.
Un bambino con una invalidità riscontrata che gli fa percepire una pensione di 280 euro al mese. Un papà che da due mesi è riuscito a trovare un lavoro, anche buono, che gli fa percepire uno stipendio dignitoso, e una mamma che si sposta tra la comunità e questi 12 mq. Sfatiamo subito alcune possibili “chiacchiere”, qualcuno può anche aver sbagliato nel passato, ma ora è perfettamente in linea con uno standard normale di vita.
Questa famiglia ci ha contattato per raccontarci le loro problematiche e per farci sapere cosa chiedono. Una famiglia, la mamma, che ha scritto e chiesto aiuto al Sindaco Mangialardi per ben tre volte. Mai una sola risposta da parte sua, neanche una lettera in politichese, niente di niente. Un Sindaco che non conosce neanche l’educazione, perché rispondere è cortesia, ma diventa un obbligo quando sei il primo cittadino. Non sei stato eletto per grazia ricevuta, ma perché lo hai voluto e hai fatto di tutto per esserlo. Un comportamento da censurare a tutto tondo. Cosa costava al Sindaco rispondere a questa mamma? Avrebbe potuto dirgli qualsiasi cosa, bugie comprese, ma non lo ha fatto, ha preferito ignorare, è questo quello che per noi è veramente vergognoso, ma non è il primo caso come abbiamo letto sulla stampa, pare proprio che al Sindaco costi fatica rispondere a chi gli scrive. Ci domandiamo con quale faccia possa aver detto, appena eletto, “Sarò il Sindaco di tutti”. Tale e quale a Pinocchio!
Per volere di questa mamma, ma anche per far capire ai Senigalliesi TUTTI da chi siamo amministrati, pubblichiamo le tre missive che furono mandate a “Sua Maestà il Reuccio del Castello Fatato”:
Prima lettera
Caro sig. Sindaco sono…(OMISSIS)… ed ho appena visto il servizio di oggi sugli occupanti di Casa Stella che si lamentavano di vivere in 30 mq. Noi, mio marito e mio figlio di 3 anni viviamo in 12 mq. Vorrei che lei venisse a vedere in che condizioni dobbiamo non vivere, ma sopravvivere. Vorrei solo farle capire che ci sono tante persone che soffrono, ma non vengono ascoltate, solo perché non hanno il coraggio di mostrare le proprie difficoltà. Noi non chiediamo dei soldi gratis, ma un umile lavoro. Vorremmo una vita semplice, ma in queste condizioni è impossibile. Le chiedo gentilmente di prendere in considerazione il nostro caso visto che sono 3 volte che cerchiamo di avere una risposta. Mi creda, siamo davvero in condizioni pessime… spero in un suo contatto telefonico.
Seconda lettera
Caro Sindaco ho visto che ha letto il mio messaggio ma non ha avuto un minuto del suo tempo per rispondermi e questo mi dispiace. Lo so che ha un cognome conosciuto, ma un minimo…io sto ancora aspettando una sua risposta o magari un appuntamento in comune per parlare a voce. Lo so la mia situazione è bruttissima ma un minuto per me…la ringrazio anticipatamente e buona giornata.
Terza lettera
Caro Sindaco aiutami per favore sto cercando una casa. Sicuramente la mia storia la sa, è dura, io e mio figlio siamo in comunità e vorremmo tornare nel nostro paese nativo, ma rincominciare da zero è dura e poi con un bambino. Lo so che neppure leggerà il mio messaggio, ma come posso fare per avere un aiuto da lei visto che sono seguita dagli assistenti sociali di Senigallia, ma senza aver risposta. La prego io non vorrei arrivare a chiamare tv e giornali per raccontare la mia situazione, solo con le brutte maniere si ottiene qualche cosa. Ora sono molto stanca, mi aiuti la prego, non è una minaccia ma un grido di aiuto. La ringrazio anticipatamente se mi fa sapere qualche cosa sarei grata. Buona giornata.
Non ci volevamo credere che tre persone potessero vivere in 12 mq, siamo andati sul posto e dopo l’incredulità abbiamo scattato alcune foto per documentarne la tragica verità/realtà. Indifferenza e menefreghismo sono il cuore di questa vicenda. Cosa chiederanno mai questi tre cittadini che “osano disturbare” il Sindaco scrivendogli?
Il lavoro il padre ora lo ha, può permettersi di pagare un affitto, non cifre astronomiche ovviamente, ma senza una fidejussione nessuno gliela mette a disposizione una casa. Hanno fatto richiesta di alloggio popolare, e stranamente, pur avendo una condizione sociale non agevole e un figlio di 7 anni con una disabilità, sono ben oltre il centesimo posto in graduatoria. Fino a quando non avranno una casa la mamma non potrà lasciare definitivamente la comunità, se lo facesse i giudici le toglierebbero il figlio. Senza la casa decente, perché ora in teoria una ne hanno, di 12 mq di proprietà del nonno paterno del ragazzo, ma è palese che giudice e assistenti sociali non permettono che si viva in tre in uno spazio angusto.
Un Sindaco, i Servizi Sociali e una comunità, un cane che si morde la corda, sono loro a non permettere che la famiglia stia unita per regolamenti e leggi esistente, ma cascasse il mondo se qualcuno muove un dito per dare dignità a degli essere umani! Forse la loro unica colpa è quella di non essere extra comunitari, perché state pur certi che a quel punto, o il Sindaco o il Dott. Mandolini, una sistemazione degna l’avrebbero già trovata. Vi risulta forse che queste forme di disagio sociale tocchino gli stranieri? Assolutamente no, tra alberghi e case popolari sono tutti sistemati, mentre gli Italiani devono tribolare e dannarsi l’anima. Per non parlare poi di chi ha avuto la casa popolare, ma non paga un euro di affitto.
Si degnerà il Sindaco di rispondere adesso? Il dottor Mandolini riuscirà a trovare un alloggio decente alla famiglia visto che possono anche pagare un affitto? Di case popolari vuote ce ne sono, e le conosciamo bene visto che ce le hanno segnalate, perché non darne una a questa famiglia?
Seguiremo questa storia e saremo come la goccia sulla pietra, non molleremo caro Sindaco, forse potremo fare poco o nulla, ma di sicuro saremo sempre qui a ricordarle i suoi DOVERI e a “romperle le scatole”, sarà un martellamento continuo perché desideriamo che tutti i senigalliesi capiscano bene che lei non è il Sindaco di tutti, ma solo di quelli che gravitano intorno al suo orticello. E la smetta, cortesemente, di rendersi ridicolo e penoso quando parla di “solidarietà”, proprio lei che non si degna di rispondere a chi le scrive più volte.
*Coordinatore Fratelli d’Italia – Alleanza Nazionale di Senigallia
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