Senigallia e Morro d’Alba hanno detto no alla fusione
Senigallia e Morro d’Alba hanno detto no alla fusione
Con il loro voto i cittadini hanno bocciato la politica decisionista dei sindaci
SENIGALLIA – In pochi hanno votato (a Senigallia appena il 16% degli aventi diritto). Ma chi si è recato alle urne ha scelto di dire No alla fusione – per incorporazione – tra Senigallia e Morro d’Alba. Lo hanno fatto i senigalliesi (3.722 NO – 60,53% – contro 2.427 SI – 39,47%), lo hanno fatto, con ancora maggiore decisione i morresi (811 No – 70,2% – contro 342 SI – 29,8%).
E questo sta a significare soprattutto una cosa: chi fa politica deve incominciare a fare un passo indietro, deve incominciare a prendere decisioni sagge, ascoltando soprattutto la gente. Non può – solo perché è stato eletto – inventarsi soluzioni come questa, ad esempio, della fusione tra Senigallia – una città di 45.000 abitanti – e Morro d’Alba, che di abitanti ne ha appena 1.900. Senigallia e Morro d’Alba – ed il voto di chi vi abita lo ha confermato con chiarezza – non hanno nulla in comune.
Chi è stato eletto in una città (il sindaco) o è stato nominato (gli assessori) deve soltanto rispettare il programma presentato agli elettori in campagna elettorale. Un programma per il quale è stato votato. Deve impegnarsi per rendere la propria città più bella e vivibile. Deve cercare di valorizzarla e di promuoverla.
Ed a Senigallia, oggi più che mai, c’è un grande bisogno di amministratori capaci e decisi ad impegnarsi per il bene della città. Di amministratori che sappiano valutare – e risolvere – anche le piccole/grandi problematiche della quotidianità.
Per cui si rimbocchino le maniche e si mettano a lavorare per il bene di tutti. Senza voli pindarici, senza sogni impossibili, senza continuare ad aspettare la manna dal cielo (i milioni preventivati con la fusione…).
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