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La Compagnia nazionale di Raffaele Paganini presenta a Cagli Il lago dei cigni

La Compagnia nazionale Raffaele Paganini presenta a Cagli Il lago dei cigniLa Compagnia nazionale di Raffaele Paganini presenta a Cagli Il lago dei cigni

Lo splendido balleto in quattro atti musicato da P. I. Ciajkovskij, su coreografie di Marius Petipa, per la regia di Luigi Martelletta sarà proposto sabato 18 febbraio, alle ore 21, al Teatro Comunale

La Compagnia nazionale Raffaele Paganini presenta a Cagli Il lago dei cigni La Compagnia nazionale Raffaele Paganini presenta a Cagli Il lago dei cigni

CAGLI – Il lago dei cigni è uno dei balletti più conosciuti del repertorio classico, amatissimo e rappresentato con successo in tutto il mondo. Sabato 18 febbraio alle 21.00, verrà presentato al Teatro Comunale di Cagli da una delle migliori compagnia di danza italiane, quella della stella Raffaele Paganini. È uno splendido balleto in quattro atti musicato da P. I. Ciajkovskij, compositore tra i più importanti per il balletto classico, su coreografie di Marius Petipa. La regia è curata da Luigi Martelletta, per anni primo ballerino del Teatro dell’Opera di Roma.

Il lago dei cigni narra la storia della principessa Odette, trasformata in cigno dal mago Rothbart, che ogni mezzanotte ritrova sembianze umane per alcune ore. Incontra così il principe Sigfried che si innamora di lei e promette di liberarla. Al ballo al castello, con un inganno ordito dal mago, il principe Siegfried sceglie Odile (figlia di Rothbart) come sposa al posto di Odette. Il principe corre al lago dove Odette e le sue compagne piangono il loro destino, quando giunge Rothbart che scatena una tempesta che annega i due innamorati.

La regia di Martelletta valorizza aspetti del libretto mai sottolineati prima, proponendo un lavoro più snello e vivace, alleggerendo i manierismi del repertorio classico. Non mancano tutte quelle danze che molti conoscono e amano: I cigni, la danza spagnola, la danza russa, il valzer, i passi a due, e molto molto altro.

Lo spettacolo è snello, veloce, le coreografie sono fresche e coinvolgenti sono valorizzate da ballerini, preparatissimi. Le scenografie semplici e rappresentative sottolineate da un lavoro di luci ben studiato, che accompagna perfettamente i movimenti dei danzatori. Uno spettacolo da vedere in rigoroso silenzio per apprezzare tutte le “sfumature” di una antica tradizione, rivisitata con un occhio moderno e senza orpelli.

INFO

Platea e Palchi 15,00 € – Loggione 10,00 € – Biglietto ridotto per le Scuole di Danza

Biglietti online su www.liveticket.it

Info Botteghino Tel. 0721 781341 – Ufficio Cultura Tel. 0721 780731 –

email: botteghino.teatrodicagli@gmail.com

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Luigi Martelletta, ballerino e coreografo

Inizia gli studi all’età di sei anni alla Scuola di Danza e Teatro dell’Opera di Roma, a soli sedici anni entra a far parte della compagnia e a diciannove ne diventa Primo Ballerino. Da allora ha sempre danzato tutti i ruoli del repertorio classico con partners internazionali quali: N. Makarova, C. Fracci, M. Plisseskaja, A. Ferri, alternando le sue recite con danzatori quali: R. Nurejev, V. Vassiliev, ecc. Molte anche le esperienze di neoclassico e contemporaneo come ospite in teatri italiani ed europei. Come coreografo inizia nel 1988 con un piccolo gruppo.

Luigi Martelletta, grazie alla sua forte presenza scenica e al suo carisma diventò, dal 1983, primo ballerino del Teatro dell’Opera di Roma e prese parte a tutte le stagioni danzando per i più grandi e prestigiosi coreografi del panorama mondiale. Lavorò con Roland Petit (ballet National de Marseille), Maurice Bejart (Ballet du XXe siècle), Oscar Araiz (Grand Theatre de Genève), Alberto Alonso (Ballet Nacional de Cuba), Ben STevenson (Houston ballet).

Tra i lavori più importanti ricordiamo: “Tema e Variazioni”, “Carmen” e “La Dama di Picche”, “La Sagra della Primavera” di Bejart. Nel 2004 chiude la carriera di danzatore al Teatro dell’Arena di Verona danzando “Don Chisciotte” insieme a star internazionali quali: Ethan Stieffel, Gillian Murphy, Maxim Belottserkovsky ed Irina Dvorovenko dell’American Ballet Theatre.

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