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Il Panzini alla mensa della solidarietà della Caritas

Il Panzini alla mensa della solidarietà della Caritas

Gli studenti di due terze classi  dell’Istituto di Senigallia hanno prestato servizio nella struttura

Il Panzini alla mensa della solidarietà della Caritas

di SIMONETTA SAGRATI

SENIGALLIA – All’Istituto “Alfredo Panzini” di Senigallia gli studenti di due classi terze hanno avuto una “preziosa” opportunità: prestare servizio presso la mensa della solidarietà della Caritas.

Nei mesi di febbraio e marzo l’attività si è svolta per tre martedì consecutivi e gli alunni sono stati coordinati per il servizio di Sala dal professore Roberto Angeletti e per il servizio di cucina dal professore  Massimo Bomprezzi.

Un’attività diversa da quella della classica lezione settimanale, una occasione preziosa, un’esperienza per sensibilizzare i ragazzi verso la solidarietà e l’accoglienza.

Il servizio mensa della Caritas consiste nel dare da mangiare e ospitare stranieri, ma anche emarginati e persone in stato di difficoltà economica.

Gli alunni si sono preparati seriamente per affrontare questa esperienza: hanno incontrato i volontari della Caritas e dell’Associazione Il Seme, che si sono recati all’Istituto Panzini spiegando i loro diversi compiti e raccontando alcuni aneddoti delle loro esperienze al centro di accoglienza.

Per gli alunni è stato un modo per superare ogni pregiudizio e imparare ad essere cordiali e professionali in ogni situazione.

Così dopo un primo momento di preparazione gli alunni hanno iniziato il loro servizio alla mensa della Caritas, al centro “L. Palazzolo” in piazza della Vittoria a Senigallia; hanno da subito acquisito padronanza sia con la cucina sia con l’allestimento della sala, cercando di renderla il più accogliente possibile.

Gli alunnni indossavano la divisa della scuola e la tecnica del servizio è stata identica a quella che utilizzano sempre, ma lì era tutto più movimentato, vivace e c’erano tante persone che chiamavano a destra e a manca, molte richieste di bis, ricevendo in cambio un sorriso. C’erano tante etnie, colori, accenti ed energie diverse. Al termine del pranzo gli ospiti si sono complimentati ringraziando i docenti e gli studenti.

Questa esperienza è servita a tutti, forse non tanto dal punto di vista tecnico del servizio, ma soprattutto da quello delle emozioni. La gentilezza e il sorriso portati lì non erano affatto una maschera, ma nascevano spontanei con il pensiero di rendere felici delle persone meno fortunate, anche solo per un breve pranzo.

È stata una occasione che ha fatto riflettere molto gli alunni che hanno capito che la povertà e i bisognosi di aiuto non sono solo lontani da noi, in altri Paesi o continenti, ma sono davanti ai nostri occhi e non possiamo voltarci facendo finta di niente.

Dovremmo avere tutti del tempo da dedicare loro e ripulire la mente dai pensieri distorti. Non dobbiamo vedere il pericolo nello straniero o nel senzatetto. Togliamoci di dosso i pregiudizi. È stata un’esperienza davvero bella e il compito della scuola è quello di insegnare anche come si diventa maturi in un mondo che è tutt’altro che facile.” Queste le parole di Gaia, una alunna della classe 3^C di sala che ha apprezzato questa esperienza che l’ha fatta crescere soprattutto come persona.

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