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Piazza Garibaldi con due stemmi papali: per Giuseppe Cionchi è un riconoscimento della città

 

 

Piazza Garibaldi con due stemmi papali: per Giuseppe Cionchi è un riconoscimento della città

Piazza Garibaldi con due stemmi papali: per Giuseppe Cionchi è un riconoscimento della città

Piazza Garibaldi con due stemmi papali: per Giuseppe Cionchi è un riconoscimento della cittàPiazza Garibaldi con due stemmi papali: per Giuseppe Cionchi è un riconoscimento della città Piazza Garibaldi con due stemmi papali: per Giuseppe Cionchi è un riconoscimento della cittàPiazza Garibaldi con due stemmi papali: per Giuseppe Cionchi è un riconoscimento della città

di GIUSEPPE CIONCHI*

SENIGALLIA – Martedì 26 luglio 2016, alle ore 21, sarà inaugurata la rimodulazione radicale di piazza Garibaldi. Probabilmente è  l’unica piazza al mondo con due stemmi di Papi: di Pio IX ( Papa Mastai) e di Benedetto XIV (Papa Lambertini), giusto e doveroso riconoscimento da parte della Pubblica Amministrazione e della cittadinanza per il contributo storicamente unico dei due Papi al progresso e al benessere della città. Inoltre, “Piazza Garibaldi ritrovata, è il più importante intervento pubblico nel Comune di Senigallia degli ultimi cinquant’anni” (Mangialardi sindaco, in “Corriere Adriatico”, 22 luglio 2016)  Con l’obiettivo di alfabetizzare  non solo i senigalliesi e i cittadini dell’hinterland, ma i turisti e i visitatori di oggi e di domani, offro il seguente contributo illustrativo:

-La polemica: “Terrorismo ideologico?”

Il “Corriere Adriatico”, sempre del 22 luglio 2016, riporta le contromanifestazioni programmate da i “dissidenti” per il 24, 25 e il  26 luglio. Per il 24 luglio, ore 21.30, al S.Rocco, l’associazione “Non Canto per Cantare” presenta “Canti popolari”; mentre, domenica 25, alle ore 21.15 presso l’area archeologica La Fenice, sarà letta“Lettera di un condannato a morte dal papa-re”, con l’attore Alessio Messersì, presentato da Mauro Pierfederici; invece, martedì 26, alle ore 21.30, presso il cippo Simoncelli, ci sarà “Il dialogo sulla democrazia” gestito da varie personalità.

In definitiva, tutto ruota intorno al caso  Simoncelli (e la grazia da parte di Pio IX) e altri simili “personaggi”che – per dirla con il linguaggio attuale usato per l’Isis – erano “terroristi” con la fede “incrollabile” e solo nella violenza perpetrata dalle vari sètte degli “Ammazzarelli”, “Accoltellatori”, “Sanguinaria” e simili…

Non si capisce, pertanto, perché – eliminando il “terrorismo ideologico”, per cui chi uccide, ma è dalla parte dei vincitori, è un eroe; mentre chi uccide, ma è dalla parte dei vinti, è un traditore!- la coppia Messersì-Pierfederici non legge la “lettera di un condannato a morte” da parte di Garibaldi  di un proletario di Bronte, dove Garibaldi “fece giustiziare i “comunisti” nella tenuta Nelson a Bronte. Questo fu il prezzo che i proprietari terrieri richiesero in cambio del loro appoggio” a Garibaldi (D.M.Smith, Storia d’Italia, Laterza, Bari, 1965, 1°, p. 71). Dunque,  Garibaldi è assassino (oltreché ladro sia al Banco di Sicilia che a quello di Napoli!), per non perdere i finanziamenti dei ricchi proprietari terrieri per le sue escursioni guerresche che sono tante; anche troppe e sempre con il culto della guerra e della violenza come soluzione ai problemi dei Savoia, non degli italiani e dei “proletari” usati come “carica di cannone” (Cantù), solo per il potere dei Savoia, con una serie di guerre che hanno insanguinato la storia d’Italia con “una montagna di cadaveri” ( come ha visto il nonno di Papa Francesco) ovviamente di “proletari”: baionettati, sfruttati, affamati, terrorizzati, fucilati, gasati, mutilati… perché “ridotti eran cose” come dice il Pascoli degli schiavi di Roma!

Ecco perché quando Pio IX dichiara “NO WAR”, “Mai la guerra”…fratricida contro l’Austria, i vampiri/sanguinari/ massoni/anticlericali/guerrafondai…gridano “Pio IX ci ha traditi”, e il Papa è costretto a fare l’eroica e santa fuga a Gaeta!

Pio IX e la grazia a Gerolamo Simoncelli

Per comprendere il problema, oltre ogni forma di “terrorismo ideologico”, citiamo una fonte non sospetta.

“La drammaticità della situazione lo spinse per la prima volta a tenere  in considerazione i consigli del fratello e della fidanzata, che in una delle loro ultime rarissime visite lo supplicavano di tentare la disperata via dell’evasione dal carcere. Infatti, nonostante il gran numero di guardie che avevano il compito di controllare il Simoncelli, pare che almeno una di queste, un sergente ungherese nutriva un sincero senso di amicizia per Simoncelli e che all’occorrenza gli avrebbe potuto dare aiuto in caso di fuga. Quando ormai tutto sembrava pronto per il disperato gesto, il tentativo di fuga fu abortito poiché il Simoncelli per bocca dei suoi cari (nell’ultima visita che essi gli fecero) venne a conoscenza che Pio IX gli aveva concesso la grazia…Si pensi che anche Teresa Mastai Giraldi, sorella di Pio IX, scrisse una lettera di supplica in favore di Simoncelli…E proprio in una lettera del Benedetti dell’aprile del 1852 si legge che “…egli aveva saputo da persona sicura che il Papa aveva fatto la grazia della vita al Simoncelli. Ecco perché quando il Simoncelli seppe di questa notizia, non volle più evadere dal carcere di Pesaro: finalmente a suo parere giustizia era stata fatta. Purtroppo le cose non andarono così: quando nella terribile sera del primo di ottobre 1852 gli fu letta la sentenza, egli non poté trattenere sdegno, rabbia e lacrime. Fu fucilato insieme con altri tre condannati il 2 ottobre 1852 alle dieci e un quarto. Tra il 28 settembre e il 2 ottobre furono ventiquattro i condannati a morte solo nella città di Senigallia; di lì a pochi giorni iniziarono le esecuzioni ad Ancona e un mese più tardi si autorizzò anche quelle della provincia di Pesaro e Urbino” (Luca Guazzati, La Massoneria nella provincia di Ancona, Pixel editore, Ancona 2015, pp.83-84). Altra testimonianza è quella di mons. Cerruti, vicario del card. Lucciardi, il quale – dopo una visita a Roma – scrive a Carlotta Sassetti: “Se ho da credere ai miei occhi, la vita del Simoncelli è salva” (Luisa Rogorini Squarcia, Nonno Fedele e la Compagnia degli Ammazzarelli, Edizioni Villadiseriane, 2012, p.60).

Perché la grazia non arrivò in tempo, anche se il card. Lucciardi fece ritardare l’esecuzione, rimane un segreto della storia ancora da esplorare.

Ma il “terrorismo ideologico” è tanto forte che lo stesso Guazzati, nonostante le affermazioni del suo  libro di cui sopra, a p. 9, scrive che Pio IX “rifiuta la grazia a Girolamo Simoncelli incarcerato”. E’ un falso storico smentito dallo stesso Guazzati e dal Simoncelli che non ha voluto fuggire dal carcere perché “certo” della grazia di Pio IX.

CENNI  BIOGRAFICI

 PIO IX (Giovanni Maria Mastai Ferretti)

Pio IX nasce il 13 maggio 1792, a Senigallia di cui è il più illustre cittadino e benefattore. Il 14 giugno del 1846 è eletto Papa a soli 54 anni. E’ l’ultimo Papa/Re dello Stato Pontificio che chiude la sua millenaria storia il 20 settembre 1870, quando l’esercito piemontese apre la breccia di Porta Pia. Segna la storia dei Papi con la sua lunga (muore il 7 febbraio 1878) e straordinaria apertura pastorale (cf “Chiesa in uscita” di Papa Francesco).

Giovanni Paolo II, nell’omelia del 3 settembre 2000, per la beatificazione, ricorda che: “Fu molto amato, ma anche odiato e calunniato”.

  1. Nel 1847 dà la libertà di stampa; crea la guardia Civica, il Municipio e il Consiglio Comunale di Roma.
  2. Nelle sue passeggiate romane, scende dalla carrozza (il papamobile di allora!), parla con la gente, offre la sua carrozza per un ebreo svenuto, ascolta tutti, è di una carità impareggiabile.
  3. E’ talmente aperto agli ebrei che alcuni di loro si chiedono: “E’ forse egli il Messia”?
  4. Potrebbe essere “il  Protettore del Risorgimento”, sia per l’ espressione: “Gran Dio benedite l’Italia”, sia perché mette la coccarda tricolore sulla bandiera pontificia; ma – soprattutto – per la volontà assoluta di un Risorgimento come unione degli italiani, come fraternità, pace, progresso…, rinnegando qualsiasi violenza o guerra; proponendo “La Lega doganale e politica” o il “Congresso fra gli Stati”.
  5. La fuga a Gaeta è “sacrosanta” (24/25 novembre 1848-12 aprile 1850), perché Pio IX temeva che i sanguinari/massoni/anticlericali lo avrebbero indotto a firmare la guerra fratricida contro l’Austria.
  6. Riorganizza lo Stato Pontificio e attua una riforma sanitaria con un dispensario gratuito di medici e di medicine; istituisce opifici di ogni genere per offrire lavoro a tutti.
  7. E’ il Papa-Re delle ferrovie, quali la Roma- Ancona; la Ancona-Bologna; la Roma-Civitavecchia…
  8. Dal 4 maggio al 5 settembre 1857 è in visita nello Stato Pontificio: acclamato, amato, ascoltato da tutti; eccetto dai guerrafondai…
  9. E’ il Papa dell’Immacolata, del Sillabo, dell’Azione Cattolica, delle Confraternite e di tante altre Associazioni, del Concilio Ecumenico Vaticano I, della devozione al Sacro Cuore, a San Giuseppe…
  10. E’ il Papa della carità che distribuisce a larghe mani, in forme diversissime ( come la “dote” per le ragazze povere !); specie con il suo monumento alla carità: L’Opera Pia Mastai Ferretti di Senigallia ( oggi Fondazione) che ospita nel 2016 circa 300 persone, con l’assistenza di oltre  150 persone.
  11. E’ il Papa “missionario” che ristabilisce la gerarchia in alcuni Stati;  crea nuove Diocesi; approva numerosissime Congregazioni maschili e femminili; si cura dei 12 arcivescovi, 55 Vescovi e 6000 sacerdoti dell’America. E’ suo lo slogan: “Meno preti, ma retti e capaci, piuttosto che molti e inetti”.
  12. E’ il Papa ecumenico per le aperture nel Concilio Ec. Vaticano I, nel quale si parla di “Chiese sorelle”!
  13. “Fu odiato e calunniato” per la resistenza assoluta ad ogni forma di guerra, come invece volevano i sanguinari, i guerrafondai, i massoni, i garibaldo/mazziniani, i savoiardi che – come scrive il Cantù – “cercavano la benedizione di Pio IX per farne carica di cannone”…, mandando a morte centinaia di migliaia di “proletari”…che avevano l’unico difetto di essere “proletari”…
  14. L’amore a Dio e ai fratelli/sorelle di Papa Pio IX “sia luce ai nostri passi in quest’alba del Terzo Millennio” (Giovanni Paolo II, 3 settembre 2000)
  15. Benedetto XIV (Prospero Lambertini)
  16.  Prospero Lambertini nasce a Bologna nel 1675. E’ Papa dal 1740 al 1758, anno della sua morte. E’ stato anche arcivescovo di Ancona. Per mettere fine a un lungo Conclave, risultò eletto dopo aver esclamato: “Volete eleggere un santo?  Eleggete Gotti. Volete un politico? Eleggete Aldobrandini. Volete un uomo? Eleggete me!”. Anche Pasquino scrive: “Ecco il Papa che a Roma si conviene. Di fede ne possiede quanto basta; manda avanti gli affari della casta e sa pigliare il mondo come viene”.
  17. Ha molte rassomiglianze con Papa Francesco perché insiste sulla vita parrocchiale; sulla residenza dei Vescovi; sulla vita spirituale; sulla sana amministrazione (cf Ior, con migliaia di clienti con il conto chiuso!); sui tribunali ecclesiastici; sulle missioni popolari; sul superamento delle prassi ecclesiastiche (“da museo”, dice Papa Francesco); sui concordati con la Sardegna, con il Regno di Napoli, Portogallo, Spagna, Austria (con Maria Teresa); sulla protezione degli Indios; sui rapporti con le Nazioni protestanti; sui matrimoni misti; sulla libertà di stampa ( per cui Voltaire gli dedica la commedia Mahomet contro il fanatismo religioso ed ha una corrispondenza criticata da alcuni!); sulla concessione allo scrittore di difendersi di fronte alla messa all’Indice; con la libertà di scrivere sul sistema copernicano e sul galileismo; sull’eliminazione dei “biglietti di confessione”; sulla mediazione fra la tradizione e le nuove esigenze pastorali (“porte aperte”, dice Papa Francesco!); sulla condanna della massoneria; sulla Croce nel Colosseo; sul rinnovamento dell’agricoltura nello Stato Pontificio; sulla libertà di commercio; sull’ammodernamento della nostra città per adeguarla alle esigenze della Fiera Franca…con:
  18. la porta Lambertina 19. i portici Ercolani; 20. lo spostamento della Cattedrale e dell’Episcopio dalla zona di inizio del Corso alla zona della piazza attuale comprendente la Cattedrale o Duomo e l’Episcopio, con la Filanda e tutti gli altri palazzi.

Precisiamo che  la Causa di canonizzazione prende un vigoroso  impulso con il nuovo Postulatore S.E. Carlo Liberati Arcivescovo Emerito del Santuario della B.M.V. del Santo Rosario di Pompei, il quale ha già presentato a Papa Francesco il nuovo miracolo per la relativa dichiarazione di santità di Pio IX.

Ed ecco l’intervista di don Giuseppe Cionchi sul beato Pio IX al postulatore, Sua Eccellenza monsignor Carlo Liberati

PIO IX: SANTO PRESTO?

Domanda

Eccellenza, quale è il motivo per questo suo forte legame con il Beato Pio IX?

Risposta:

Sono innanzitutto il Postulatore della Causa, nominato dal Vescovo Orlandoni ed è quindi mio dovere promuovere il culto del Beato Pontefice Pio IX ad ogni livello e con lo zelo necessario.

Il mio compito consiste nell’illustrare la personalità del Pontefice in ogni forma di culto consentita e di approfondire la storia civile e religiosa dello Stato Pontificio e della sua fine.

C’è, ad esempio,  un fatto sul quale solo storici responsabili e seri ricercatori della verità non hanno mancato di scrivere e che si riferisce alla cosiddetta “Breccia di Porta Pia”: il Papa Pio IX aveva dato ordine di non opporsi all’ingresso degli Italiani (o meglio dei “Piemontesi”) in Città, tanto lo Stato della Chiesa era giunto alla sua fine come tutti gli altri Staterelli della Penisola. Ma i militari disobbedirono e ci fu quello “scontro”, grazie a Dio brevissimo e che non servì a nulla.

Quando il Pontefice Pio IX lo seppe, ormai ritirato nel Palazzo Apostolico, chiamò il Comandante francese per chiedergli spiegazioni dell’accaduto, si sentì rispondere, anche con una certa irritazione: “Santità, l’ho fatto per difendere la vostra Persona, per il bene della Chiesa e il rispetto che merita e perché un francese non si arrende, ma combatte”. Il Santo Padre abbozzò un mesto sorriso, ringraziò e si congedò rapidamente. Ma dicono gli storici che i due, il Papa e il Generale francese non si incontrarono più.

Ci sono inoltre ragioni ben più profonde e più vaste che fondano il mio affetto per il Beato Pontefice.

Innanzitutto la Definizione del Dogma dell’Immacolata Concezione di Maria Santissima. Il Pontefice Pio IX l’8 dicembre 1854 tra l’esultanza del mondo cattolico proclamò la Madonna “Immacolata” risolvendo con la definizione pontificia un problema millenario.

Avvenne, poco tempo dopo, e cioè l’11 febbraio 1858 che la Vergine Santissima apparendo a Lourdes alla fanciulla Bernadette si definì l’“Immacolata”, in risposta al Parroco di Lourdes che voleva sapere da Bernadette chi fosse quella “Signora”, altrimenti non avrebbe più ascoltato la fanciulla e non l’avrebbe più ricevuta.

Per la prima volta nella storia della Chiesa Cattolica, la Madonna in una sua apparizione, confermava il magistero di un Pontefice romano, Pio IX.

Da qui anche il prestigio crescente sia del magistero pontificio sia della persona di Pio IX che l’anticlericalismo, il laicismo e la massoneria avevano cercato di ostacolare in ogni modo con calunnie e menzogne. Avevano persino tentato di annegarlo nel Tevere e più volte: ma i loro perversi progetti non si realizzarono mai.

Ai nostri giorni la moderna storiografia che può accedere ad archivi e documentazioni mai prima d’ora frequentati, anche per la maggiore obiettività dei ricercatori e degli studiosi, può rivelare con libertà e imparzialità il tempo di Pio IX.

Pochi avevano, prima d’ora, indagato con perseveranza sull’atteggiamento sociale progressista del Pontefice marchigiano.

Le prime ferrovie in Italia sono dovute all’iniziativa imprenditoriale del Pontefice e così anche l’ammodernamento e il miglioramento delle strade e dei porti. Le ferrovie Roma-Orte-Civitavecchia e i Porti dello Stato Pontificio sono dovuti all’intraprendenza del Beato Pio IX. Nello Stato della Chiesa si stava bene e la gente era contenta del livello sociale raggiunto.

I successi di Garibaldi non furono dovuti alla genialità dell’uomo, ma ai continui finanziamenti che riceveva dall’Inghilterra, in parte dalla Francia e dai Paesi della Riforma Protestante. Quando il denaro non perveniva più, la cosiddetta “marcia” si bloccava fino al prossimo “stanziamento”.

Sarebbe interessante indagare a fondo e con serietà storica sul “corpo dei garibaldini” e forse si verrebbe a conoscere realtà singolari e non ancora sufficientemente note: alcune sconfortanti.

  • Domanda

Quali sono i tratti salienti del Beato Pio IX? Quale l’attualità del messaggio del Beato Pio IX per la Chiesa tutta, per l’Italia, per i Senigalliesi?

Risposta

Fu un uomo di intensa preghiera, vero uomo di Dio! Tra il mattino e il pomeriggio trascorreva almeno 4 ore in preghiera: Breviario, S. Messa, Rosario, Meditazione quotidiana, Adorazione Eucaristica, Visite al SS. Sacramento costituivano l’ossatura della sua intensa e silenziosa vita di intimità con Dio ogni giorno.

E la confidenza e l’abbandono totale della sua coscienza e del suo cuore alla Divina Provvidenza costituivano la fedeltà assoluta allo Spirito Santo di cui sentiva la presenza nel cammino quotidiano della Chiesa in quel tempo particolarmente insidioso e difficile.

Pochi sanno della sua intensa attività missionaria. Inviò Missionari, Religiosi, Religiose, Cooperatori Laici nei più lontani Paesi del mondo.

Pochi sanno che durante il suo Pontificato venne promulgato il “Decretum laudis”a più di 90 Congregazioni e Istituti Religiosi oggi tuttora esistenti e particolarmente attivi nella Chiesa con opere di bene e intenso apostolato missionario.

In pochissimi ricordano la sua intensa amicizia con tanti santi del suo tempo e il suo umile atteggiamento con grandi uomini e donne di quel tempo poi proclamati Venerabili, Beati e Santi.

La sua amicizia e cordialità con tanti uomini di Dio tra i quali il futuro S. Giovanni Bosco era nota a tutta la Chiesa. Era tanto attento e umile che chiedeva loro consiglio e metteva in pratica i loro suggerimenti.

  1. Giovanni Bosco si rammaricò per sempre che non gli permisero di visitare il Papa Pio IX morente e non riuscì mai a intuirne il perché. Certo al Pontefice la visita dell’amico e ammiratore sincero e fedele sarebbe servita per qualche giorno di coraggio in più.

Pio IX tra queste amicizie di Santi visse intensamente anche quella con Daniele Comboni, il genio cattolico che si pose il problema della evangelizzazione e della salvezza di tutta l’Africa e che cercò di affrontare fondando la Congregazione dei Padri Comboniani e delle Pie Madri della Nigrizia. Queste Istituzioni sono tuttora fiorenti e altamente benemerite nella quotidiana fatica dell’annuncio del Vangelo nell’intero Continente Africano e nel mondo.

Al Concilio Vaticano,  Mons. Daniele Comboni presentò un Postulatum pro Nigris:solo a causa della repentina sospensione il Concilio non poté varare una Costituzione dedicata alle Missioni e alla promozione del clero indigeno, che era giunta già alla terza stesura.

Mons. Daniele Comboni per la sua particolare posizione di fondatore e responsabile della Missione dell’Africa Centrale, fu in rapporto diretto con i papi Pio IX (dal 1860 al 1878) e Leone XIII (dal 1878 al 1881). Ma fu soprattutto con Pio IX che i suoi rapporti ebbero un particolare significato e cordiale familiarità. Comboni trovò in Pio IX un Pontefice particolarmente attento alle vicende della Missione dell’Africa. Furono almeno 18 le udienze particolari che dal 1860 al 1877 ebbe presso di lui: in esse i rapporti vicendevoli acquistarono via via un carattere di notevole familiarità, pur nel profondo rispetto verso l’autorità del Vicario di Cristo.

Intensa fu anche l’attività di Pio IX per il rinnovamento della Liturgia nella vita della Chiesa. Aveva capito, il Papa marchigiano, che l’uso della lingua latina, essenziale per quasi due millenni nella celebrazione del Mistero eucaristico, era ormai giunta al suo termine e la necessità di introdurre le lingue cosiddette “volgari” (cioè parlate) nella S. Messa per consentire al popolo di Dio una partecipazione reale, amata, piena, convinta.

Una Messa partecipata con una lingua che esprimesse i problemi, l’intelligenza, la coscienza, il cuore dei fedeli: la lingua della vita.

Pio IX fu un Papa “moderno” ante litteram come diciamo oggi. Si trovò ad affrontare temi e problemi nuovi di una società nazionale e internazionale in continuo movimento senza avere una classe dirigente adeguata ad ascoltarlo e a collaborare con lui.

Non trovò architetti capaci e disponibili a risolvere un momento difficile della storia, e a costruire un edificio diverso senza averne i mezzi.

Fu anche un Papa “sfortunato”!

Oggi che possiamo accedere a ciò che resta in Archivi in gran parte dispersi o semidistrutti dalle vicende complesse del nostro Risorgimento, la personalità del Beato Pio IX risulta diversa e viene completamente restaurata.

Pesò molto sul suo lungo Pontificato l’illusione massonica (e fu un errore spaventoso per questi movimenti!) che togliendo alla Chiesa Cattolica lo Stato Pontificio, la nostra Chiesa potesse essere portata al livello delle Chiese Protestanti (anglicana, calvinista, scozzese e tutte le altre…) e perdesse il suo spirito e il suo ardore missionario.

Invece avvenne il contrario.

La Chiesa Cattolica in gran parte svincolata dal “peso temporale” divenne più capace e libera di dedicarsi alla sua missione evangelizzatrice.

L’attualità del messaggio del Pontefice senigalliese consiste in queste previsioni e visioni profetiche che lo rendono oggi a noi “contemporaneo” e ci ribadisce quanto abbiamo ancora da impegnarci come credenti in Gesù Risorto per la salvezza del popolo di Dio e la sua crescita.

Ritengo che con il rivelarsi con più serenità e oggettività la verità storica di quel tempo convulso, Pio IX emerga in maniera più nitida come il Papa italiano che amava il suo Paese e lo desiderava unito e stimato, con Roma Capitale.

  • Domanda

C’è già un miracolo per la Canonizzazione?

 Risposta

 Sì, sono state registrate diverse “presunte miracolose guarigioni”, non ancora esaminate canonicamente con la doverosa severità e serietà scientifica. Ci accingiamo a farlo. Speriamo bene e siamo fiduciosi!

Mi piace concludere questo breve “appunto” sulla personalità del Beato Pontefice che merita una ben più vasta e attenta valutazione con un episodio, che quasi nessuno, eccetto storici seri conosce della sua vita.

A Daniele Comboni ricevuto in udienza dal Papa, che lo ascoltò attentamente per oltre 20 volte e a lungo (come già aveva fatto con don Bosco) su tanti problemi della Chiesa come “La salvezza dell’Africa attraverso l’Africa”, Pio IX il 26 maggio 1872 consegnò le “insegne cardinalizie” e lo nominò Pro-Vicario Apostolico dell’Africa Centrale.

L’8 luglio 1877 ricevendolo in udienza lo accolse con queste parole: “Ecco il nostro Africano!”

Comboni, a sua volta, aveva definito il Papa:

“L’esperto pilota, l’infaticabile Apostolo, il Pontefice dell’Immacolata e dell’Infallibilità

il Santo, l’Angelico Pio IX

+ Carlo Liberati – Arcivescovo Emerito del Santuario della B.M.V. del Santo Rosario di Pompei – Postulatore

*sacerdote, giornalista, storico, scrittore

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