Cristini: “Al vino marchigiano servono idee vincenti”
Giuseppe Cristini: “Al vino marchigiano servono idee vincenti”
Con le ingenti risorse europee bisogna recuperare i mercati interni. E’ necessario abbandonare il provincialismo e la suddivisione tra i due Consorzi regionali. Il vino non può essere elemento di divisione ma di aggregazione
VERONA – Alla chiusura dei battenti del 50esimo allestimento del Vinitaly, senza clamori e fuochi d’artificio, l’edizione veronese di mezzo secolo, “per molti – dichiara Giuseppe Cristini, il narratore del gusto – sarà ricordata per l’aumento abnorme del biglietto giornaliero ad ottanta euro e per le bordate di fischi riservate a Matteo Renzi in visita agli stand”.
Eppure… “Eppure credo che il Vinitaly sia una festa: giovani che si divertono a sorseggiare, che sorridono al mondo del vino, che hanno voglia di capire. E’ questo il segmento che stiamo captando e come ripeto, da sempre, i vini non vanno abbandonati in una glasset anonima dove ti ritrovi persino vini bianchi caldi e improponibili. Io la vedo diversamente: i vini vanno raccontati amabilmente in compagnia di novellieri del piacere”.
Passiamo alle Marche. “Venendo alla mia Regione Le Marche, che da anni cerco di ispirare, devo dire che vorrei veder migliorati tanti aspetti. Intanto c’è bisogno di idee nuove e ispirate che tocchino con mano le nuove tendenze dei consumi del vino, che stanno mutando velocemente; abbandonare il provincialismo e la suddivisione anche tra i due Consorzi dei vini dove nello stesso padiglione Marche, mi trovo cantine del Centronord delle Marche da una parte e quelle del Sud da un’altra, come se il vino fosse elemento di divisione invece di aggregazione”.
Quali suggerimenti Cristini? “Vendiamo il territorio Marche nella sua interezza, abbandonando i personalismi e cercando un brand unico; potrei capire questo fatto in una Regione come la Toscana, (notissima e affermata) che invece va sempre e tutta unita sotto il brand di Toscana promozione”.
Con le ingentissime risorse che l’Europa regala al vino “si dovrebbe realizzare un evento al giorno, recuperare i mercati interni, creare un patto di buongusto trasversale e portare idee vincenti. Lo ripeto fino a stancarvi, e’ necessario assolutamente un Comitato scientifico di esperti esterni dalle aziende, e senza conflitti d’interesse, ed anche Ceriscioli, il nostro Governatore, lo sa”.
E dire che Lei si sta dando molto da fare nel suo piccolo. “Nel ‘nostro’ piccolo e parlo al plurale, grazie ad un imprenditore di Marotta, Andrea Sereni, che da oltre trent’anni investe di tasca propria nel mercato del vino, abbiamo creato il progetto ‘I Custodi del Territorio e Vignaiuoli –poeti’, che nasce proprio dalle Marche e dove a Vinitaly si è arricchito di nuovi nomi. La strada è giusta e non ci fermeremo qua”. (eg)
Nelle foto: il marchigiano Giuseppe Cristini in giro negli stand del Vinitaly
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