Gualtiero De Santi: “In questo momento di crisi la poesia dialettale è la più viva”
Gualtiero De Santi: “In questo momento di crisi la poesia dialettale è la più viva”
URBINO – Gualtiero De Santi, critico letterario e cinematografico, è il direttore della rivista Il parlar franco. In questo periodo sta preparando un suo saggio su Il dialetto in Pasolini. Abbiamo intervistato lo studioso urbinate.
– Prof. De Santi, lei è uno dei massimi studiosi di poesia dialettale e in particolare sta approfondendo gli studi sugli autori marco-romagnoli. Ci può parlare di questa tipicità dialettale della cosiddetta terra di confine?
“Una poesia del confine marco-romagnolo non esiste. Vi è un’area linguistica in cui autori marchigiani si trovano affini linguisticamente con i romagnoli. Le origini però sono tutte emiliano romagnole. La poesia dialettale infatti nasce in Romagna tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento. Poi nella seconda metà del Novecento a Sant’Arcangelo di Romagna nasce la famosa scuola con poeti come Guerra, Pedretti, Fucci, Baldini e Walter Galli a Cesena. Una vera e propria fucina di grandi poeti. Nella provincia di Pesaro e Urbino, vi è un unico poeta Pasqualon, Odoardo Giansanti che subì anche lui l’influenza della poesia romagnola. Poeti in dialetto nelle Marche si trovano nella parte centrale della regione e in particolare nella provincia di Ancona”.
– Quali sono le tematiche?
“Sono le stesse, che tendono al recupero del passato popolare. Solo con la poesia dialettale in Pasolini vi è la svolta, in quanto si recupera il presente con i temi della malattia e le nevrosi degli uomini contemporanei. I poeti non sono dialettali ma scrivono il dialetto, confrontandosi con il paesaggio e la classicità. Un esempio è Franco Scataglini, che utilizza una lingua che richiama la lingua poetica del Due e Trecento, in particolare è influenzata dalla traduzione del Romance de la rose, che è un testo medievale retorico. Vi sono poi le immagini del porto di Ancona e al centro vi è lui, il poeta,con le nevrosi dei nostri giorni”
– Prof. De Santi, oggi il dialetto è ancora vivo?
“E’ parlato poco. Il dialetto dei poeti è raffinato e non generico e popolano. In questo momento in cui vi è una crisi di nuovi autori, la poesia dialettale è la più viva”.
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