Massimo Bello: “Il domani appartiene ancora al popolo italiano”
Massimo Bello: “Il domani appartiene ancora al popolo italiano”
di MASSIMO BELLO*
SENIGALLIA – L’arroganza ed il delirio di onnipotenza dimostrati da Matteo Renzi e dal PD hanno fatto la differenza. Il voto del 4 dicembre è stato sì politico e forse poco referendario, ma è stato soprattutto ben ponderato dagli Italiani. Il voto non è stato espresso per il ‘gusto’ di apporre solamente una croce sul SI o sul NO.
L’affluenza alle urne ha sfiorato il 70% ed il distacco, tra il SI ed il NO, è stato ampio, cristallino e senza ‘luci ed ombre’. Non ci sono tante ‘elucubrazioni politiche’ da fare se non ammettere – e questo, oltre a Matteo Renzi, dovrebbe farlo tutto il PD – la cronaca di una ‘sconfitta annunciata’. Perché il Premier ha ‘puntato’ non sulla riforma costituzionale, ma ha ‘personalizzato’ il voto, credendo che l’onda del ‘rottamatore senza pietà’ potesse essere ancora ‘fresca’ ed immaginando, forse, che quel risultato ottenuto alle Europee del 2014 potesse ripetersi senza strascichi.
La sconfitta è arrivata e non lo ha perdonato. Le urne sono state impietose, decretando un risultato ‘duro’ nei confronti non solo del Premier – a cui riconosco l’onestà intellettuale di aver tratto le conseguenze con dignità (cosa che alcuni suoi ‘accoliti e supporter’, invece, non hanno ancora fatti – ma di tutto il PD. Una sconfitta dovuta, in primo luogo, a all’arroganza e al delirio di onnipotenza – sia a livello nazionale (Guerrini e Serracchiani, giusto per fare qualche esempio), sia a livello regionale (Ricci, Lodolini, Mangialardi, giusto per fare altri esempi) – che hanno partorito non solo un sostegno ad una ‘riforma’ insostenibile e pasticciata, ma anche una politica economica, sociale ed europea deleteria per la nostra comunità nazionale.
Certo, gli Italiani hanno ‘giudicato’ il governo ed è inutile nasconderlo, ma è lo stesso Renzi che ha personalizzato questo ‘voto referendario’, volendo questo giudizio sul suo operato; al tempo stesso, gli Italiani hanno sì ‘giudicato’ la sua riforma costituzionale, quella che ha disegnato insieme Maria Elena Boschi, rimandandola al mittente, ma hanno anche detto con chiarezza che questo governo avrebbe dovuto andare via da Palazzo Chigi.
Agli Italiani piace votare e vogliono votare. Sempre. Non è affatto giusto togliere loro questo sacrosanto diritto, utilizzando ‘alchimie di ingegneria costituzionale’ imbrattate di un generico e poco chiaro “abbattiamo i costi della politica” laddove il problema dell’Italia non è questo, tanto meno l’eliminazione di un CNEL o di un Senato che, alla prova dei fatti, sarebbero rimasti sempre dove sono stati.
Il 60% degli italiani ha detto liberamente NO perchè non si sono fatti ‘abbindolare’ da un ‘renzismo’ che in 1000 giorni è stato sicuramente peggio di un ‘berlusconismo’ durato vent’anni: almeno Silvio Berlusconi, per vent’anni, comunque, è stato votato dagli elettori, a differenza di Renzi e del ‘renzismo’, che abusivamente e con l’inganno hanno occupato tutti i gangli del potere, entrando ‘serenamente’ dalla porta di servizio e formalmente da un ‘voto di fiducia’ parlamentare costruito ad arte per mantenere in piedi una legislatura (quella cominciata nel 2013), che andava ‘abbattuta’ sul nascere!
Molti, all’inizio, hanno creduto nella ‘rottamazione’ di Matteo Renzi, del sindaco di Firenze, sia a destra che a sinistra: a sinistra, perchè quella ‘speranza’ chiamata Renzi avrebbe potuto dipingere scenari interessanti solo se lo stesso Renzi si fosse fatto un ‘bagno di umiltà’; mentre, a destra, si sarebbe potuto sperare, sulla scia di un cambiamento di classe dirigente ad opera del giovane Renzi, in un rinnovamento altrettanto auspicato e da tanti voluto.
Comunque, oggi è n altro giorno, il ‘day after’, il giorno delle riflessioni, delle amarezze, delle delusioni, ma anche il giorno della gioia, della ‘liberazione’, della volontà di credere in un domani, che appartiene ancora a NOI, il Popolo italiano.
*Presidente dell’Associazione “NOIxSENIGALLIA, NOIxLITALIA”
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