Mirco Carloni: “C’è un disegno politico della Provincia che vuole ridurre Fano a città di serie B”
Mirco Carloni: “C’è un disegno politico della Provincia che vuole ridurre Fano a città di serie B”
Il consigliere regionale interviene sulla situazione dell’Istituto Tecnico Economico e Turistico Battisti, augurandosi che l’assessore Loretta Bravi possa contrastare la pericolosa deriva
di PAOLO MARIA ROCCO
FANO – Il consigliere regionale Mirco Carloni (Capogruppo di Area Popolare/Marche 2020) interviene sulla vicenda dell’Istituto Tecnico Economico e Turistico “C. Battisti” di Fano e, forte della sua presenza costante ed efficace a favore dell’autonomia del prestigioso istituto scolastico fanese e del potenziamento dell’offerta formativa per la città di Fano, ribadisce con chiarezza che gli enti pubblici preposti alla programmazione della rete scolastica del territorio provinciale di Pesaro e Urbino hanno colpevolmente sottovalutato l’importanza e le qualità dell’Istituto superiore fanese: «La Provincia di Pesaro e Urbino e, in particolare, il presidente Tagliolini, insieme con tutti gli esponenti che, con lui, ne hanno retto e sostenuto la gestione politica, dovrebbero spiegare perché Fano è stata penalizzata con un trattamento ingiustificato per quanto riguarda l’ITE “C. Battisti”: ad altre città del territorio è stato assegnato il doppio delle dirigenze scolastiche e di progetti formativi; Fano, invece, è lasciata, relativamente a questo aspetto, in fondo a tutte le classifiche!».
Il consigliere regionale Carloni, conoscitore della materia del contendere, è già intervenuto più volte pubblicamente a Fano e nelle sedi delle istituzioni regionali per manifestare la propria ferma contrarietà verso una organizzazione delle reti scolastiche che vede la Città della Fortuna, abitata da 60mila residenti, arrancare, riguardo alle autonomie scolastiche presenti nel territorio comunale (e cioè riguardo al numero delle dirigenze scolastiche), dietro a Pesaro, Senigallia e Urbino. Queste ultime città, infatti, possono fregiarsi di, rispettivamente: 7 autonomie Pesaro (90mila abitanti), 5 Senigallia (40mila abitanti) e 5 Urbino (15mila abitanti), nonostante Senigallia e Urbino contino, appunto, meno residenti di Fano: «C’è un evidente disegno politico – accusa quindi Carloni – per far diventare Fano una città di serie B! È ora di dirlo e di porre fine una volta per tutte a questa deriva!».
Che il progetto provinciale delle reti scolastiche tenda a demolire l’ITE “Battisti” e l’offerta formativa per la città di Fano è denunciato anche dal documento che 50 docenti dell’Istituto superiore hanno elaborato e consegnato qualche settimana fa alle parti interessate per far valere le proprie inconfutabili ragioni: «Il Piano di organizzazione scolastica elaborato dalla Provincia ricalca quello già presentato lo scorso anno: 1) ridurre le Autonomie Scolastiche a Fano da quattro a tre, creando un grosso Polo tecnico-professionale di circa 1200 studenti con l’aggregazione del “Battisti” al Polo 3, precludendo così di fatto, con il numero che raggiungerebbero insieme, la richiesta di apertura di nuovi indirizzi; 2) aprire una succursale del prestigiosissimo Agrario “Cecchi” di Pesaro a Fano, continuando a costringere i quattordicenni fanesi e non solo a spostarsi quotidianamente facendo 100 chilometri al giorno per poter frequentare gli indirizzi dell’Istituto tecnico industriale (ora tecnologico) di Urbino o di Ancona».
Ed è anche la conoscenza di questi dati oggettivi a far dichiarare al consigliere Carloni che: «Il Battisti, percorrendo correttamente tutte le strade idonee, ha chiesto fin dal 2011 alla Provincia e agli Uffici scolastici provinciale e regionale di ampliare la propria offerta formativa per diventare ITI Istituto Tecnologico e Informatico: questa richiesta è stata sempre disattesa, il Battisti non ha mai avuto una risposta positiva che, invece, non solo avrebbe salvaguardato l’autonomia della scuola fanese ma avrebbe migliorato e potenziato anche l’offerta formativa». Intervengono, però, a questo punto della questione altri aspetti importanti che i 50 docenti del Battisti sottolineano nel proprio Documento e che potrebbero far rivalutare l’intera situazione nella direzione anche di promuovere l’apertura nel Battisti del nuovo Indirizzo di Informatica Tecnologica: «Il Piano provinciale di organizzazione scolastica non tiene conto delle nuove Linee guida regionali, le quali prevedono novità importanti: la prima è la possibilità di richiedere nuovi indirizzi negli Istituti Tecnici (possibilità preclusa lo scorso anno); la seconda novità è il fatto che quelle Linee guida regionali indicano alcuni punti fondamentali da rispettare: non creare cloni di istituti nel giro di pochi chilometri, non aprire nuovi indirizzi in Istituti con numeri di iscritti già elevati (si intende un numero che si aggira sui 1200 iscritti), non ridurre le Autonomie scolastiche, già molto ridotte nelle Marche oltre la media nazionale. Inoltre, va detto che, nonostante la crisi generale che investe gli indirizzi tecnico-economici a livello generale, il Battisti, grazie all’impegno profuso nel promuovere continuamente grandi Progetti nazionali ed internazionali, ha visto il numero degli studenti del primo anno crescere continuamente da 4 anni a questa parte, in controtendenza nazionale, raggiungendo anche per quest’anno il numero totale di alunni che può assicurargli il diritto all’Autonomia.
Il Collegio Docenti ed il Consiglio di Istituto hanno approvato la richiesta dell’apertura dell’indirizzo di Informatica della sfera Tecnologica, proprio perché l’Istituto possiede già sia le risorse umane da destinarvi sia gli spazi e i laboratori: tutto a costo zero. Una classe in più, del nuovo indirizzo richiesto, assicurerebbe più tranquillità nei numeri nell’immediato e nel futuro.
L’indirizzo tecnologico, che tra le scuole statali dell’Ambito territoriale non esiste e che si inquadra perfettamente nelle potenzialità dell’Istituto Tecnico Battisti, dotato di laboratori all’avanguardia e partecipe di progetti innovativi nel campo informatico, garantirebbe un risparmio di tempo e denaro a tante famiglie e risponderebbe alle esigenze dello sviluppo economico locale dotato di una zona industriale che gli altri ci invidiano».
Infine, per ribadire la necessità del mantenimento, per Fano, di almeno 4 Autonomie scolastiche, i 50 docenti del Battisti suggeriscono soluzioni razionali e realizzabili senza costi aggiuntivi per l’Amministrazione della scuola: «Se anche il “Polo 3 Volta” aprisse un nuovo indirizzo Tecnologico (come quello di Meccanica-Meccatronica, adatto alle potenzialità degli Istituti già presenti nel Polo) arricchendo la sua offerta, ciò potrebbe garantirgli i numeri per l’Autonomia, consentendo così la fuoriuscita dal Polo stesso dell’Apolloni che potrebbe unirsi al Nolfi. Verrebbero così mantenute le 4 Autonomie a Fano migliorando quel rapporto descritto nelle prime righe e attualmente negativo per le famiglie del territorio.
Da notare poi il problema della sede dell’Apolloni, bisognosa di “urgentissimi” lavori da almeno 15 anni, come se anche questo problema non fosse il frutto di scelte politiche degli anni precedenti o meglio di non scelte: qualcuno a Fano si ricorda le promesse durante la campagna elettorale per le amministrative comunali sul mettere a frutto il potenziale degli edifici del Vittorio Colonna? Se ne è saputo più nulla?
La programmazione non si inventa e tutte le non scelte portano poi a soluzioni emergenziali che non rispondono quasi mai alle vere esigenze del territorio».
Tutto ciò, insieme alla condizione delle strutture della sede Succursale di San Lazzaro dell’ITE Battisti che abbiamo documentato ieri con fotografie che denunciano una situazione di fragilità della scuola di proprietà della Provincia, sollecita il consigliere Carloni a concludere e ad appellarsi ai buoni uffici dell’assessore regionale con delega all’Istruzione Loretta Bravi: «La succursale del Battisti di Fano è in stato di abbandono così come l’intera istituzione scolastica del Battisti che, invece, seppure rimane un fiore all’occhiello della formazione scolastica per la qualità dei servizi che tutt’oggi offre agli studenti, soffre delle gravi disattenzioni causate dall’Ente provinciale. C’è una responsabilità politica per lo stato di abbandono e incuranza della scuola fanese. Spero ancora che l’assessore regionale Loretta Bravi possa stravolgere il piano proposto da Tagliolini & C. e restituire al Battisti e a Fano importanza e maggiore qualità dell’offerta formativa che sono loro proprie».
Nelle foto: la situazione di alcune aule della sede succursale di San Lazzaro dell’Istituto Battisti
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