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SENIGALLIA / Presentata in Consiglio comunale una mozione di sfiducia nei confronti dell’assessore Carlo Girolametti

SENIGALLIA / Presentata in Consiglio comunale una mozione di sfiducia nei confronti dell’assessore Carlo Girolametti

SENIGALLIA – I consiglieri comunali Roberto Paradisi, Luigi Rebecchini, Alan Canestrari e Davide Da Ros dei gruppi consiliari Unione Civica, Forza Italia e Lega Nord, hanno presentato al presidente del Consiglio comunale una mozione come atto di sfiducia nei confronti dell’assessore Carlo Girolametti.

I consiglieri comunicali proponenti, premettono:

Nelle scorse settimane l’assessore ai servizi sociali Carlo Girolametti si è reso protagonista di comportamenti che ledono l’onorabilità dell’Amministrazione comunale offrendo peraltro una rappresentazione anti-democratica e faziosa di un Ente pubblico che per natura (e per principi di ordine costituzionale) deve restare pluralista, imparziale e democratico;

In modo particolare, l’assessore Girolametti ha partecipato fisicamente al presidio di facinorosi appartenenti al centro sociale denominato “Arvultura” di Senigallia (gli stessi facinorosi che scrivevano “10, 100, 1000 Nassirya”), centro sociale che ha tentato fisicamente di impedire una libera manifestazione di una organizzazione politica giovanile non gradita ai facinorosi stessi;

L’assessore si era posizionato alle spalle del cordone degli attivisti del Centro sociale di fatto “spalleggiandoli”;

Una volta denunciata la sua presenza del tutto inopportuna e anti-democratica da parte del consigliere comunale Paradisi, l’assessore, in prima battuta (e non sapendo di essere in realtà stato fotografato alle spalle degli agitatori) ha pubblicamente negato la propria presenza presso il presidio inviando addirittura un comunicato stampa in cui scriveva che il consigliere Paradisi avrebbe avuto “l’ossessione” di vederlo ovunque anche quando lui era assente;

Solo a seguito della pubblicazione delle fotografie da parte del consigliere Paradisi, l’assessore Girolametti, gettando ulteriore discredito nell’Amministrazione comunale, confessava la sua presenza confermando di fatto la menzogna pubblica del giorno precedente;

Non pago di ciò, rincarava la dose e,  a quel punto, (nemmeno accorgendosi di proporre un rimedio peggiore del male) rivendicava orgogliosamente la sua partecipazione se pure in una circoscritta fascia temporale al presidio di facinorosi confermando altresì la volontà di tacitare un gruppo politico (Casa Puond nello specifico) che manifestava liberamente con tanto di autorizzazione;

Detta rivendicazione avveniva peraltro nella consapevolezza che il consigliere Paradisi era stato fatto oggetto di una selvaggia aggressione verbale con tanto di insulti e lancio di oggetti da parte dei facinorosi stessi ai quali Girolametti ha espresso vicinanza;

Un comportamento che denota sintomaticamente una appena mascherata compiacenza per il vile atto di cui è stato vittima un consigliere comunale di opposizione.

Considerato che:

Anche nel corso dell’approvazione dell’ultimo bilancio comunale l’assessore Girolametti aveva dato prova della sua indole non solo autoritaria ma anche liberticida affermando pubblicamente che era sbagliato concedere spazio e diritto di parola all’opposizione di Unione Civica che aveva presentato così tanto emendamenti da aver realizzato un “contro-bilancio”;

In quella occasione l’assessore non solo dimostrava di non comprendere il ruolo democratico delle opposizioni (che hanno il diritto-dovere di fare proposte alternative) ma dimostrava di non conoscere nemmeno i principi e le regole, oltre che di una società democratica e liberale, del nostro Statuto e del nostro Regolamento comunale;

In altre parole l’assessore Girolametti rivendicava e rivendica a sé il diritto di stabilire chi può e chi non può parlare assumendo atteggiamenti di termidoriana memoria;.

Premesso tutto ciò il Consiglio Comunale impegna il Sindaco a immediatamente revocare, anche in difesa dell’immagine e della reputazione dell’Amministrazione comunale,  la delega ai servizi sociali all’assessore Carlo Girolametti non essendo più compatibile il suo ruolo all’interno di un organo collegiale che deve necessariamente essere ed apparire democratico, pluralista e imparziale”.

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