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Anche nelle Marche sta esplodendo il consumo di prodotti biologici

Anche nelle Marche sta esplodendo il consumo di prodotti biologici

Al festival Hearth di Piticchio di Arcevia i produttori da tutta Italia si sono confrontati su “Il valore delle filiere biologiche in Europa”

Anche nelle Marche sta esplodendo il consumo di prodotti biologici

ARCEVIA – Il consumo del biologico sta esplodendo in Europa e nelle Marche. La richiesta è per un prodotto di un’agricoltura biologica certificata e che offra qualità perché i consumatori chiedono fiducia e la garanzia di mangiare cibo sano. Al festival Hearth di Piticchio di Arcevia, organizzato fino a domenica dall’associazione Amici di Piticchio e dalla cooperativa di agricoltura biologica La Terra e il Cielo, i produttori da tutta Italia si sono confrontati su “Il valore delle filiere biologiche in Europa”, non nascondendosi che sul mercato si possa trovare un bio taroccato. Dal 2008, comunque, il biologico ha registrato un aumento nazionale costante del 10%, nel 2016 del 12%, perché, in piena crisi, i consumatori si sono attaccati al valore dei prodotti, con un aumento di vendite in Italia, secondo dati Assobio, di 1,3 miliardi nei super e ipermercati negli ultimi dieci mesi. Nelle Marche, con una superficie agricola bio di 57 mila ettari, pari al 15% sul totale contro la media del 12% italiana, operano 2.300 aziende.

“Noi lavoriamo e ci impegniamo per il biologico vero – ha detto Bruno Sebastianelli, presidente della Terra e il Cielo -, basato su ambiente, con la tutela di paesaggio, acqua, suolo, biodiversità, fertilità del terreno, sul reddito agli agricoltori, con il riconoscimento del prezzo giusto, e su un prodotto salutistico, con il convenzionale che ha perso dal 70 per cento in su dei principi nutritivi”.

Nelle Marche, a fianco di questa scelta, c’è da sempre la Regione perché, ha affermato Anna  Casini, vicepresidente e assessore regionale all’Agricoltura, “crediamo nel valore etico del biologico e cerchiamo di sostenere le aziende, anche chi si vuole certificare, ad essere competitive nella qualità”. Questo obiettivo, ha spiegato la Casini, si traduce, fra i vari interventi per questo comparto, in risorse per 80 milioni di euro del Programma sviluppo rurale 2014-2020 per il biologico, oltre a 31,6 milioni per lo sviluppo delle filiere agricole di cui 18 milioni per il bio, con uno sviluppo stimolato anche da 100 giovani facilitatori che hanno il compito di informare e formare nuove filiere.

Per Roberto Pinton, segretario Assobio, “non c’è competizione, il mercato è nostro, ma il nostro settore deve diventare adulto perché è di rilevanza nazionale, come riconosce il decreto legge all’esame della Camera. Bisogna cominciare a fare un programma, a muoversi e a crescere perché ce lo chiedono i consumatori, con la domanda di qualità”.

Questo “è il momento per tutti noi di fare un salto di qualità – ha detto Fabio Brescacin, presidente di Ecor-NaturaSì -, di lavorare per fare un prodotto di sempre maggiore qualità e di creare una comunità sana fra chi produce, chi distribuisce e chi consuma, per costruire una nuova economia che deve partire dalla coscienza dei consumatori”.

All’incontro, moderato da Francesco Solfanelli, Università Politecnica delle Marche, che ha sollecitato i partecipanti sull’attuazione della sostenibilità dell’agricoltura biologica, economica, ambientale, sociale, è intervenuto il sindaco di Arcevia, Andrea Bomprezzi, rimarcando come Hearth, da tre anni, “è un evento strategico legato al territorio e alle sue possibilità di sviluppo”, rappresentati di Coop Alleanza 3.0 e Ce.Di. Marche e due esponenti del biologico inglese e svizzero.

 

 

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