“Perché tutta questa fretta nella fusione per incorporazione di Morro d’Alba con Senigallia?”
“Perché tutta questa fretta nella fusione per incorporazione di Morro d’Alba con Senigallia?”
Anche il consigliere comunale di Senigallia Bene Comune, Giorgio Sartini, prende posizione contro una decisione politica che potrebbe creare solo problemi
di GIORGIO SARTINI*
SENIGALLIA – A chi giova e perché tutta questa fretta? Queste sono le prime due domande, rimaste ovviamente senza risposta (al di là della retorica piena di parolone ma vuota di significato) dal dibattito svoltosi in Consiglio comunale il 02/09/2016, che si porrebbe chiunque fosse dotato di neuroni attivi.
A chi giova? Posto che il vero motivo, almeno esplicitato a parole, è finanziario va detto che i tanto decantati due milioni di euro all’anno per dieci anni (di questi, uno andrebbe a Senigallia ed uno alla futura municipalità di Morro d’Alba) non sono soldi certi, anzi.
Il Sindaco e la maggioranza hanno fatto finta di non ascoltare quanto evidenziato dal sottoscritto ovvero:
- La copertura finanziaria del fondo nazionale da cui dovrebbero arrivare i due milioni di euro per la fusione non è garantita;
- Il contributo annuo non è di due milioni di euro, ma può arrivare fino al massimo di due milioni di euro, son due concetti diversi;
- Quanto indice per Senigallia un contributo che può arrivare al massimo ad una quota dell’1% del proprio bilancio annuo?
L’impressione che abbiamo come lista civica è che, dopo aver alienato i “gioielli” comunali, si cerchi di “far cassa” con questa operazione, senza però andare ad intaccare gli sprechi; si rimanda quindi il problema alle prossime generazioni.
Perché tutta questa fretta? Nell’ultimo Consiglio di luglio 2016, il Sindaco si era impegnato ad aggiornare l’assise cittadina sugli sviluppi del “Gruppo di lavoro”. Tanti sono stati gli aggiornamenti (per la cronaca, zero) che il 25 agosto è arrivata la convocazione d’urgenza della Prima Commissione per discutere dello Studio di fattibilità redatto dal “Gruppo di lavoro”, costituito con delibera della Giunta del 02/08/2016. Il Gruppo (sarebbe interessante sapere inoltre sulla base di quali criteri siano stati individuati gli “esperti”) quindi ha elaborato lo studio di fattibilità dal 2 al 25 agosto: veloci, velocissimi, tanto veloci da non aver consentito al Sindaco di aggiornare i Consiglieri sugli sviluppi del loro lavoro.
Talmente veloci che, ad esempio, sotto l’aspetto economico non sono state prese in considerazione tutte le imposizioni fiscali/tributarie. E qui arriva la “perla amministrativa” frutto dell’accordo maggioranza/Paradisi-Rebecchini: votare sì alla proposta e quindi far proprio lo studio di fattibilità e poi indire serrate commissioni di approfondimento sugli aspetti non affrontati dallo “Studio di fattibilità”.
Chiunque capisce l’illogicità di un simile ragionamento: voto sì, poi approfondisco la cosa.
Ma cosa ancor più grave è che, nonostante il sottoscritto avesse portato a conoscenza del Consiglio quanto deciso dalla Corte Costituzionale (la sentenza la trovate allegata) nella sentenza 50/2015, la maggioranza ed alcuni Consiglieri di (almeno sulla carta) opposizione hanno votato a favore. Ebbene la citata sentenza afferma, al di là di ogni dubbio interpretativo tanto è stata chiara sul punto, che la competenza a deliberare sulla “fusione per incorporazione” spetta allo Stato e non, come scritto a pag. 8-9 dello Studio di fattibilità, alla Regione.
Lor signori non si son posti neanche il dubbio, han tirato dritto talmente è urgente portare a termine questa operazione.
Di seguito il mio intervento nella seduta del Consiglio comunale del 02/09/2016:
“Prima di entrare nel merito della pratica in discussione, sono doverose alcune premesse.
La prima. Quanto è stato fatto e scritto dal gruppo di lavoro, anche se sarebbe cosa buona e trasparente specificare chi ne ha fatto parte e chi ha scritto lo studio di fattibilità, meriterebbe apprezzamento sulla fiducia. Purtroppo, visto che questo gruppo di lavoro altro non è che espressione della sola maggioranza partitica che amministra Senigallia, questa fiducia non può esser data. La mancanza di fiducia non trova origine nel fatto che il sottoscritto fa parte, assieme a pochi altri ad onor del vero, all’opposizione ma è frutto purtroppo della vostra scellerata condotta amministrativa. Da qui la seconda premessa.
La seconda. Quell’amministratore che, a crollo del controsoffitto della palestra Marchetti, afferma che i controlli erano stati svolti quando poi si accerta che l’unico controllo era stato fatto circa 5 anni prima ed il controsoffitto della palestra non era stato controllato, non merita alcuna fiducia politica ed amministrativa. Quell’amministratore che, pur essendo prima autorità di protezione civile, non aggiorna la composizione del C.O.C. per anni ed anni per poi sostituire i responsabili di alcune funzioni il 5 maggio 2014, non merita alcuna fiducia politica ed amministrativa. Quell’amministratore che la sera prima fa approvare dal Consiglio comunale il bilancio con un avanzo di gestione e la mattina seguente fa approvare dalla propria Giunta una rettifica del bilancio con un disavanzo senza nulla dire ne al Consiglio ne alla Città, non merita alcuna fiducia politica ed amministrativa. Quell’amministratore che in dodici anni chiede per iscritto per ben due volte alla Provincia la disponibilità di procedere all’escavo del porto canale, non merita alcuna fiducia politica ed amministrativa. Quell’amministratore che, dopo una segnalazione da parte del sottoscritto della situazione di non a norma delle classi dell’Ipsia, si limita ad attendere che altri facciano quanto in loro dovere, non merita alcuna fiducia politica ed amministrativa. E potrei continuare con altri esempi, come la promessa di realizzare il sottopasso a Borgo Molino, oppure come il promettere a due settimane dal voto del 31 maggio 2015 ad un grosso ente di promozione sportiva la proroga della gestione di un grosso impianto sportivo cittadino, il tutto senza svolgere quelle procedure ad evidenza pubblica richiesta dalla legge regionale. Il risultato non cambierebbe: voi come amministratori non meritate alcuna fiducia politica ed amministrativa.
Fatte queste due doverose premesse, vengo al merito della pratica.
Il mio voto contrario è motivato da molteplici aspetti, accomunati da diversi fattori.
In commissione il Sindaco ha elencato tutta una serie di aspetti positivi, come quelli economici, ma di cui non vi è alcuna certezza. Dovremmo fidarci di quanto ci è stato detto, ma per i motivi di cui sopra, nessuna fiducia politica ed amministrativa potrà essere dal sottoscritto accordata a questa amministrazione.
Alcuni consiglieri-commissari hanno elogiato il lavoro del gruppo di studio, a ragion veduta oppure fidandosi di quello che han letto, senza conoscere nel merito gli aspetti legislativi, giuridici ed economici collegati con questa “fusione per incorporazione”.
Visto che il gruppo di lavoro è espressione della vostra maggioranza e l’opposizione, l’opinione pubblica ignora chi ne abbia fatto parte e chi ha materialmente redatto lo studio di fattibilità, chiedo ad ognuno di voi della maggioranza ed al segretario, conoscete la sentenza della Corte Costituzionale n. 50 del 26/03/2015?
Avendo letto lo studio di fattibilità e non avendone trovato cenno, mi vien da dire di no.
Prima di illustrarvi cosa ha detto la corte costituzionale, è necessario fare un passo indietro e dire che nello studio di fattibilità si richiama il comma 130 dell’art. 1 della legge n.56/2014 che prevede appunto la “fusione per incorporazione”, e che alle pagine 8 e 9 è riportato l’iter della procedura, iter che demanda alla Regione l’ultima parola su questo progetto.
Ebbene, dovete sapere che la corte costituzionale con la sentenza n. 50 del 2015, rigettando l’eccezione di incostituzionalità del comma 130 che oggi ci interessa (si legga il punto 14 del dispositivo), ha ritenuto che solo la fusione che porta alla creazione di un nuovo comune con nuova personalità giuridica è di competenza regionale mentre la parola finale nella fusione per incorporazione spetta allo Stato.
Nello specifico, la consulta ha affermato che “Allo stesso modo la disposizione (sub comma 130) relativa alla fusione di Comuni di competenza regionale non ha ad oggetto l’istituzione di un nuovo ente territoriale (che sarebbe senza dubbio di competenza regionale) bensì l’incorporazione in un Comune esistente di un altro Comune, e cioè una vicenda (per un verso aggregativa e, per altro verso, estintiva) relativa, comunque, all’ente territoriale Comune, e come tale, quindi, ricompresa nella competenza statale nella materia “ordinamento degli enti locali”, di cui all’art. 117, secondo comma, lettera p), Costituzione”.
A mio modesto parere la delibera che voi voterete contiene aspetti che si pongono in contrasto con la normativa nazionale, avendo addirittura profili di illegittimità costituzionale se ad esprimersi sulla fusione per incorporazione dovesse essere la Regione e non lo Stato.
Ovvio poi che se questo progetto dovesse invece essere ricondotto come “fusione” pura e semplice, allora la competenza sarebbe della Regione; ma allora nascerebbe un Comune con personalità giuridica diversa da quelli di Senigallia e Morro d’Alba. Che ciò avvenga per darle modo di ripresentarsi alle prossime elezioni, sindaco? Non lo so, forse sì forse no. Fossi in lei mi preoccuperei non tanto di arrivare in parlamento oppure in consiglio regionale ma di avvicinare i cittadini senigalliesi alla politica, quella buona, sana che guarda al vero bene comune. Lei potrebbe dire che l’ha sempre fatto, ed allora le anticipo la mia controreplica: guardi a quello che ha fatto nel passato, perché nel 2015 i risultati sono stati deludenti per la democrazia. C’è stato un aumento dell’astensionismo preoccupante (da 10.982 votanti in meno nel 2010, pari al 29,196% a 14.226 nel 2015 pari al 37,367%) oltre al fatto che lei ha perso rispetto al 2010 ben 1291 voti, e qualcosa questo vorrà pur dire.
È poi di soli 7 giorni fa, del 27 agosto per l’esattezza, la notizia che nella nostra regione il comune di Fano si è appellato alla Corte in merito alla Legge Regionale che sanciva il distacco di una parte del suo territorio a favore del comune di Mondolfo è noto che la Corte deve ancora esprimersi ma, vista la sentenza 50, molto probabilmente accoglierà il ricorso.
Attendo una risposta chiarificatrice da parte del segretario sotto il profilo giuridico e normativo, e da voi come maggioranza sotto il profilo politico-amministrativo.Grazie”.
*Consigliere comunale di Senigallia Bene Comune
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