La sanità continua a perdere pezzi importanti, medici in fuga dall’ospedale di Jesi
La sanità continua a perdere pezzi importanti, medici in fuga dall’ospedale di Jesi
Ma il presidente Ceriscioli si ritiene soddisfatto dei risultati. Polemica presa di posizione di Romina Pergolesi, consigliere regionale del Movimento 5 Stelle
JESI – «L’hanno definito ospedale modello, sì, ma un modello da non prendere come esempio! Al Carlo Urbani di Jesi la situazione è ormai senza controllo: la fuga dei medici da più reparti è inarrestabile, ma Ceriscioli si ritiene soddisfatto dei risultati raggiunti. Viene da chiedersi se gli obiettivi che si è posto collimino con le reali necessità dei cittadini». E’ quanto afferma in una dichiarazione la consigliera regionale Romina Pergolesi del Movimento 5 Stelle, membro della Commissione Sanità della Regione Marche, all’indomani delle parole del presidente Luca Ceriscioli che si dichiara soddisfatto per essere riuscito a rispettare i tempi per le liste d’attesa previsti per legge, (con ben due anni di ritardo), per l’erogazione di alcune prestazioni sanitarie.
«I camici bianchi fuggono presso altre strutture sanitarie anche fuori l’Area Vasta2 e l’ospedale “modello” fa acqua da più reparti» continua la consigliera pentastellata. «A farne le spese – aggiunge – sono sempre i cittadini che non trovano più le risposte di cui necessitano, specialmente nei casi di urgenza».
Dure sono le considerazioni della Pergolesi sulla situazione in cui versa da anni il Carlo Urbani: «Al peggio non c’è mai fine!» dichiara la consigliera, spiegando come il recente regolamento di accesso dei pazienti firmato dal dottor Bruciaferri, prossimo alla pensione, e dalla dottoressa Schimizzi, rispettivamente primari dei reparti di Medicina e Chirurgia del Pronto Soccorso e della Medicina Interna, rischia di aggravare lo stato d’emergenza del Pronto Soccorso jesino.
“Per una migliore organizzazione delle limitate risorse umane al momento presenti nell’Unità Operativa”, così si legge nella determina, si dispone il numero massimo di ricoveri consentiti tra il lunedì ed il sabato, “eccezionalmente potranno essere effettuate ammissioni di domenica”, esaurito il quale, i pazienti rimarranno in carico al PS/OBI o dirottati in altri reparti, sempre che ci siano posti letto disponibili.
«Se non sbaglio al PS su dodici medici in organico 4 hanno spiccato il volo, il 33% della forza lavoro! E ci sono reparti, come quello della Bronco Pneumologia, il servizio è garantito grazie allo sforzo di pochi medici», afferma sempre, preoccupata, la Pergolesi, che continua dicendo: «segnali di allarme arrivano persino dalla Farmacia Ospedaliera!»
«È irrispettoso ed inaccettabile che si lasci ancora una volta gli operatori in balia degli eventi, puntando solo su una loro auto-gestione e sul loro senso del dovere. E’ così che pensano di ridurre i disagi delle persone e garantire il servizio sanitario? Oramai sono in molti quelli che si augurano il commissariamento del presidente Ceriscioli per incapacità manifesta».
Ag – RIPRODUZIONE RISERVATA - www.laltrogiornale.it