AREA METAUROIN PRIMO PIANOPOLITICA

URBINO / Il caso Sgarbi non si smorza, Emilia Forti chiede le dimissioni di Elisabetta Foschi

URBINO / Il caso Sgarbi non si smorza, Emilia Forti chiede le dimissioni di Elisabetta Foschi

URBINO – Emilia Forti, consigliere comunale M5S, ha inviato in email al Presidente del Consiglio Comunale di Urbino, Elisabetta Foschi, e per conoscenza al Sindaco Maurizio Gambini, la seguente “lettera aperta”:

“Egregia Presidente Elisabetta Foschi,

durante l’ultimo Consiglio Comunale ho assistito, mio malgrado e attonita, agli interventi dell’assessore Sgarbi. L’assessore si è permesso di insultare ripetutamente diversi consiglieri, usare linguaggio scurrile e intervenire senza avere diritto di parola. Conosciamo tutti, per averle viste e udite in televisione, le modalità di dialogo a dir poco originali dell’assessore. Non è necessario spiegare la differenza tra un talk show e un Consiglio Comunale ma quando l’ho vista abbandonare lo scranno del Presidente per convalidare oltre ai contenuti anche i modi dell’assessore, ho temuto di doverglielo ricordare. Ho atteso, un tempo che mi è sembrato infinito, che lei intervenisse e riportasse ordine e dignità in aula. Non essendo avvenuto, ho chiesto formalmente e nel tempo di parola a me concesso, che venisse ripristinato un dialogo civile e adatto al dibattito politico istituzionale.

“Ho avuto le sue scuse e il suo accordo. Ritenevo fosse già una mancanza grave da parte del Presidente essere ripresa da un consigliere affinché potesse svolgersi un dibattito sereno. Sono tendenzialmente incline all’indulgenza, comprendo l’errore e ho compreso, innanzi tutto, la possibilità che Lei potesse essere venuta meno al suo ruolo a causa della concitazione in atto. Pertanto, dopo essere intervenuta e aver avuto rassicurazione, mi sono seduta convinta che Lei, riprese in mano le redini, avrebbe gestito al meglio la situazione. Sono passati solo alcuni minuti perché l’assessore Sgarbi riproponesse lo stesso atteggiamento prevaricatore e insultante.

“A questo punto, non tutelata nella mia dignità, a rischio di essere ulteriormente insultata e prevaricata, ho abbandonato l’aula. Con il suo atteggiamento Lei non ha permesso il corretto funzionamento del Consiglio Comunale né la corretta dialettica tra maggioranza e opposizione impedendomi, di fatto, di ricoprire il mio ruolo. Ha lasciato che venissi mandata a quel paese otto (8) volte consecutive solo per aver fatto legittima ed educata richiesta d’ordine. Ha permesso che altri consiglieri fossero insultati per le loro opinioni. Ha lasciato ad un assessore potere assoluto di parola, indulgendo su atteggiamenti ed eloqui che mai e a nessuno possono essere concessi in un Consiglio Comunale. Ha violato il suo ruolo super parte e l’ha violato grossolanamente! Ha commesso un errore talmente grave che non è superabile da scuse di nessun tipo. Solo un atto di ammissione di completa responsabilità che si configura in dimissioni spontanee e immediate potrebbe dare al Consiglio la misura dell’ avvenuta comprensione da parte Sua delle gravità accadute durante l’ultimo Consiglio Comunale. La informo che oltre ad aver subito grave offesa non ritengo sussistano le condizioni di tutela del mio ruolo istituzionale e della mia persona in un Consiglio Comunale da Lei presieduto”.

Ed anche Alberto Luminati ha inviato, sullo stesso argomento, una lettera aperta al Sindaco di Urbino.

Sono un urbinate, la mia famiglia lo è da secoli, sono avanti negli anni ed ho avuto modo di conoscere, per lavoro e per lungo tempo, una buona parte del mondo; ne ho viste – e qualche volta subite – di tutti i colori, ma credo che l’intensa indignazione che ho provato e continuo a provare in questi giorni, ricordo di averla sentita, così nel profondo, solo di fronte ad eventi che hanno mortificato e ferito pesantemente il nostro mondo, il nostro essere liberi. Non importa quanto grandi e tragici siano i fatti: la loro natura, la loro essenza li qualifica.

“Nel mio girovagare per Paesi anche molto lontani, ho sempre avuto la certezza di essere nato ed essere stato educato in una Città nota per la sua Bellezza, la sua Civiltà e la sua Storia: Urbino, patrimonio dell’UNESCO, può e deve presentarsi al mondo per ospitare grandi idee, non certamente per amplificare il clamore degli insulti e delle volgarità. Accuse luride e spregevoli quanto insensate, come quelle che l’Assessore Sgarbi, non eletto dagli Urbinati, ma voluto dal Sindaco, ha vomitato durante l’ultimo Consiglio Comunale, avrebbero fatto inorridire chiunque anche se solo fossero state rivolte ad una persona qualsiasi per strada o all’osteria, ma poiché sono state indirizzate a Consiglieri Comunali, Rappresentanti eletti dai Cittadini di Urbino, pubblicamente e durante una riunione di Consiglio Comunale, oltre a ferire la loro dignità individuale, hanno colpito l’intera Cittadinanza di cui il Sindaco ne è il Primo Cittadino. Ecco perché scrivo a lui, il Sindaco, e non al protagonista. E’ a lui che mi rivolgo perché, prima e subito dopo l’elezione, ha più volte dichiarato di voler essere il Sindaco di tutti gli Urbinati ed invece, di fronte ad una serie di aggressioni verbali, sconce e fuori controllo, ripeto, insensatamente volgari ed offensive nei confronti di Consiglieri Comunali, non solo non è intervenuto, ma ha provocatoriamente sostenuto di voler dare la cittadinanza onoraria all’aggressore. Ma dove crede di essere? Qualche riga sulla storia di questa Città l’ha mai letta?  Sono indignato ed offeso, come dovrebbero esserlo i miei Concittadini:  non sono stati insultati e vilipesi individui che si trovavano lì per caso o per disturbare, ma i miei, i nostri Delegati, quelli che comunque concorrono a rappresentare la nostra Città, che si condividano o no le loro opinioni.

“Oggi  la Città di Urbino dovrebbe avere il diritto di costituirsi parte civile in un procedimento penale per le offese ed ingiurie che un Assessore ha rivolto a Rappresentanti delegati dagli Urbinati e quindi rivolte alla Comunità; dovrebbe sentire il dovere di chiedere che venga sostituita nell’incarico la Presidente del Consiglio Comunale la quale, per indegna adulazione o incapacità politica (o ambedue), non solo non ha allontanato dall’aula l’aggressore, ma non ha neppure avuto il coraggio di esercitare il proprio dovere istituzionale di pretendere la moderazione, interrompendo la velenosa emorragia verbale. A chi il compito di procedere, se non al Primo Cittadino, eletto Garante della Istituzione Municipale nella sua totalità ed integrità? Nel caso che ciò non avvenga, gli Urbinati reagiranno o dovrò rassegnarmi a pensare che la notorietà televisiva, nulla di più e nulla di meglio, dà il diritto di passare sopra alla decenza civile ed al senso di civitas che, interpretandone alla buona il significato, comporta convivenza nella libertà di opinione e nella democrazia del confronto?”

 

Ag – RIPRODUZIONE RISERVATA - www.laltrogiornale.it