Maria Sole Tognazzi sabato sera a Mondolfo
Maria Sole Tognazzi sabato sera a Mondolfo
Appuntamento ai Giardini della Rocca (ore 21,15) per la rassegna Non a Voce Sola
MONDOLFO – Non a Voce Sola inaugura il suo terzo appuntamento facendo tappa nella bellissima Mondolfo, tra le meraviglie dei giardini della Rocca, sabato 30 luglio, con il consueto orario serale delle ore 21,15. Stavolta a parlare del corpo della donna, tra potere politico e società ostile, sarà una regista di grande fama, figlia d’arte e grande esploratrice dell’animo femminile, ovvero Maria Sole Tognazzi.
Nata a Roma nel 1971, Maria Sole è la quartogenita dell’attore Ugo Tognazzi. Ha sempre amato stare più dietro la macchina da presa che davanti ad essa, e il suo talento non ha tardato a manifestarsi. Dopo alcune regie teatrali al fianco del collega Giulio Base, inizia la sua carriera cinematografica come assistente alla regia di alcuni film e videoclip musicali, per poi approdare alla regia di alcuni cortometraggi, tra cui il pluripremiato C’ero anche io (1999). Ha raggiunto il successo con lungometraggi come Passato Prossimo (2003) e L’uomo che ama (2008). Nel 2013 presenta il suo terzo film, Viaggio sola, che segna l’ingresso nella sua esplorazione del mondo femminile, con un’eccezionale Margherita Buy che impersona Irene, moderna e intraprendente donna dei nostri giorni, che una serie di inaspettati eventi portano alla riflessione sulla propria indipendenza e sulla grande solitudine che essa le ha portato. Il film non delude le aspettative, e, infatti, il viaggio da sola della regista nel mondo delle donne moderne le vale un David di Donatello e un Nastro d’Argento. L’esplorazione nella modernità dell’eterno femminino va avanti, e porta la Tognazzi alla regia di Io e lei (2015), un film che mostra, nell’intenzione della regista, il lato più delicato, consapevole e moderno dell’essere donne. Il lungometraggio parla infatti di Marina e Federica, due ragazze innamorate e oramai conviventi da cinque anni, che l’ineluttabilità degli eventi porterà alla crisi, al confronto con un corpo e una libertà di essere negata, e alla voglia di scoprire che cos’è, per ciascuna di loro, la vera felicità. E’ proprio tramite queste due avventure cinematografiche che Maria Sole Tognazzi racconterà a Non a Voce Sola cosa significa per lei il corpo della donna, cos’è per la società nella vita quotidiana, quale può essere il suo potenziale di libertà e forza politica quando accettato appieno e senza riserve nella sua interezza e complessità. Con queste parole Enrico Sora, Consigliere con delega alla Cultura del Comune di Mondolfo, ha accolto l’arrivo del terzo appuntamento di Non a Voce Sola nella sua città: “Non a Voce Sola rappresenta una grande opportunità per la nostra Città e per il Borgo di Mondolfo. Poter incontrare ed ascoltare personaggi del calibro di Maria Sole Tognazzi, così come Barbara Alberti e Cristiano Godano che l’hanno preceduta nelle scorse edizioni, nell’intimità dei giardini della rocca Martiniana circondati da mura medievali, rappresenta non solo un’opportunità dal punto di vista culturale ma un vero e proprio biglietto da visita per il nostro bellissimo borgo e per il nostro splendido territorio. il mio ringraziamento particolare va ad Oriana Salvucci che ha saputo cogliere ancora una volta l’anima di questa città. Oriana Salvucci, direttrice artistica della rassegna, ha così definito Maria Sole Tognazzi e il suo straordinario viaggio cinematografico all’interno della modernità femminile: “ Maria Sole Tognazzi è regista, un occhio femminile dietro una macchina da presa. Ci interessava indagare, in questa edizione, la relazione spesso contrastata fra il corpo della donna e la politica, la politica intesa come spazio pubblico. Il corpo della donna è stato per millenni ostaggio della storia. Le mille rappresentazioni del corpo femminile non sono state mai generate da occhio femminile. L’invito di questa edizione è un invito alle donne ad assumere ed abitare il proprio corpo e di conseguenza rappresentarlo, pensarlo, viverlo. Il corpo della donna deve essere restituito alla donna perché ella sia soggetto della storia e non oggetto”.
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