FANO / Il regista spagnolo Ricard Regnaut ci spiega la sua versione di Dieci piccoli indiani
FANO / Il regista spagnolo Ricard Regnaut ci spiega la sua versione di Dieci piccoli indiani
Lo spettacolo è in cartellone fino a domenica al Teatro della Fortuna
di PAOLO MONTANARI
FANO – E’ stato lo spettacolo più applaudito a Madrid e a Barcellona, Dieci piccoli indiani….e non rimase nessuno!”, tratto dal romanzo di Agatha Christie e che per la prima volta è stato portato in teatro nella versione fedele al finale drammatico del romanzo. Lo spettacolo è in questi giorni al Teatro della Fortuna di Fano, fino a domenica 20 novembre, per la regia di Ricard Regnaut.
Maestro come è nato questa versione teatrale innovativa del collaudato Dieci Piccoli indiani?
“Nel 1943 Agatha Christie, dopo il successo del romanzo Dieci Piccoli indiani, che scrisse nel 1936 e pubblicò nel 1939, decise di adattare il romanzo per il palcoscenico e che rimase in cartellone a Broadway per 426 repliche. Erano gli anni della guerra e la Christie decise di modificare il finale drammatico con un finale a lieto finel per rendere il pubblico in una situazione più serena, visto il clima psicologico collettivo che era ormai vittima della catastrofe della guerra. Quando ho deciso di prendere in mano il testo teatrale della Christie, ho pensato che era ora di tornare al significato originale del finale drammatico, con uno svolgimento a mozzafiato. E la domanda che mi sono posto è stata: I piccoli indiani sono vittime o assassini?. Era difficile dare una risposta a questo interrogativo, nella nostra socieltà dove la globalizzazione culturale, sacrifica tutto per dare notizie uniformi e repentine. Ecco perché ho scelto per primo una scenografia anni ’40 stile Art -Decò con colori bianchi e neri. I colori del contrasto contemporaneo: essere o avere? ha senso il teatro in questa realtà in cui viviamo con notizie che muoiono in pochi minuti, come ha più volte scritto il grande studioso McLuhan?. Dopo l’ambientazione ho pensato ai personaggi, tutti attori italiani, do generazioni diverse e background talvolta anche opposte per formazione teatrale. Perché? Perché i piccoli indiani, che arrivano in questa isola, trovano nelle loro stanze tanti specchi, dove riflettersi e soprattutto mettersi in crisi. ”
Maestro visto la sua provenienza anche culturale spagnola, penso che Il Fascino discreto della borghesia di Luis Bunuel, abbia influito nelle sue scelte artistiche…
“Certamente Bunuel, è stato il primo vero rivoluzionario nella storia del cinema e anche di riflesso nel teatro di denuncia. ad evidenziare la crisi o meglio la decadenza della classe borghese. D’altronde i dieci piccoli indiani che in un’atmosfera cupa e drammatica muoiono uno dopo l’altro, sono il simbolo di questa crisi che non ha tempo. E’ attuale. Dieci piccoli indiani ebbe la prima trasposizione cinematografica in un film René Clair. Ma il simbolo dello specchio presente anche nell’opera cinematografica di Ingmar Bergman, attraversa la narrativa, il cinema ed ora il teatro.”
Il libro Dieci Piccoli indiani fu pubblicato in Inghilterra nel 1939 con il titolo Ten Little Niggers, La Christie modificò il titolo perché?
“Addirittura il titolo originale è tratto da una canzone americana del 1868. ma la Christie per per evitare di offendere i i cittadini di colore, modificò il titolo e solo nel 1977 si è arrivati al titolo definitivo Dieci piccoli indiani. Alla base del romanzo, ma ho cercato di portarlo anche nelle atmosfere ricreate in teatro, vi è il tema della solitudine dei personaggi che nelle loro stanze, vivono già come vittime, di una morte annunciata. Il romanzo della Christie è cupo per gli echi della guerra ma nello stesso tempo è il romanzo più frizzante che la celebre scrittrice inglese abbia scritto”.
Ag – RIPRODUZIONE RISERVATA - www.laltrogiornale.it