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Al Teatro Sanzio di Urbino arriva MDLSX di Motus

Al Teatro Sanzio di Urbino arriva MDLSX di Motus

Giovedì appuntamento con il gruppo cult della scena contemporanea italiana di respiro internazionale, ispirato dal libro di culto di Jeffrey Eugenides, osannato anche dal pubblico russo e americano

Al Teatro Sanzio di Urbino arriva MDLSX di Motus

 

URBINO – Acclamato da pubblico e critica come un capolavoro, definito coraggioso ed estremo, sconvolgente e sincero, forte ed emozionante arriva, giovedì 14 aprile, al Teatro Sanzio di Urbino per “TeatrOltre”, l’applauditissimo “MDLSX” di Motus, gruppo cult della scena contemporanea italiana di respiro internazionale, ispirato dal libro di culto di Jeffrey Eugenides, osannato anche dal pubblico russo e americano. In questo lavoro, assolo di gesti, parole e musica dedicato al tema del gender e dell’intersessualità, il corpo che domina la scena è quello dell’attrice e performer Silvia Calderoni.

Di “appartenenza aperta alle Molteplicità” scriveva Rosi Braidotti in On Becoming Europeans, avanzando la proposta di una identità post-nazionalista. Ed è verso la fuoriuscita dalle categorie, tutte, anche artistiche, che “MDLSX” tende. È uno “scandaloso” viaggio teatrale di Silvia Calderoni che, dopo 10 anni con Motus, si avventura in questo esperimento dall’apparente formato del Dj/Vj Set, per dare inizio a una esplorazione sui confini che si catalizzerà, nel 2016, in Black Drama (Un musical tragico). In “MDLSX” collidono brandelli autobiografici ed evocazioni letterarie e sulla confusione tra fiction e realtà “MDLSX” oscilla da Gender Trouble a Undoing Gender. “MDLSX – come afferma la compagnia – è un ordigno sonoro, inno lisergico e solitario alla libertà di divenire, al gender b(l)ending, all’essere altro dai confini del corpo, dal colore della pelle, dalla nazionalità imposta, dalla territorialità forzata, dall’appartenenza a una patria”.

La drammaturgia a cura di Daniela Nicolò e della stessa Calderoni e la regia di Enrico Casagrande e Daniela Nicolò tendono a scardinare fisicamente, nella mente degli spettatori, la fissità delle categorie di genere. Lo fanno chiedendo al pubblico un’adesione emotiva alle azioni e ai brani letti dall’attrice in scena. E lo fanno anche creando una struttura teatrale che, né performance, né monologo, né dj-set, ma tutte e tre le cose assieme. Una performance che grida al cambiamento e alla diversità per affermare le libertà individuali e i diritti civili, un vortice che porta lo spettatore in un mondo, quello gender, troppo spesso visto con distacco e superficialità; un approfondimento che non è solo concettuale ma profondamente emotivo.

Un’attualizzazione delle figure simbolo che da Ermafrodito e Tiresia hanno accompagnato la cultura occidentale e che, tramite riferimenti a manifesti politico – culturali come quelli di Beatrice Preciado e Donna Haraway, si incarnano in quel corpo lungo, esile e muscoloso. Lo spettacolo – proposto nell’ambito di TeatrOltre, un palcoscenico per i linguaggi più innovativi della scena giunto alla dodicesima edizione su iniziativa del Comune di Urbino con AMAT e il contributo di Regione Marche e Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo – contiene scene di nudo integrale. I suoni sono a cura di Enrico Casagrande, la luce e i video di Alessio Spirli. Lo spettacolo è una coproduzione internazionale di La Villette – Résidence D’artistes 2015 Parigi, Create To Connect (Eu Project) Bunker/ Mladi Levi Festival Lubiana, Santarcangelo 2015 Festival Internazionale del Teatro in Piazza, L’arboreto – Teatro Dimora di Mondaino, Marche Teatro, realizzata con il sostegno di Mibact e Regione Emilia Romagna.

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