Giancarli: “L’Area Vasta deve garantire la presenza ad Arcevia di un’ambulanza per tutta la giornata”
Giancarli: “L’Area Vasta deve garantire la presenza ad Arcevia di un’ambulanza per tutta la giornata”
Il consigliere regionale del Pd ed ex sindaco della cittadina invita ad attuare quanto stabilito dalle delibere regionali, garantendo alla popolazione un servizio a sicurezza della salute
ARCEVIA – “La presenza h24 nel territorio arceviese di un’ambulanza dotata di medico è una certezza, stabilita da delibere della Giunta regionale. Non può esserci discrepanza tra il dispositivo normativo e quanto accade di fatto. L’Area Vasta deve garantire il servizio ai cittadini, a tutela della loro salute”. Così il consigliere regionale PD, Enzo Giancarli, interviene nel dibattito relativo alla presenza ininterrotta di un mezzo di soccorso avanzato (MSA) presso l’ospedale di Arcevia.
“Ho seguito la questione per anni – ricorda Giancarli – e già nel 2013 mi sono battuto perché venisse garantito il servizio MSA sul territorio, facendo in modo che sia Sassoferrato che Arcevia avessero la propria Potes (Postazione territoriale di soccorso). A dicembre del 2015 ho proposto in Commissione Sanità di includere anche l’ospedale di Arcevia tra quelli con servizio MSA h24. Istanza divenuta oggetto del parere della stessa Commissione, recepito poi nella delibera della Giunta regionale 139 del 22 febbraio 2016. Dunque, Commissione Sanità, Consiglio regionale e Giunta hanno dato chiare indicazioni al riguardo. Ora l’Area Vasta deve fare la sua parte”.
“Arcevia, le aree interne e montane – ricorda il consigliere – hanno un territorio ampio suddiviso in diverse frazioni, per cui diventa fondamentale garantire un servizio permanente di ambulanze medicalizzate. A maggior ragione nelle vallate del Nevola e del Misa, verso cui il territorio arceviese si sviluppa, visto che già negli scorsi anni sono stati chiusi gli ospedali di Corinaldo, Ostra, Ostra Vetere e della stessa Arcevia, quest’ultimo ora Ospedale di Comunità. Confido in una rapida normalizzazione della situazione. Quando si tratta di garantire il diritto alla salute, non possono esserci zone d’ombra”.
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