Albergo Muralto, Camera 116 di Vincenzo Oliveri
Albergo Muralto, Camera 116 di Vincenzo Oliveri
Il raggio delle torce elettriche dei guardiani illuminò la Sala degli Angeli, scoprendo all’improvviso le cornici e i cavalletti vuoti. Era la notte del 6 febbraio1975 e da pochi minuti era stato messo a segno il più clamoroso furto di capolavori d’arte da un museo italiano. Da quel momento iniziò la caccia ai ladri per recuperare un bottino patrimonio del mondo.
La vicenda del trafugamento dalla Galleria nazionale delle Marche di Urbino della “Flagellazione” e della “Madonna di Senigallia”, entrambe di Piero della Francesca e della “Muta” di Raffaello costituisce l’ispirazione e il filo conduttore di “ALBERGO MURALTO, CAMERA 116”,(pagg. 120-XVI, euro 14,00) romanzo scritto da Vincenzo Oliveri.
Pagine che si soffermano soprattutto sulle indagini che seguirono affinché quei capolavori non restassero nelle mani dei ladri o, peggio, andassero distrutti. Un’attività investigativa condotta affidandosi all’intuito e all’esperienza, scandagliando il mondo degli antiquari, entrando nei canali dei trafficanti internazionali d’opere d’arte rubate. Tutto seguendo le tracce di una pista partita dalla capitale dell’antico Ducato di Urbino per toccare Bologna, Roma, Rimini fino all’epilogo in Svizzera, in un piccolo albergo sul versante elvetico del Lago Maggiore.
L’autore, senza dimenticare l’amore per la cronaca che lo ha accompagnato nella vita di giornalista, con questo lavoro riporta alla luce in forma intrigante una vicenda rimasta nell’oblio, ma che ha segnato in maniera significativa la lotta al traffico di opere d’arte e la tutela del patrimonio culturale italiano,
Vincenzo Oliveri nel 2008, sempre per Controvento Editrice, ha pubblicato “Dal sigaro alla giada. Uomini, sogni, imprese”, raccolta di articoli che riguardano la realtà marchigiana, dalla descrizione dell’ambiente, alla cultura, al tessuto sociale ed economico, ai personaggi.
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