FANO / Un Flauto magico innovativo e geniale al Teatro della Fortuna
FANO / Un Flauto magico innovativo e geniale al Teatro della Fortuna
di PAOLO MONTANARI
FANO – Il Teatro della Fortuna ospita il Flauto Magico di Mozart e il Sovrintendete del Teatro, Catia Amati, per l’occasione vuole ricordare il maestro Alberto Zedda, recentemente scomparso. Si tratta di una nuova produzione firmata, dopo il Barbiere di Siviglia, ancora dall’Accademia di Belle Arti di Urbino.
La regia innovativa e a tratti anche geniale è del pesarese Francesco Calcagnini, con la collaborazione degli allievi dell’Istituto che hanno curato scenografia, costumi, luci e videoproiezioni. Molte simbologie in questo Die Zauberflote (Il flauto magico), diretto da una promessa nel mondo orchestrale, il maestro Gaetano d’Espinosa con la FORM – Orchestra Filarmonica Marchigiana e il Coro del Teatro della Fortuna “M.Agostini” diretto dal maestro Mirca Rosciani. Questo nuovo allestimento rientra nella coproduzione della Rete Lirica delle Marche, Teatro della Fortuna di Fano, Teatro dell’Aquila di Fermo, teatro Ventidio Basso di Ascoli Piceno, con il coordinamento di produzione dell’Associazione Arena Sferisterio- Teatro di Tradizione.
Il Flauto magico
Opera tedesca in due atti su libretto di Emanuel Schikaneder
musica di Wolfgang Amadeus Mozart
Editore proprietario Barenreiter Verlag,Kassel
Rappresentante per l’Italia Casa Musicale Sonzogno di Milano
Opera eseguita in lingua originale con sopratitoli in italiano
Direttore d’orchestra Gaetano d’Espinosa
Regia di Francesco Calcagnini
Progettazione scemìne,costumi, luci e video Accademia di Belle Arti di Urbino
Regia assistente Chiara Tarabotti
Scenografo assistente Lorenzo Trucco
personaggi interpreti
Sarastro Bastian Thomas Kohl
Tamino Matteo Desole
Oratore/Primo sacerdote Carlo Feola
Secondo sacerdote Emanuele Bono
Regina della Notte Sofia Mchedlishvili
Pamina Kiandra Howarth
Prima Dama Jinkyung Park
Seconda Dama Beatrice Mezzanotte
Terza Dama Sara Rocchi
Primo Fanciullo Ilenia Silvestrelli
Secondo Fanciullo Caterina Piergiacomi
Terzo Fanciullo Emanuele Saltari
Papageno Mattia Olivieri
Papagena Diletta Rizzo Marin
Monostatos Andrea Giovannini
Secondo armigero Giacomo Medici
Figuranti: Alberto Pancrazi, Giulia Astolfi, Giulia Schiavone, Federica Serra, Giada Tonioni, Sofia Vernaleone
FORM – Orchestra Filarmonica Marchigiana
Coro del Teatro della Fortuna “Mezio Agostini”
Maestro del coro Mirca Rosciani.
Un Flauto Magico innovativo, per una favola buffa fatta di parlato e di canto, che dipana culti esoterici e ardimentose iniziazioni fra magia e fede con lo sfondo quasi inquietante della simbologia massonica, di cui Mozart fece parte.
L’opera, Il flauto magico, fu messa in scena il 30 settembre 1791, in un teatro di periferia e fin d’allora rappresentò un marchingenio rivoluzionario per quei tempi. Oggi l’opera a 225 ANNI, dalla prima, acquista, un valore universale, secondo la lettura che ne ha dato Francesco Calcagnini.
Non manca il bestiario mozartiano, ma questo diviene lontano da quella genuinità originale. Tanto che i personaggi che fanno da corollario agli interpreti principali sono vestiti con l’abito bianco del Pontefice. E chi meglio di Papa Francesco può rappresentare questo simbolo rivoluzionario . Lo si vede,secondo una interpretazione a dare dell’acqua a una pianta. Il recupero dell’equilibrio ecologico. Il ritorno ai valori francescani. Il flauto magico di Calcagnini, contiene anche e soprattutto questo messaggio. La testa monca di un manichino seduto, nel primo atto, può essere interpretato come la ricrca individuale di una identità e dell’amore. Il Flauto magico è un’opera buffa che ha una base costante: la ricerca dell’Amore. Forte è il senso cinematografico in questo allestimento scenografico, in particolare si sente la lezione espressionista tedesca, con i fondali neri e il gioco delle ombre e delle luci. La luce è inquietante perchè mette in risalto i protagonisti dell’opera, in una atmosfera inquietante. Anche la sublimità dei sentimenti, l’unione fisica fra Tamino e Pamina, sono visti non in un ambiente romantico, ma fra oggetti e materiali, meccanici , come la vasca da bagno, il letto di un medico o la poltrona di un dentista. E il figurante Alberto Pancrazi, sembra un personaggio del teatro dell’ASSURDO, di Beckett e Ionesco, perché la realtà e gli stessi sentimenti vengono deformati.Non un’opera che vuole rientrare nei canoni teatrali della contemporaneità o della ricostruzione filologica risalente al 1791. Un lavoro di sintesi in cui domina il tessuto narrativo della favola con i suoi accadimenti.
Ottima interpretazione vocale della Regina della Notte da parte del soprano Sofia Mchedishvili e di Mattia Olivieri nel ruolo di Papageno, che oltre ad una buona interpretazione vocale ha presentato delle buone doti attoriali e di movimento scenico. Un pò impacciato Tamino e non molto convincente Pamina. L’opera ha avuto il meglio di sè dagli interpreti secondari e dal coro che ha interpretato la propria parte con grande equilibrio vocale-musicale.
Il flauto magico è un Singspiel (canto recitazione) che indica una forma teatrale comica, sorto e sviluppatosi in area tedesca-austriaca, basato sull’alternanza di musiche e parti recitate. L’opera, che in particolare Calcagnini, ha abbondantemente arricchito di riti e simboli massonici, intende esprimere la vittoria della luce sulle tenebre, del bene sul male. Il flauto magico è tra le più difficili da rappresentare in teatro, perché il lavoro di oggettivazione più o meno fantastica che si trasferisce in palcoscenico è troppo poco concreto ma anche non abbastanza astratto per costruire un contrappunto logico, narrativo, immaginifico, visivo, agli effetti musicali che Mozart concerta. Possiamo dire che è un’opera che anticipa anche il teatro contemporaneo. E’ un tranello magico, che lo spettatore ormai assuefatto dalla comunicazione uniforme deoi mezzi televisivi, all’inizio non capisce e in parte rifiuta. Ma poi diviene attore, un coinvolgimento che nel XX secolo, si è sviluppato con il teatro di Kantor.
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