In scena a Senigallia Alleluja brava gente
In scena a Senigallia Alleluja brava gente
La celebre commedia musicale sarà proposta sabato sera al Teatro Portone, con adattamento e regia di Paolo Pirani per il Laboratorio a scena aperta di Ostra
SENIGALLIA – Al Teatro Portone di Senigallia va in scena la celebre commedia musicale di Garinei, Giovannini, Fiastri su musiche di Rascel e Modugno ALLELUJA BRAVA GENTE (adattamento e regia di Paolo Pirani per Laboratorio a scena aperta di Ostra) sabato 7 maggio 2016 alle ore 21:00 (ingresso posto unico € 10,00 – informazioni e prenotazioni 338.3015483). Ecco il cast completo: CRISTIAN CATALANI (Ezzelino) – FRANCESCO BRUNI (Ademar) – CATERINA FRATESI (Peronella) – DANIELA CASTELLI (Belcore) – LUCIANO GALEOTTI (l’archiepiscopo Lotario) – MAURO MORSUCCI (lo medicino Simone) – GIANFRANCO PIERANDI (Folchetto) – RICCARDO PIERMATTEI (lo Valvassore) – ANNA PAOLA PARADISI (la Valvassora) – JESSICA MANONI (la madre Superiora) – INGO PASQUALI (Omo dallo manto bianco e Santone e Armigero). Completano il cast in ruoli diversi ARIANNA FRATESI (che ha curato le coreografie originali) – ASIA ALLEGREZZA – CHIARA FRANCESCHETTI – ILARIA CINGOLANI. Audio di Roberto Cerioni; Direzione Musicale e Luci di Vittorio Saccinto – Scene di Leonardo Bordi.
La trama: Narra la vicenda di due simpatici truffatori alle soglie dell’anno Mille: Ademar, che si millanta principe orientale, ed Ezzelino, che si spaccia per un grande luminare. I due si “guadagnano” da vivere vendendo alla povera gente falsi rimedi di eterna gioventù, bellezza eccetera; ma, con l’avvicinarsi dell’anno Mille e della leggenda del “Mille e non più mille” e del “finismundi”, le masse abbandonano l’acquisto delle pozioni di Ademar ed Ezzelino e si dedicano a penitenze e digiuni in vista del Giudizio Divino. Gli affari languono, e una notte Ezzelino pensa bene di abbandonare il compagno rubandogli carretto, scarpe e capretta.
Passa del tempo, e Ademar capita in un paesino dove Ezzelino si finge storpio per raccogliere elemosine. Ademar, per smascherarlo e vendicarsi, lo costringe a camminare, e il popolo subito grida al miracolo e identifica Ademar con l’Uomo dallo manto bianco, annunciato dalla profezia del Monaco Santo Nicosia, che dovrà far camminare uno storpio, redimere una prostituta, far resuscitare un morto e far diventare rossa l’acqua di una fontana prima di darsi fuoco per aprire all’umanità le porte del Paradiso. Ademar, con l’aiuto interessato di Ezzelino, coglie l’occasione al volo e subito “redime” la prostituta Belcore, imprigionata dai penitenti in una gabbia. Per la realizzazione della terza profezia, poi, Ezzelino finge di morire e, portato al cimitero, vive strane e comiche avventure fino al giorno seguente, quando Ademar lo fa “risorgere”. Forti della considerazione dei paesani, i due truffatori iniziano a vendere scapolari ripromettendo la salvezza eterna in cambio della rinuncia a tutti i beni, ovviamente a loro vantaggio. Giunge anche l’Archiepiscopo Lotario, che crede anch’egli alla profezia del Santo Nicosia.
Frattanto, si intrecciano le vicende di Ezzelino e la verginella Peronella e di Ademar e Belcore. Ezzelino, capito che ormai Ademar è convinto di essere un vero santone, dà con l’inganno compimento alla trasformazione dell’acqua della fontana in rossa: o almeno crede di averlo fatto lui, mentre è stato l’Archiepiscopo con la complicità del ladruncolo Folchetto. Ademar, convinto, si avvia al rogo quando Ezzelino scopre di non aver fatto diventare lui l’acqua della fontana rossa, convincendosi della imminente fine del mondo e cedendo tutti i beni rubati a Lotario in cambio di uno scapolare. Ademar, messo al corrente da Belcore dell’imbroglio di Ezzelino, si azzuffa con quest’ultimo; poi, tornati due amici, decidono di tornare insieme per riprendersi con l’astuzia le ricchezze in mano a Lotario e restituirle al popolo. Quando questo si convince che la fine del mondo non ci sarà, Ademar ed Ezzelino tornano a rivendere pozioni alla povera gente.
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