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SENIGALLIA / Il tricolore rimosso ed i costi legali: Paradisi, Rebecchini e Canestrari chiedono di accertare tutte le responsabilità

SENIGALLIA / Il tricolore rimosso ed i costi legali:  Paradisi, Rebecchini e Canestrari chiedono di accertare tutte le responsabilità

SENIGALLIA – Unione Civica e Forza Italia, che fin dal 2009 avevano denunciato l’iniquità del comportamento dell’Amministrazione comunale,  intendono andare fino in fondo, coinvolgendo nel dibattito le istituzioni cittadine, su una vicenda – quella della bandiera tricolore posizionata dal signor Giulio Fibbi nella palazzina ove risiede – che rappresenta la più imponente dilapidazione di risorse pubbliche degli ultimi anni in un contenzioso legale già perso in partenza e non degno di una istituzione pubblica. Si parta -affermano i consiglieri comunali Roberto Paradisi, Lugi Rebecchini ed Alan Canestrari – dall’accertamento delle responsabilità dirigenziali con una accurata verifica. E per questo hanno presentato una dettagliata interrogazione al sindaco ed al presidente del Consiglio comunale di Senigallia.

“PREMESSO CHE – scrivono i consiglieri comunali Roberto Paradisi, Lugi Rebecchini ed Alan Canestrari –

  • Si è conclusa la pluriennale vicenda legata al contenzioso per la rimozione del tricolore e dell’asta portabandiera che ha visto contrapposti Amministrazione comunale e il Sig. Giulio Fibbi;
  • Che il Consiglio di Stato ha definitivamente sancito il diritto del Sig. Fibbi a mantenere pennone e bandiera, sancendo, allo stesso modo, la completa illegittimità di tutte le ordinanze emesse dal Comune di Senigallia;
  • In particolare, il Consiglio di Stato, demolendo ogni ordinanza predisposta e motivata dal dirigente Gianni Roccato (che ha supportato tecnicamente la volontà dell’allora sindaco Angeloni), ha stabilito che: a) non vi era alcuna violazione della normativa urbanistica come affermato dall’ufficio tecnico; b) non vi era e non vi è alcun pericolo per la pubblica e privata incolumità e pertanto nessuna violazione delle relative norme, come pure affermato dall’ufficio tecnico; c) non vi era e non vi è alcuna violazione delle norme relative alle costruzioni in zona sismica, come pure affermato dagli uffici tecnici; d) il pennone portabandiera non viola alcuna normativa urbanistica non integrando gli estremi di un manufatto o opera edilizia non modificando lo stato dei luoghi, come pure affermato dall’ufficio tecnico; e) non vi è alcuna deturpazione o alterazione del paesaggio urbano (come invece affermato dall’ufficio tecnico), anzi rappresentando il tricolore – ha stabilito con particolare e giusta enfasi il Consiglio di Stato – una “rappresentazione iconografica di interessi degni di rilievo sociale”;
  • Non solo: il Consiglio di Stato ha accusato il Comune di sovrapporre un “coacervo eterogeneo di norme” contrastando così e violando i principi di nominatività, tipicità, legalità;

CONSIDERATO CHE

  • Nella vicenda rappresentata vi è, da una parte, una precisa responsabilità di natura politica imputabile alle Amministrazioni che si sono succedute e che hanno supinamente reiterato una battaglia priva di senso logico e intrisa di rancore ideologico avviata dall’ex sindaco Angeloni; dall’altra vi è la condotta del dirigente Gianni Roccato che deve essere oggi valutata dall’attuale Amministrazione comunale;
  • L’operato del dirigente pubblico (dal quale ci si aspetta una puntuale conoscenza dei dati normativi e degli indirizzi giurisprudenziali, peraltro già noti in questo caso) deve essere improntato a rispetto delle norme ed economicità e buon andamento della pubblica amministrazione;
  • In caso di accertamento di “colpa grave” in capo ad un dirigente, quest’ultimo può vedersi attribuita la responsabilità del danno causato all’ente;
  • Nel caso attuale il danno erariale (sia in relazione al pagamento delle spese liquidate dai giudici sia in relazione alle enormi spese liquidate ai legali dell’Amministrazione) è rilevante;

Premesso tutto ciò – affermano sempre i consiglieri comunali Roberto Paradisi, Lugi Rebecchini ed Alan Canestrari –

INTERROGHIAMO LA S.V.

Per sapere

Se è intenzione di questa Amministrazione avviare una indagine interna per accertare eventuali profili di responsabilità in capo al dirigente Gianni Roccato le cui motivazioni contenute nei vari provvedimenti tutti annullati sono state completamente e seccamente disattese dal Consiglio di Stato. Accertamento propedeutico ad una eventuale azione in relazione a profili di responsabilità civile verso l’ente che si chiede fin da ora di valutare.

“Si richiede – concludono i tre consiglieri – risposta orale nel prossimo consiglio comunale”.

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