Sgarbi non si presenta all’inaugurazione della mostra di Vitali
Vittorio Sgarbi non si presenta all’inaugurazione della mostra di Giancarlo Vitali
Ma ha inviato le sue considerazioni sul momento culturale di Urbino: “…ammirate alcuni impressionanti ritratti monotematici: quelli dell’amico, e amato, Giovanni Testori”
URBINO – Senza lo <sgarbo> quotidiano non sarebbe il Vittorio Nazionale. La conferenza stampa scivola dalle 14.30 alle 16.30 inoltrate. La giacca del critico d’arte è tirata dappertutto. Non riesce, diciamo così, a dare il resto. Alle 16.40 sopraggiunge la notizia che Sgarbi salta Urbino e se ne va direttamente a Bologna alla faccia dei millanta taccuini pronti a carpirne il suo personale lato valutativo sulla inaugurazione dell’esposizione <Occhi di Testori. Giancarlo Vitali e la poesia>, fortemente voluta dal critico d’arte e assessore di Urbino, a cura di Luca Cesari, ospitata a Casa della Poesia, Palazzo Bonaventura Odasi, e a disposizione del pubblico fino al 29 di maggio. Sgarbi, altresì, non ha voluto fare mancare le sue considerazioni sul momento culturale inviando, ai cronisti, un comunicato: <…ammirate alcuni impressionanti ritratti monotematici: quelli dell’amico, e amato, Giovanni Testori. Più fortunato di me, anche Testori ha avuto innumerevoli ritratti, ma non poco riusciti, fuori da tagli celebrativi o convenzionali o, peggio, fotografici. Testori era il suo sguardo infinitamente azzurro; e nessuno, forse neppure il simillimo Varlin lo ha colto con tanta efficacia e potenza. Mentre Testori ti trapassa con gli occhi, Vitali trapassa Testori, infilzandolo al suo amo per coglierne l’umanità profonda, e la dolcezza, e lo spirito. Infine, l’anima”.
Lo scrittore e poeta Testori è stato lo scopritore e mentore dell’artista Vitali, definito, dal primo, <il bellanasco> perché, appunto, di Bellano, in provincia di Lecco. Ben tre le sale in relazione alle opere e poesie: nella prima cinque opere, tra tavole e tele, che restituiranno ai visitatori il volto intenso, sofferto e pensoso del grande intellettuale lombardo. Nella seconda uno dei temi più identificanti: la carne scuoiata, sacrificata sull’altare della nostra atavica fame. Non manca uno dei <Tori Squartati> dipinti da Vitali nel 1984, ispirazione del <Trittico del Toro>, tre poesie dello stesso Testori. Nella terza stanza l’arte incisoria di Vitali entra in relazione con la poesia di Franco Loi e Giancarlo Consonni. Un angolo, questo, <di opere leggere ma con un impatto ricco che sembra frusciare come la seta>. (eg)
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